Valentina Giovagnini, la magia “non ha fine”

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Di Redazione Metropolitan

Valentina Giovagnini, una voce indimenticabile, una presenza scenica che evocava la magia delle creature fantastiche delle leggende celtiche. Un secondo album che tardava ad uscire e a farsi largo nel mercato discografico. Il 2 gennaio 2009 perse la vita in un incidente d’auto e l’album L’amore non ha fine fu pubblicato postumo il 15 maggio 2009 per volere della famiglia che volle creare una Onlus a lei dedicata.

L’album fu distribuito dall’etichetta discografica Edel,prodotto da Verba Manent ad eccezione della canzone Sonnambula, prodotta dall’editore musicale indipendente Ala Bianca s.r.l. I brani sono registrati tra il 2003 e il 2008. I temi portanti sono l’eternità dell’amore e la caducità della vita. Le sonorità sono quelle tipiche della musica celtica che incontrano il pop, la lirica, musica elettronica e tango.

Valentina Giovagnini: “Non piango più” e il silenzio delle case discografiche

Nel 2002, partecipa a Sanremo Nuove Proposte dove ottiene il secondo posto con Il passo silenzioso della Neve che si colloca a 21 punti di distanza da Doppiamente fragili di Anna Tatangelo e nello stesso anno lancia l’album Creatura nuda. Ottiene un discreto successo in termini di vendite, ma purtroppo nel 2003 l’uscita del singolo Non piango più non ottiene i risultati sperati. La canzone, che parla di una storia d’amore finita, si dipana tra le note malinconiche di un tango, rese ancor più vive e scottanti dalle sonorità elettroniche che evocano un’atmosfera di pioggia.

Nonostante ciò la Giovagnini continuò a studiare, comporre ed esibirsi dal vivo. L’amore non ha fine, la canzone che da’ il nome all’album è invece una commistione tra pop e lirica realizzata insieme al cantante lirico Aldo Caputo. La canzone scritta insieme a Pinelli nel 2003 sarà scartata da Sanremo.

L’attesa infinita“, secondo rifiuto da parte di Sanremo

Nel 2004 Valentina Giovagnini presenta L’attesa infinita, ma verrà nuovamente scartata nonostante la bellezza e il ritmo del brano. Tuttavia la Giovagnini continuò a credere e a portare avanti la sua identità artistica e il suo progetto musicale. Quasi tutte le canzoni sono scritte con Incenzo e Pinelli, ad eccezione di Sonnambula scritta da Ivana Gatti al piano e Gianni Maroccolo al basso. Sonnambula è la canzone con la quale si avvicina maggiormente a Bjork.

Valentina Giovagnini è invece coautrice delle canzoni L’altra metà della luna, Voglio quello che sento, nella quale sperimenta anche ritmi orientali e Nei silenzi miei. Ogni viaggio che ho aspettato è invece legato alla musica celtica ampiamente sviluppata nel primo album Creatura nuda. Due splendide cover completano l’opera: Halleluja di Leonard Cohen e Somewhere over the rainbow di Harold Harlen e HY Harburg.

Per la realizzazione dell’album la Giovagnini contribuì anche con il pianoforte e il Tin Whistle, un flauto a sei fori di origine inglese, usato nella musica popolare in Gran Bretagna e in Irlanda. Davide Pinelli contribuì ai testi, alle tastiere e al sintetizzatore, Stefano Cerisoli alla chitarra, Clemente Ferrari al pianoforte, Vanessa Cremaschi alla Direzione della sezione d’archi, Walter Rizzo alla batteria e alla Cornamusa, Massimo Fumanti al basso e alla chitarra.

I proventi dell’album vanno a finanziare la Onlus dedicata alla memoria dell’artista e sono impiegati nel sociale nel rispetto dello spirito generoso di Valentina. Inoltre il Paese di nascita della cantante, Pozzo Della Chiana in provincia di Arezzo ha creato il Premio Valentina Giovagnini per giovani emergenti. Seguici su metropolitanmagazine e su musicametropolitanmagazine.