Successo istantaneo su Netflix ed interessantissimo documentario che si regge in gran parte sulla bellezza delle immagini di foreste acquatiche ricche di vita, colori e forme aliene. Tutto questo è il candidato all’Oscar 2021: My Octopus Teacher, un racconto semplice ma intriso di tenerezza e meraviglia che narra la storia di un uomo di mezza età, in crisi con la vita, che grazie all’incontro con un polpo ha potuto riprendere in mano le redini della sua esistenza.
L’incanto di un’amicizia subacquea
Scivola veloce nell’acqua limpida di False Bay bagnata dal Sudafrica, il polpo femmina protagonista di My Octopus Teacher, in quella che sarà un’amicizia speciale e duratura con il fotografo subacqueo, candidato agli Emmy, Craig Foster, che l’ha ripresa in un quotidiano gioco di incontri, mentre condivide con lui i misteri del suo mondo. Il docufilm, vincitore nella categoria documentari dei Bafta Awards 2021, è già in odore di vittoria alla prossima edizione degli Oscar 2021. Il racconto parte da una dimensione fiabesca, suggerendoci che “Tutto è cominciato un giorno di tanto tempo fa”, trascinandoci in una dimensione altra. Il che lascia intendere il messaggio fondamentale del documentario: ogni essere umano deve necessariamente fare un passo indietro rispetto alla maestosità della natura, in quanto non solo ospiti, ma parte integrante del nostro pianeta.
Craig Foster e le meraviglie che ci regala la vita
Foster, regista sudafricano di Cape Town, con la grande passione per la natura, alla quale ha dedicato la sua vita girando documentari riservati ad essa, fa conoscere le meraviglie che ci regala tutti i giorni la vita. Lui dagli occhi grandi di colore azzurro come il mare, una sua antica passione che praticava attraverso le immersioni in apnea, per un anno intero, sfidando qualsiasi condizione climatica, tutti i giorni si immergeva nelle acque limpide dell’Oceano per conquistare la fiducia di Octopus, un polpetto dall’intelligenza straordinaria che si è reso protagonista di una meravigliosa storia ai limiti della realtà. A dimostrazione di come ogni singola creatura conti.
Fondamentale, soprattutto, la sensibilizzazione al tema dell’inquinamento delle acque che ha portato Foster a fondare la Sea Change Project per la salvaguardia consapevole degli Oceani come risorsa per il nostro pianeta e di conseguenza per la nostra vita. Il mio amico in fondo al mare è un viaggio di riscoperta di sé stessi, di riconnessione con la parte più profonda del nostro “Io”; un iter di immersione e riemersione dalle acque ma anche dai turbamenti interiori di Foster, immerso in un contatto d’amicizia autentico con il polpo. Capace di fargli capire il senso e il ciclo della vita. Il tutto diretto dal regista Pippa Ehrlich e scritto da una maestosa sceneggiatura di James Reed precedentemente alla regia del documentario Netflix del 2015, Jago: A Life Underwater.
My Octopus Teacher: viaggio interiore negli abissi del mare
È la voce di Craig Foster a guidarci durante il docufilm, voce del suo “Io” particolare ma che vige da voce universale, in un’immersione non solo fisica nel mondo marino, ma anche viaggio alla scoperta di sentimenti profondi, di tutto ciò che in superficie non sarebbe mai emerso. Un’incantevole amicizia, un rapporto straordinario tra uomo e polpo che fa riflettere sulla straordinaria potenzialità di queste adorabili creature, troppo spesso oggetto di pesca, una pratica non sempre portata avanti in maniera corretta e che, purtroppo, ne sta portando al depauperamento con conseguenze catastrofiche per la specie e l’habitat. Come afferma lo stesso Foster alla CNN, estasiato di fronte alla consapevolezza di quanto la natura può regalarci:
Molte persone dicono che un polpo è come un alieno. Ma la cosa strana è che, man mano che ti avvicini a loro, ti rendi conto che sei molto simile a lui, in molti modi. Stai entrando in questo mondo completamente diverso, una sensazione così incredibile, e ti senti come se fossi a un passo da qualcosa di straordinario.
Craig Foster
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Rubrica a cura di Giuliana Aglio