Il 30 Maggio del 1778, a Parigi, si spegneva François-Marie Arouet, conosciuto come Voltaire. Fu un importante filosofo, scrittore (tra cui aforista, romanziere, saggista, enciclopedista, poeta, drammaturgo) e storico. Insieme a personalità come quelle di Montesquieu, Locke, Rousseau, Diderot e D’Alembert fu esponente fondamentale dell’Illuminismo. Considerato principale promotore della corrente di pensiero razionalista, influenzò pensatori e intellettuali di tutte le epoche (es. Cesare Beccaria, Karl Marx e Friedrich Nietzsche).
Voltaire, uno dei più grandi intellettuali di tutti i tempi: biografia e pensiero
“Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quello che ci viene chiesto“.
Voltaire
Voltaire nacque a Parigi nel 1694, ultimo di cinque figli. Sua madre era nobile e suo padre notaio. Rimasto orfano di madre all’età di sette anni, ebbe per tutta la vita un rapporto conflittuale con suo padre. Studiò in un collegio gesuita, dove imparò bene il latino e il greco, per poi iscriversi in una scuola di diritto che abbandonò dopo soli quattro mesi. Voltaire iniziò la sua carriera presso salotti nobiliari dove era solito riportare le sue prime opere, scritti sarcastici e polemici nei confronti delle autorità.
Successivamente, a causa di un litigio con un cavaliere, fu esiliato in Inghilterra. Quando tornò in nel suo paese pubblicò l’opera “Lettere filosofiche”, una serie di saggi che lo misero contro la corona francese; per un periodo, infatti, trovò rifugio nel castello di una donna nobile con la quale intrattenne una storia (in questo periodo fu affascinato dagli scritti di Newton). Dal 1749 al 1752 fu ospitato da Federico II di Prussia, suo ammiratore, che ben presto lo rese suo consigliere. Dopo poco, però, il rapporto si ruppe anche con lui e Voltaire dovette emigrare prima in Svizzera e poi ancora nel suo paese, in Francia.
Il pensiero
Fu in questo periodo che divenne simbolo dell’illuminismo europeo, nonché creatore dell’Enciclopedia. Questi furono gli anni delle sue opere maggiori: “Micromega” (1752), “Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni” (1756), “Trattato sulla tolleranza” (1763). Secondo la concezione filosofica di Voltaire Dio esisteva, ed era proprio l’universo a suggerirlo. Egli credeva che fosse “l’Architetto Universale” che aveva “organizzato” il mondo; si trattava di una divinità che però non interveniva mai nelle vicende umane e soprattutto era prodotto della ragione.
Razionalista incallito, sosteneva che il sapere avesse il compito di far progredire l’uomo, eliminando i pregiudizi, i miti, tutte quelle cose che in qualche modo potevano renderlo più fragile, in una parola “umano”. La cultura è “un’arma” positiva solo se accompagnata anche dalla parte spirituale, poiché l’uomo è dicotomia di ragione e sentimento. La ragione senza la ragionevolezza non ha modo né di esistere né di svilupparsi.
Giusy Celeste