Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione – Anima e Corpo

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Di Lorenzo Mango

Avrei potuto iniziare la recensione scrivendo che “Xenoblade Chronicles Definitive Edition è come un buon vino: più invecchia, più diventa buono”. Ma sappiamo tutti che non è così. Nel mondo videoludico moderno, quello dopo i grandi mostri sacri, molti titoli, anche i migliori, sono spesso diventati aceto. A volte nemmeno balsamico. I mostri sacri, quelli veri, Final Fantasy, Super Mario, The Legend of Zelda, Metal Gear e via discorrendo, sono tali perché la loro validità non è da ricercarsi nella grafica, nella storia o nel gameplay; bensì nella loro anima. Che, fortunatamente, non è quantificabile con un voto.

Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione

Non tutti i titoli, nemmeno quelli che alla release prendono 8, 9, 10, hanno un’anima. Un filo rosso del destino che li unisce a una categoria di giocatori, a un’emozione, a un brivido lungo la schiena quando risuonano le note di quella canzone, e il cielo ci piove addosso bagnandoci di ricordi. E di lacrime. Xenoblade Chronicles ha un’anima. Un’anima il cui corpo è stato a lungo immerso nella formalina di una tecnica imperfetta, che non gli rendeva giustizia e, pensate, lo limitava.

Perciò non posso dire che Xenoblade Chronicles Definitive Edition è come un buon vino, che invecchiando migliora e diventa più pregiato. Perché grazie a questa Remaster su Nintendo Switch Xenoblade Chronicles non è mai invecchiato. Si è solo raggiunto.

Se non aveste letto la nostra anteprima, pubblicata circa due settimane fa, vi invito caldamente a iniziare da lì! Questo perchè alcuni elementi, come la trama, sono stati già approfonditi in quella sede.

Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione – Una Remaster di ampio respiro

Xenoblade Chronicles Definitive Edition è senza alcun dubbio una remaster, non un remake. In effetti, anche le stesse software house spesso sbagliano nell’identificarle. Facciamo chiarezza: una remaster è il prodotto che “svecchia” un gioco ripulendo le texture, ricampionando gli audio, risolvendo bug e apponendo modifiche tecniche. L’obiettivo è migliorare o modernizzare l’esperienza di gioco. Il remake, invece, è il rifacimento completo di un titolo, che può anche allontanarsi da quello di riferimento. Come per The Legend of Zelda Link’s Awakening. Oppure, può restare identico al gioco da cui nasce, come i tre Crash Bandicoot e i tre Spyro.

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Xenoblade Chronicles Definitive Edition prende Xenoblade Chronicles per Wii e lo fa girare su Switch, inserendo tutto il suo universo in una minuscola cassettina. Fin qui niente di nuovo, era già stato fatto con la cartuccia del New3DS. Nella Definitive Edition, però, il lavoro è stato tutto l’inverso di quello svolto su 3DS; dove la parola chiave era COMPRIMERE. Su Switch, infatti, tutto è stato invece ALLARGATO.

La claustrofobia aleggiante nei menù di equip, dovuta a tantissimi elementi relegati in riquadri scuri e opprimenti, è sparita. Lasciando il posto a menù molto più leggibili e chiari. Tutto il comparto “utility” rende ora giustizia all’infinita quantità di equip e cristalli che possiamo (e dobbiamo verso la fine dell’esperienza) padroneggiare per avere la meglio sui nemici e sui Boss più duri. Nei menù, quando serve, scritte, effetti e note si prendono giustamente il loro spazio. Mentre in gioco, invece, sono appunto il gioco e il combat sistem a rivendicare più ariosità.

Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione

Xenoblade Chronicles Definitive Edition RecensioneXenoMMO

Il combat sistem è il migliore, a nostro avviso, di tutta la serie Xenoblade (fra poco ci arriviamo). Uno dei più vicini all’accontentare sia i fanatici dei combattimenti a turni che gli amanti dell’action. Non dimentichiamo che Xenoblade Chronicles venne rilasciato in un momento storico particolare: quando i JRPG propriamente detti stavano scomparendo. Per sopravvivere e brillare, come poi ha fatto e fa oggi di nuovo su Switch, Xenoblade si è adattato. Si è reso più simile ai classici MMO, piuttosto che ai suoi maestri RPG classici.

Tutto Xenoblade, a dire il vero, vive in un equilibrio costante fra RPG e MMO, pendendo di volta in volta verso quello che preferisce, senza mai sbilanciarsi. Ne è un esempio la struttura a infinite quest secondarie e nemici visibili a schermo da ingaggiare o evitare a nostra scelta; distribuiti in enormi mappe ricche di angoli segreti e oggetti da raccogliere. Le cartografie sono tanto vaste che userete spesso la funzione di camminata automatica: un’aggiunta salvifica. Tutti tasselli di un puzzle difficile da circoscrivere in un solo tipo di RPG. Ma il combat sistem, dicevamo, è l’elemento più chimerico di tutti.

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Il miglior combat sistem della serie Xenoblade

Ci sono le abilità per i singoli personaggi e dozzine, centinaia di equipaggiamenti diversi. Quasi tutti sono personalizzabili tramite cristalli, che dobbiamo forgiare noi cercando i materiali di base in giacimenti sparsi per le mappe. Gli equipaggiamenti sono tanto vari e diversi, e forniti in così grande quantità (quasi da Dungeon Crawler!) che ci è un po’ mancata la funzione di selezione automatica del “miglior equip”. Infatti, navigare nel menù, per quanto chiaro e leggibile, per trovare il miglior setup dopo ogni nuovo ritrovamento era diventata una routine a tratti snervante. Passerete ore cercando le armi e armature migliori e viaggiando fra i mercanti, per comprare i libri necessari a livellare le abilità da assegnare agli slot vuoti dei personaggi.

Potete usarne 3 in team, ma controllarne direttamente solo uno. Ciascuno di loro ibrida le consuete classi Tank, DPS e Support adattando alla lore del gioco statistiche, capacità combattive e peculiarità uniche. Tanto che è difficile attribuire un vero ruolo a tutti. Ma anche se ci riusciste, vi accorgereste che un setup bilanciato DPS+Tank+Healer non è per forza adatto a ogni nemico o Boss: bisogna variare e sperimentare. Migliorare quindi, per forza di cose, l’affinità dei personaggi. Un fattore indispensabile per innalzare il loro livello di amicizia ed eseguire attacchi combinati, capaci di far susseguire diverse mosse e infliggere stati alterati ai nemici. Una frase lunga vero? E complessa. Piazzata “per spiazzarvi”, anche se in effetti non ce ne sarebbe bisogno.

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Soddisfazione

Per quanto complesso, vi abituerete in fretta e gradualmente al sistema di combattimento di Xenoblade. E alla fine a ogni mossa seguirà naturalmente la successiva senza che nemmeno ve ne accorgiate. Sceglierete con cura l’abilità da usare, comprenderete i cooldown e li sfrutterete per concatenare la vostra rotazione di azioni personale (questo ancora, in pieno stile MMO!). Vi muoverete per schivare un attacco o disaggrare un nemico; sfrutterete la barra delle combo per rianimare un compagno caduto, piuttosto che per atterrare un nemico con un assalto di gruppo; o per avvisare un compagno di stare in guardia. Questo, quando avrete avuto una visione del futuro e saprete che sta per essere colpito.

Dopo una visione di Shulk, infatti, avrete circa 10 secondi per avvisare un compagno della mossa che un nemico sta per eseguire. E far compiere all’alleato, se possibile, una contromossa che modifichi gli eventi. Non sto scherzando, è davvero così. Ed è del tutto fedele al sistema di combattimento originale del 2010. Adesso capite quanto era avanti già allora? Così, mentre la trama si dipanerà sotto ai vostri occhi increduli, anche i tecnicismi del gameplay diventeranno meno intricati. Arriverà la soddisfazione. Una soddisfazione indicibile ogni qualvolta il trio da voi selezionato si rivelerà vincente per la sfida, o un attacco andato a segno concatenato con quello di un alleato abbatterà un colosso gigantesco. La soddisfazione che solo un piano ben studiato e un’esecuzione infallibile possono regalare.

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Questo qui, magari, lo affrontiamo più in là…

Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione – Risoluzione tecnica

Non spaventatevi ora: vi assicuro che tutto in Xenoblade Chronicles Definitive Edition è assolutamente chiaro e leggibile. E questo, letteralmente, anche grazie alla visuale con lo zoom aggiustabile sui personaggi; tanto nella world map, quanto durante le battaglie, che si svolgono in tempo reale all’interno di un cerchio invisibile nella stessa world map. Seguendo la tendenza moderna, le interfacce lasciano più spazio al panorama, al party e ai mostri che affrontiamo. Gli elementi più tecnici, necessari per giocare, come i cerchi che identificano il target, o i PV di ciascun membro del party, non occupano più la metà dello schermo, ma una sua minima porzione in alto a sinistra, in trasparenza.

Si tratta di migliorie molto importanti, dato che su Wii e 3DS il giocatore veniva spesso soffocato da una mole indicibile di informazioni, popup, riquadri e muri di testo. Mentre su Switch l’esperienza con Xenoblade 2 ha insegnato a Monolith come gestire uno schermo da 6 pollici. Così, anche in portatile, Xenoblade Chronicles Definitive Edition respira e fa respirare meglio il giocatore. La fluidità, pur se con numerosi nemici contemporaneamente attivi, è sempre granitica (verso la fine abbiamo avvertito qualche calo, ma eravamo DAVVERO accerchiati in maniera vergognosa). Inoltre, i nuovi modelli di nemici, alleati e NPC hanno trasformato ancora una volta il gargantuesco mondo nato su Bionis e Mechonis. Che su Switch è ancora vasto e imperscrutabile, ma più dettagliato e mobile, più vivo.

Xenoblade Chronicles Definitive Edition Recensione

Per questo, ci ha sorpreso non poco il fatto che che la notizia dell’esatta risoluzione di Xenoblade Chronicles Definitive Edition, spoilerata da un noto sito nei giorni scorsi, sia stata sufficiente a far partire una tempesta di commenti negativi. Tutti basati unicamente su un numero: 378. La risoluzione di Xenoblade Chronicles su Switch è la medesima di Xenoblade 2: dinamica e oscillante in docked tra 504p – 720p, e in portatile tra 378p – 504p, il tutto sempre a 30fps. Il che si nota, ma solo se lo volete davvero.

…e percezione complessiva

Se foste fan dei 300 fps, videogiocatori nati e cresciuti su PC sempre aggiornati all’ultimo componente, potreste notare la relativa povertà della risoluzione di questa remaster. Rimarrete scioccati da alcune texture lievemente sgranate, su cui il lavoro certosino di Monolith deve aver glissato. Forse per contenere la dimensione del gioco base, e dell’espansione, inclusa, Future Connected. Inorridirete, persino, accorgendovi che in portatile, durante le fasi di esplorazione più pesanti, in aree ricche di effetti di luce, sfondi dinamici e nemici, il popup dell’erba si fa evidentissimo.

Se questi tecnicismi vi preoccupano, insomma, posso capirvi, e non posso negarne l’esistenza. Ma se vi dicessi che la mia esperienza su Xenoblade Chronicles Definitive Edition è stata vissuta al 90% in portatile? Che la mia vista non ne ha risentito? Che non mangio nemmeno tantissime carote? Scherzi a parte, ritengo che ogni dato tecnico vada sempre contestualizzato e compreso come parte di un insieme di altri, che ne modificano radicalmente l’impatto. La percezione che abbiamo varia in base a fattori obiettivi come i dati tecnici di cui sopra, ma anche come la dimensione dello schermo. In portatile, quindi su uno schermo a 720p di 6 pollici, vi assicuriamo che la risoluzione vale solo come numero.

Grazie al lavoro di rifinitura delle texture di sfondo, ma soprattutto grazie al rifacimento totale (lo ripetiamo, è un elemento cardine) dei modelli di tutti i personaggi, sia su Switch che su Switch Lite è sempre garantito un colpo d’occhio eccezionale. Il mondo di Xenoblade Chronicles su Switch è radicalmente migliore sia rispetto alla versione Wii, che a quella 3DS. Pari, e a tratti persino superiore, a quello di Xenoblade 2. Dulcis in fundo, il gioco regala ancora, come prima più di prima, alcuni fra gli scorci più suggestivi del mondo videoludico. Preparate il tasto screenshoot della vostra Switch. In particolare di notte…

I numeri di Xenoblade Chronicles Definitive Edition

In definitiva, vi assicuro che quel 378p sbiadisce fino a sparire se confrontato con gli altri numeri di Xenoblade Chronicles Definitive Edition: il numero di missioni secondarie, tutte approfondite, coerenti con i personaggi che ce le affidano e con la zona in cui dobbiamo svolgerle; o la varietà di mostri nel bestiario, tutti caratterizzati e unici. Dato il level design magistrale di ogni zona, sono riuscito a perdermi senza annoiarmi. Scoprendo ogni volta qualcosa per cui valesse la pena aver spento la guida della mini-mappa. Si può comunque tenerla accesa, in modo da vedere indicato in giallo il percorso migliore per raggiungere il prossimo obiettivo-missione.

Quanto può davvero importare un 378 all’interno di un’esperienza mastodontica come quella offerta da uno dei migliori JRPG di sempre? Quando a far da contraltare c’è così tanto impegno nel tratteggiare in ogni sfumatura un ecosistema naturale, con tanto di differenziazioni giorno-notte? Un ecosistema figlio di un’art direction così peculiare e diversa dal solito, in cui possiamo godere, inoltre, di un gameplay tecnico, mai statico; di una storia profonda, matura, tradizionale eppure originale. Emozionante e lunga, lunghissima, mai tediosa. Quanta rilevanza può avere quel 378 confrontato con i milioni di momenti entusiasmanti che Xenoblade Chronicles Definitive Edition regala al giocatore amante dell’RPG? A voi che ci leggete, lasciamo la risposta, sapendo benissimo che, in fondo, non ne esiste una sbagliata.

Quando l’anima incontra il corpo

Ormai ne siamo più che certi: Xenoblade Chronicles Definitive Edition è un gioco la cui anima traboccante di emozioni ha trovato un corpo nella Nintendo Switch. Un corpo fatto di cutscene emozionanti che saranno nuove anche per i veterani del titolo, tanto sono diversi i volti e l’espressività dei personaggi. La nuova fisicità del titolo è costruita intorno allo svecchiamento dei menù, delle interfacce, che permettono di godere al massimo di ogni istante passato nel gioco. Quelli più statici, a preparare il miglior equip e a livellare le abilità dei personaggi. Quelli più dinamici, che ci impegnano in lotte dove un singolo livello di distanza fra noi e il nemico può fare la differenza. A meno di non voler attivare la modalità di gioco semplificata, per rendere più facili gli scontri (ma perdereste gran parte dell’engagement).

“Xenoblade Chronicles Definitive Edition ha raggiunto e superato la sua stessa leggenda.”

Lo abbiamo anticipato nell’anteprima, detto nell’intro di questa recensione, e lo ripetiamo ancora: Xenoblade Chronicles Definitive Edition si è raggiunto, e ha persino superato la sua stessa leggenda. Il JRPG di Monoloth Software rivive come un’esperienza completamente nuova su Nintendo Switch. Addirittura più lunga dell’originale, espansa da ciò che avviene ai personaggi un anno dopo la conclusione della trama principale, nell’appendice “Future Connected”. Future Connected è una dolcissima, gustosissima ciliegina, sulla torta multipiano e multistrato dell’universo Xenoblade. Ha persino un sistema di combattimento rivisto alla luce degli eventi della storia di Chronicles. Ma… lo avete notato? Non la abbiamo praticamente menzionata. Non ce ne è stato bisogno.

La remaster di Xenoblade Chronicles su Switch cammina con le proprie gambe. Le stesse, poderose gambe che l’hanno portata dal 2010 al 2020 come se niente fosse. Le gambe di Bionis, le gambe di Mechonis. Le gambe di un JRPG senza tempo e senza età: un gigante fra i grandi classici videoludici. Gambe che, ne siamo certi, continueranno a far avanzare in futuro questa remaster nella storia del videogioco, come uno dei migliori rifacimenti di uno dei migliori videogame della nostra generazione.

“Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose e più lontano di quanto vedessero questi ultimi; non perché la nostra vista sia più acuta, o la nostra altezza ci avvantaggi, ma perché siamo sostenuti e innalzati dalla statura dei giganti ai quali ci appoggiamo”
J. Verger e Pierre Riché

+ I nuovi modelli dei PG sono incredibili! Le cut-scene ringraziano
+ Ancora uno dei JRPG migliori di sempre, sia per storia che per gameplay
+ L’esperienza è molto più “leggibile” che in passato. Ma non meno difficile
+ Future Connected è completo e ben collegato con la trama principale
+ La colonna sonora è bellissima sia in originale che modificata (non ri-orchestrata!)

– E’ un JRPG vecchio stampo, quindi si grinda molto
– …ma alcune texture ambientali sono sottotono rispetto alle altre
– I puristi della risoluzione non hanno di che gioire

XENOBLADE CHRONICLES DEFINITIVE EDITION RECENSIONE / TESTATO SU NINTENDO SWITCH

VOTO 9