Il 25 Aprile 1945 fu una delle tante date storiche che cambiarono il mondo: difatti, questo giorno venne scelto per rappresentare la resa dei tedeschi in Italia e la Liberazione dal nazifascismo tramite le truppe partigiane.
Però, non soltanto i testi scolastici di storia ci hanno trasmesso l’enorme significato di questo importante momento del passato, ma persino i romanzi continuano a donare ai lettori la possibilità di immergersi nell’Italia degli anni ’40 e di capire cosa significhi lottare strenuamente per ottenere la propria libertà. In occasione della Giornata della Liberazione, ripercorriamo cinque libri che abbiano come fulcro il 25 Aprile.
25 Aprile 1945: “Una questione privata” e “Il sentiero dei nidi di ragno”
Tra i titoli simbolici della Liberazione spicca tutt’oggi il romanzo di Beppe Fenoglio, “Una questione privata“, opera pubblicata nel 1963 e divenuta un pilastro della letteratura neorealista italiana. In un connubio perfetto di guerra e amore, Fenoglio racconta la resistenza partigiana durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e, allo stesso tempo, la continua ricerca da parte di Milton, il protagonista, di Giorgio e Fulvia, rispettivamente il suo amico e la sua amata.
Ma “Una questione privata” non è la sola storia che riesce a descrivere perfettamente il difficile e caotico periodo del secondo conflitto mondiale, poiché anche “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino fu considerato un libro assolutamente innovativo ed incredibile. Pubblicato nel 1947 e primo romanzo dell’autore, “Il sentiero dei nidi di ragno” narra la storia di Pin, bambino di 10 anni, costretto a passare dai giochi dell’infanzia alla rappresaglia della resistenza partigiana, scoprendo così un mondo fatto di violenza e lotta per la sopravvivenza.
La Liberazione vista dagli occhi di Renata Viganò e Giorgio Bocca
Sempre nel filone neorealista, evocativo è anche “L’Agnese va a morire”, testo pubblicato nel 1949 da Renata Viganò che riprende in maniera autobiografica la storia della propria resistenza nelle file dei partigiani. Ambientato nelle Valli di Comacchio, negli otto mesi immediatamente precedenti al 25 Aprile, il libro parla della storia di Agnese, lavandaia di mezza età, che perde il marito a causa dei nazisti e decide, successivamente, di unirsi alla resistenza divenendo la “mamma” dei partigiani.
Insieme alla Viganò, pure Giorgio Bocca ha smosso il mondo dell’editoria con il suo “Partigiani della montagna”, dato alla luce nel 1945 e considerato un libro di forte impatto verso il pubblico. Dopo la fine del conflitto più sanguinoso della storia, un giornalista ripercorre in prima persona gli anni di coraggio affrontati da tutto il popolo italiano, il quale è riuscito a riscattarsi agli occhi del mondo intero grazie alla sua magnifica tenacia.
Il 25 Aprile con Aldo Cazzullo e il suo “Possa servire il mio sangue”
Per ultimo, ma non da meno, bisogna assolutamente citare Aldo Cazzullo con “Possa servire il mio sangue”. In questo romanzo, Cazzullo è riuscito a gridare al mondo che la Resistenza non è stata solo un “movimento di sinistra” e che i partigiani non sono stati semplicemente dei “violenti assassini”, sottolineando quanto la Liberazione sia tutt’oggi un patrimonio non di un movimento, ma di un’intera nazione.
Cinque romanzi diversi con stili di scrittura accattivanti e storie importanti, le quali dovevano essere raccontate a qualsiasi costo per far rivivere ai lettori il sentore delle bombe, dell’artiglieria nemica e quella voglia imprescindibile di libertà che, oggi come oggi, non è per niente scontata.
Monica Blesi
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