Anastasiia Yalanskaya aveva 26 anni. Amava gli animali, i cani soprattutto. Non li avrebbe mai abbandonati e per questo è morta. Uccisa a colpi di arma da fuoco insieme a due altri volontari: i tre stavano andando a Bucha, a 30 chilometri da Kiev. Stavano andando a un rifugio per portare cibo e aiuti per i cani ospiti della struttura
Gli amici e la famiglia di Anastasiia Yalanskaya affermano che la sua auto sia stata deliberatamente presa di mira a distanza ravvicinata dalle truppe russe. Non hanno saputo dire il perché di quell’uccisione, ma credono che le truppe russe uccidano sempre più civili a caso per spaventare la popolazione fino alla sottomissione.
«Le ho chiesto di essere molto cauta. Che al giorno d’oggi un errore costa moltissimo – racconta il marito Yevhen Yalanskyi – . Ma lei stava aiutando tutti quelli che poteva. Le ho chiesto di pensare all’evacuazione, ma lei non mi ha ascoltato».
La prima ad accorgersi della tragedia è stata Yalanskaya, la sua migliore amica fuggita a Vinnytsia, 250 chilometri a sud-ovest di Kiev: dopo ore di silenzio ha lanciato l’allarme e ha contattato il padre di un uomo che conosceva Yalanskaya. Il trio sarebbe dovuto tornare a casa sua dopo il viaggio, e invece l’uomo ha trovato la loro auto crivellata di proiettili, non lontano da casa sua. Avevano consegnato il cibo per cani ed erano quasi tornati. I fori sul veicolo indicano che chi ha sparato lo ha fatto da una distanza ravvicinata, usando un’arma pesante.
Non è stato un colpo accidentale, l’auto è stata colpita a bruciapelo, c’erano altre 2 persone con lei, e sono morte anche loro». Difficile fare una conta dei civili uccisi durante la guerra tra Russia e Ucraina: le stime ufficiali parlano di 2.500 vittime tra i civili ma le stime ufficiali potrebbero essere più alte.