Sembra ieri, ma sono già passati tre anni dalle ultime Olimpiadi estive, posticipate di un anno a causa della pandemia. Così le Olimpiadi 2024 sono già porte e con esse anche le qualificazioni alla prestigiosa competizione internazionale.
Tra le nazionali che stanno lottando per conquistare un biglietto per Parigi c’è anche il volley femminile, che dopo i trionfi del passato in questi ultimi tempi sta vivendo un calo di risultati, oltre che un momento di incertezza. Tutto è legato proprio alla mancata qualificazione diretta alla competizione olimpica dell’anno prossimo, un risultato atteso e pienamente raggiungibile dalle nostre azzurre. Nelle settimane successive è arrivata anche la notizia del divorzio (consensuale) con l’allenatore Davide Mazzanti. Ma andiamo con ordine.
A Lodz non arriva il pass per Parigi
Il torneo preolimpico di Lodz poteva garantire l’accesso diretto alle Olimpiadi, ma per le azzurre la strada si fa più difficoltosa. Lo spareggio giocato all’Atlas Arena contro la squadra di casa si è concluso con una sconfitta con il punteggio di 3-1. Le polacche riescono ad imporsi in 4 set con i parziali di 25-15-, 24-26, 23-25, 21-25 e ottengono la qualificazione insieme alle ragazze degli Stati Uniti. Per azzurre arriva il terzo posto e quindi la possibilità di qualificazione viene rimandata, non senza rimpianti.
Mazzanti via dopo sei anni
Il mancato raggiungimento di quello che era il principale obiettivo stagionale per le azzurre del volley ha avuto come conseguenza la fine del rapporto con il CT Davide Mazzanti. La Federazione Italiana Pallavolo e il tecnico hanno comunicato di avere interrotto consensualmente il percorso insieme. Un rapporto durato ben sei anni e che ha è stato ricco di successi, ma anche di delusioni.
L’allenatore paga la mancata convocazione di alcune delle giocatrici più importanti della rosa, a partire dalla più forte e famosa di tutte: Paola Egonu, lasciata in panchina per buon parte dell’ultimo Europeo e richiamata in campo solo in semifinale. Il rapporto tra i due è sempre stato difficile, tanto che la Egonu non era nemmeno presente in Polonia, dove forse avrebbe potuto fare la differenza.
Tra i momenti indimenticabili regalati dal CT ci sono un argento mondiale nel 2018 e un bronzo nel 2022, anche se quest’ultimo aveva più il sapore della mancata vittoria più che della soddisfazione per il terzo posto. A livello europeo sono arrivati un altro bronzo nel 2019 e un meraviglioso oro nel 2021. Nel 2022 è invece arrivata la conquista del Volleyball Nations League. Nel palmares dell’allenatore c’è anche un argento al World Grand Prix 2017.
L’Italia del volley femminile senza una guida
Anche a seguito di questi importanti risultati, oltre che della delicata situazione in vista delle Olimpiadi, non è un compito facile trovare il sostituto di Mazzanti. Proprio per questo la Federazione si è presa del tempo per annunciare il nuovo allenatore, ma ancora non ha annunciato il nuovo CT. Tra i nomi che sono stati fatti dai giornali c’è quello di Julio Velasco, il tecnico attualmente sulla panchina della UYBA di Busto Arsizio, ma con un contratto che prevede la possibilità di andare ad allenare la nazionale.
Per Velasco si tratterebbe di un ritorno nella nazionale femminile, dopo una breve parentesi alla fine degli anni ’90. Per lui sarebbe l’occasione giusta per cercare di conquistare l’oro olimpico che gli è sempre sfuggito in carriera, nonostante i tanti successi conquistati con la nazionale maschile, la celebre “generazione di fenomeni” che rappresenta tutt’ora una delle più forti formazioni di tutti i tempi. Ma prima di sognare in grande, bisogna conquistare la qualificazione olimpica.
Cosa serve all’Italia per qualificarsi
Anche se la delusione per la mancata qualificazione diretta è ancora tanta, bisogna dire che non tutto è perduto. Per l’Italia c’è ancora una possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici grazie al buon posizionamento nel ranking Fivb.
Il meccanismo di qualificazione prevede che, oltre alle squadre che hanno ottenuto il posto attraverso i tornei preolimpici (cioè le prime due qualificate dei tre gironi) otterranno il pass per Parigi anche le cinque nazionali con il miglior ranking dopo la fase preliminare della prossima Volley Nations League che si concluderà a giugno 2024.
Bisogna però tenere in considerazione l’obbligo di partecipazione di almeno una squadra per ogni continente, una clausola che di fatto porta a quattro le posizioni disponibili. Questo perché in Africa, il Kenya è già matematicamente qualificato dato il grande distacco nel ranking rispetto alle altre nazionali del continente.
Il punteggio del ranking è calcolato da un algoritmo che determina un tato punteggio alle squadre dopo ogni incontro disputato. Quando la nazionale vince vengono attribuiti dei punti, che dipendono da diversi fattori, tra cui il ranking dell’avversario e il numero di set vinti o persi, mentre quando perde vengono sottratti punti.
L’Italia occupa attualmente la quinta posizione nel ranking Fivb, ma ad avvantaggiare le azzurre c’è il fatto che tutte le nazionali che precedono l’Italia sono già qualificate. Proprio per questo, al momento attuale l’Italia sarebbe la squadra ripescata ed è la squadra favorita anche nelle quote delle scommesse sportive.
La certezza, comunque, non si può avere perché mancano ancora dodici partite, tra l’altro contro avversari ancora da sorteggiare. All’Italia basterà mantenere l’attuale posizione nella classifica delle squadre più forti del mondo, ottenuta grazie ai successi degli ultimi anni, per avere garantito il posto a Parigi.
In conclusione, il percorso delle azzurre del volley è ancora incerto, ma non è impossibile. Spetterà al nuovo allenatore l’arduo compito di conquistare non solo l’accesso alle Olimpiadi, ma anche la possibilità di sognare.