Virginia Woolf: colei che donò alla donna ”Una stanza tutta per sé”

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Di Stella Grillo

Virginia Woolf: ci lasciava oggi, 28 marzo 1941, la scrittrice, saggista ed attivista britannica. Una delle principali figure letterarie: fervida immaginazione, eccellente produzione artistica ed un impegno attivo in prima linea nella lotta per la parità dei diritti tra i sessi.

Virginia Woolf, una vita fra letteratura e lotte

Classe 1882, Virginia Woolf nasce come Adeline Virginia Stephens a Londra, in una casa al civico 22 di Hyde Park. I genitori sono entrambi in seconde nozze poiché rimasti vedovi dalle precedenti relazioni. Suo padre, Leslie Stephens è un famoso critico letterario. I coniugi, a loro volta ebbero altri tre figli oltre Virginia: Vanessa, Thoby e Adrian. Ma non solo: dai precedenti sposalizi, i genitori della scrittrice, ebbero entrambi dei figli. La Cornovaglia fu per la Woolf un posto felice: ogni estate, infatti, la famiglia soggiornava presso una casa al mare situata in quei luoghi.

Virginia Woolf, dettaglio - Photo Credits: twitter.com
Virginia Woolf, dettaglio – Photo Credits: twitter.com

L’idillio si spezzò nel 1895, quando morì Julia Stephen, la madre. Virginia, legata da un affetto simbiotico con la genitrice, manifestò alla sua perdita i primi segni di nevrosi. Il padre mise in vendita la casa in Cornovaglia, rimembranza di giorni gioiosi. In età Vittoriana la letteratura era prerogativa quasi esclusivamente maschile. L’istruzione della Woolf si snoda, quindi, fra la biblioteca paterna e le lezioni di latino e francese che le impartisce la madre. Mentre le estati a Saint Ives, in Cornovaglia, le regalano l’amore per l’oceano. In seguito studierà storia e lettere classiche dal 1897 al 1901 nel prestigioso college King’s college London.

Virginia Woolf: nevrosi, attività letteraria, matrimonio e suicidio

La morte del padre nel 1904 e i ripetuti abusi sessuali da parte dei fratellastri nei suoi riguardi e verso la sorella Vanessa, catapultano la scrittrice all’esordio di numerose crisi depressive: in seguito, sconfineranno in direzione di diversi tentativi di suicidio; le diagnosi postume, affermarono che la Woolf, soffrisse di disturbo bipolare unito ad una sopraggiunta psicosi negli ultimi anni. Trasferitasi a Bloomsbury, la sua casa diviene luogo di incontri tra autori e giornalisti. Tra i membri del Bloomsbury Group, c’è anche Leonard Woolf, editore e giornalista che sposa nel 1912.

Virginia Woolf - Photo Credits: libroparlato.org
Virginia Woolf – Photo Credits: libroparlato.org

Virginia Woolf trova pieno supporto nel marito, con cui condivide la passione politica. Insieme lottano per una maggiore uguaglianza sociale e per la parità di genere. La Woolf fu segnata da quello che poi si scoprì essere un disturbo bipolare. Non solo: le notizie che giungevano dal mondo, in vista della Seconda Guerra Mondiale, ne peggiorarono la condizione. Straziante, fu la lettera che lasciò al marito prima di suicidarsi. Così il 28 marzo del 1941, camminò verso il fiume Ouse, nel Sussex, e con le tasche riempite di sassi, si fece abbracciare dalle acque, dandosi alla morte.

Una malinconica femminista con l’amore per l’oceano

L’amore per l’oceano e il rapporto personale che sembra avere con esso si riflette in molte delle sue opere:

  • La stanza di Jacob, 1922: richiama il ricordo del fratello Thoby;
  • Gita al faro, 1927: il capolavoro in cui la vacanza della famiglia Ramsay si trasforma in un viaggio introspettivo nella memoria e nel pensiero;
  • Le Onde, 1931: qui, l’oceano è formato dai soliloqui dei suoi protagonisti.

Virginia Woolf , ”Una stanza tutta per sé”: il diritto delle donne di creare arte

La donna diviene centrale nella sua produzione: nel 1929 pubblica Una stanza tutta per sé. Il titolo deriva dalla concezione della scrittrice, per la quale “una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé per poter scrivere“, riferendosi alla libertà personale di poter creare arte. Il saggio ripercorre la storia letteraria della donna: la tesi della Woolf, rivendica la possibilità, per il genere femminile, di essere ammesse ad una cultura che, fino a quel tempo, era stata prettamente maschile e patriarcale. La critica è incrementata anche alla società inglese, tacciandola di maschilismo. La cristallizzazione della figura femminile volta al silenzio, esclusa e non ascoltata, porta Virginia ad un’ulteriore impellenza: distruggere quel linguaggio patriarcale e far divenire necessità e diritto, dare spazio ad una voce che rappresenti la prospettiva femminile.

”Oh, non potete comprare anche la letteratura. La letteratura è aperta a tutti. […] Sprangate le vostre biblioteche, se volete; ma non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.”

Segue un excursus di scenari letterari che incastonano la donna in quella società ormai da combattere: cita le sorelle Brontë e Jane Austen. Ma la dottrina più innovativa della Woolf è quella di aver rivendicato un posto alla donna nella cultura e nell’arte. Una stanza che non è solo fisica, ma mentale e allegorica nel panorama culturale. Questo saggio, in seguito, influenzerà profondamente molti movimenti femministi sociali e letterari.

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