Il 6 Giugno 1972 usciva l’album-consacrazione di David Bowie, ” The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars“. Tra prestigiosi riconoscimenti, teorie del complotto e la creazione di un’immagine rimasta scolpita nei cuori e nelle menti dei fan, ripercorriamo la storia di questo gioiello musicale.
Ziggy Stardust – Una parabola aliena
A David Bowie è sempre piaciuto giocare con l’immagine ed il suo genio creativo unito ad gusto personale eccentrico hanno fatto sì che il suo nome rimandasse alla genesi di un intero genere musicale, il glam rock. Ziggy Stardust è solo uno degli alter ego con cui Bowie ha giocato durante la sua carriera, ma è il più amato dai fan e quello che ha marchiato a fuoco l’immagine di un Bowie alieno agli occhi del pubblico intero.
L’album non è un concept al 100% in quanto a stile musicale, perché la continuità di sound che porta a definire il glam rock arriva realmente con il successivo “Alladin Sane” (1973), ma gli undici brani hanno un filo rosso, raccontano una storia. É la parabola discendente di Ziggy Stardust (che dà nome anche ad uno dei brani del disco), un alieno dalla chioma fulva, quasi un dio, che arriva sulla Terra per salvare il genere umano dai loro comportamenti banali, se non proprio distruttivi, portando un messaggio di pace. Ma il contatto con i terrestri fa perdere elevatezza morale al salvatore, che si scopre corruttibile e prende, alla fine, gli stessi vizi della specie umana, come si ascolta nella confessione di “Rock’n’Roll Suicide” in chiusura dell’album.
Ad accompagnare il progetto ci sono stati la band che ha animato l’alter ego alieno, gli Spiders from Mars, ossia Mick Ronson alla chitarra, Trevor Bolder al basso e Mick Woodmansey alla batteria, ma soprattutto gli show tra il 1972 ed il 1973 che hanno fatto parlare di Ziggy Stardust quasi più come uno spettacolo teatrale di avanguardia che di un concept puramente musicale.
Alcune curiosità sull’album
Il disco è il quinto lavoro in studio di David Bowie, la creazione dell’alter ego è stata una mossa ad hoc data dall’intuizione dell’artista, che ha voluto costituire l’immagine di una star rock’n’roll fittizia ma credibile perché sapeva che il pubblico voleva esattamente questo.
Il disco è stato inserito al 35° posto tra i 500 migliori album da Rolling Stone ed è fra i 100 migliori album di tutti i tempi secondo il Time. Tra le varie cover della traccia “Ziggy Stardust” ricordiamo quella dei Bauhaus, sentore di quanto l’immagine glam di Bowie abbia influito sul gothic rock del decennio successivo.
Come per ogni personaggio di grande calibro, non mancano teorie del complotto nemmeno riguardo a David Bowie, ed una è collegata proprio a questo album. Pare che il Duca Bianco abbia infatti predetto il successo di Kanye West riferendosi a lui nella prima traccia di questo album, “Five Years” (e Kanye nasce esattamente cinque anni dopo, nel 1977). Inoltre, secondo i sostenitori di questa toeria, il cartello giallo sulla testa di Bowie nella copertina di Ziggy Stardust che reca la scritta “K.West” ne costituisce un riferimento ancora più palese.
Francesca Staropoli
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