Si inaugura a Parigi l’Esposizione universale, ideata per glorificare l’arrivo del XX secolo. A incantare i visitatori arrivano i nuovi prodigi della tecnica: l’elettricità e il cinematografo, appena inventato dai fratelli Lumière. Attorno alla Tour Eiffel si espande un’area di 112 ettari adibita a padiglioni monumentali che testimoniano la grandeur della Belle Époque.
In Place de la Concorde viene eretto un gigantesco varco d’ingresso nello stile eclettico dell’epoca, adorno di torri, statue e minareti. L’Esposizione nasce per stupire; i visitatori devono ammirare non solo i progressi della tecnica, ma anche la potenza della nazione ospitante. Accanto ai padiglioni delle diverse nazioni sorgono anche i cosiddetti “padiglioni coloniali”: repliche di moschee, templi buddisti e palazzi orientali ricordano al mondo la ricchezza della Francia d’oltremare. Cultura e politica si fondono nella propaganda di stampo imperiale della Repubblica francese.
I monumenti donati a Parigi
Alcune delle costruzioni ideate per l’Esposizione sono giunte fino a noi, parte integrante del panorama parigino: il ponte Alessandro III, eretto per simboleggiare l’alleanza franco-russa; il Grand Palais e il Petit Palais, preposti all’esposizione dei manufatti di “belle arti”; le grandi stazioni ferroviarie come la Gare d’Orsay, ora ristrutturata per ospitare il celeberrimo museo. I prodigi della nuova tecnica sono innumerevoli: oltre al cinema, fanno la loro comparsa il primo registratore magnetico, i motori diesel, le scale mobili e, curiosamente, le matrioske. Corona il tutto il nuovo stile artistico trionfante, l’Art Nouveau.
Ma sono le installazioni oggi scomparse a lasciare a bocca aperta. Vive nelle testimonianze dell’epoca lo stupore per il Palazzo dell’Ottica, sede del più grande telescopio rifrattore al mondo (60 metri di lunghezza); il Palazzo delle Illusioni, dove fulmini e superfici riflettenti ricreano uno scenario fantastico di illusioni ottiche che abbacinano il pubblico; il grandioso Palazzo dell’Elettricità, davanti al quale una fontana monumentale chiamata “il Castello d’Acqua” pompa centomila litri d’acqua al minuto, creando installazioni scenografiche e illuminando le notti parigine coi colori della nuova forza del secolo, il Progresso.
Davide Cossu
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