Era il 10 Marzo 1977: James Elliot comunica al mondo la scoperta degli anelli di Urano. Una scoperta casuale, ma che ha permesso una più ampia conoscenza del Sistema Solare.
La scoperta casuale degli anelli di Urano

Esattamente 46 anni fa, attraverso un osservatorio mobile bordo di un aeroplano, un team della Cornell University, scopriva casualmente una delle più importanti informazioni del Sistema Solare.
Nel 1787 l’astronomo William Herschel ipotizzò la presenza di un anello attorno al pianeta. Ipotesi accantonata fino al 10 Marzo 1977, quando la casualità degli eventi portò alla scoperta degli Anelli di Urano.
James Elliott, Edward Dunham e Douglas Mink, decisero la notte del 10 marzo, di approfittare dell’occultazione della stella SAO 158687 da parte di Urano, per misurare il diametro e la composizione atmosferica del pianeta.
Tuttavia, gli astronomi si accorsero che la stella scomparve dalla vista cinque volte prima di essere coperta da Urano.
Arrivarono dunque a costatare la presenza di un sistema di anelli attorno ad Urano , confermando l’ipotesi che 190 anni prima (l’ipotesi di William Herschel), non poteva essere verificata.
Nella pura casualità degli eventi, quella notte si presentarono 6 di 13 anelli distinti, di cui 11 nel sistema interno e 2 in quello esterno.
I (quasi) invisibili anelli di Urano
Gli anelli sono formati da fili sottili di materiali oscuri, probabilmente polvere. Questo spiegherebbe la scarsa luminosità a differenza di Saturno, i cui anelli sono formati da ghiaccio.
Si ipotizzò che si potesse trattare di strati di gas concentrici, in particolare, scie di gas disseminate, lungo una decina di orbite distinte da minisatelliti non visibili.
Secondo questa ipotesi, il 10 marzo 1977 la stella non poteva essere vista per l’effetto di diffusione di questi gas: la luce era diffusa e deviata in direzioni differenti da quella di osservazione.
Si tratta di anelli dal debole potere riflettente, poiché non riflettono luce nello spettro del visibile, tanto da dover essere osservati con immagine termine per osservarne le peculiarità.
Sistema interno ed esterno degli anelli
Oltre ai 6 anelli principali, sono stati scoperti nel tempo altri anelli, per arrivare ad un totale di 13, divisi in due serie di anelli.
Quello interno, ovvero quello scoperto nel 1977, è costituito da undici anelli stretti e scuri. Tale sistema di anelli venne rilevato e fotografato dalla sonda spaziale Voyager 2 che passò nei pressi di Urano nel 1986.
Il sistema esterno, è invece composto di due anelli più distanti. Tale sistema venne scoperto dalle immagini acquisite dal telescopio spaziale Hubble tra il 2003 e il 2005. La scoperta di questi anelli esterni, raddoppiò il raggio del sistema.
Un pianeta ancora inesplorato
Si suppone che gli anelli di Urano si siano originati da resti di lune scontrate, antichi asteroidi catturati dalla gravità del pianeta, o da materiale risalente all’epoca della formazione stessa del Sistema Solare.
La spiegazione più valida, tuttavia, è che il materiale provenga da oggetti orbitanti distrutti dalle forze mareali.
Tuttavia, Urano rimane un pianeta ancora inesplorato. Il 31 ottobre 2021 è stato lanciato il James Webb Space Telescope, l’erede di Hubble, ma 100 volte più potente. Il telescopio, include tra gli obiettivi di ricerca anche la scoperta di informazioni aggiuntive su Urano.
Martina Capitani
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