La sua è una delle voci più apprezzate del panorama musicale mondiale. Anastacia è riuscita a imporsi sulla scena internazionale grazie al suo timbro graffiante che viaggia dal soul al rock con estrema armonia e precisione. Tante le collaborazioni nel corso della sua carriera e tanti i tour in giro per il mondo.

L’ultimo album, pubblicato nel 2017, è un inno alla voglia di rinascere e ricominciare. Ambizione primaria dell’artista che, negli ultimi anni, ha dovuto fronteggiare e combattere contro una grave malattia.

Anastacia, gli albori e la voce possente

Anastacia

Anastacia nasce a Chicago, nell’Illinois, il 17 settembre del 1968 e le sue prime esperienze musicali iniziano nei club della dance newyorkese. Dopo un primo periodo passato a ballare all’interno di videoclip musicali, viene notata per la sua potente e carismatica voce. Soprannominata da subito come “la bianca dalla voce nera” proprio grazie all’estensione vocale e alla capacità di toccare note molto gravi e molto acute, caratteristica tipica delle cantanti afroamericane. Per questo motivo, Anastacia, è stata più volte paragonata ad artiste del calibro di Tina Turner e Aretha Franklin.

Il suo primo disco, Not That Kind, viene pubblicato nel 2000 dopo la partecipazione a un programma tv che la fa conoscere al grande pubblico. Il primo singolo, di grande successo è I’m outta love. La sua voce inizia a fare il giro del mondo e a raccogliere consensi in ogni angolo del pianeta, arrivando a vendere oltre le 5 milioni di copie. Raggiunge il meritato clamore e diventa icona musicale e di stile, grazie al look moderno e alla voce magnetica e innovativa che coinvolge, al suo interno, il pop, la dance e il rock.

Freak of Nature e Anastacia: l’esplosione del successo

La conferma della svolta musicale arriva con il secondo album, Freak of Nature, nel 2001, che doppia nelle vendite la prima pubblicazione e pone Anastacia nell’Olimpo delle dee musicali. Il singolo di maggior successo è Paid My Dues, diventato hit a livello mondiale. In particolare, in Italia raggiunse la numero uno delle classifiche musicali e diventò un grande tormento grazie all’utilizzo del ritornello come colonna sonora degli spot della compagnia telefonica Omnitel. Dopo una pausa dovuto a problemi di saluto e a un delicato intervento, Anastacia torna nel 2004 in grande stile con il suo terzo album, Anastacia.

Il brano più importante è Left Outside Alone e, anche in questo caso, conquista le vette delle classifiche mondiali. Per l’artista americana viene clonato anche un nuovo termine che definisce il suo stile musicale: lo “SPRock“. Questo racchiude al suo interno un mix di soul, pop e rock. Il secondo singolo dell’album è Sick and tired che, sulla scia del primo successo, viene accolto con grande favore da parte di pubblico e critica. Entrambi i brani entrano nella top 20 dei brani più venduti del 2004.

Le collaborazioni, la malattia e la rinascita

Dopo anni di successi e all’apice della sua carriera, Anastacia viene chiamata a duettare con Eros Ramazzotti nella canzone I Belong to You (Il ritmo della passione). Il brano divenne una hit mondiale ed è, ancora oggi, definita come una delle più belle canzoni d’amore. In seguito alla popolarità ottenuta, Anastacia decide di prendersi una pausa e dedicarsi alla sua vita privata. Dopo 4 anni, nel 2008 pubblica un nuovo disco, Heavy Rotation, che non riesce a raggiungere i successi precedenti, nonostante il singolo I Can Feel You riscuota molto favore in Italia.

Erose Ramazzotti ft. Anastacia – I Belong to You (Il ritmo della passione) (Videoclip ufficiale 2005)

Nel 2013, a causa di un ritorno del tumore al seno, è costretta ad annullare tutte le date del tour. Dopo un lungo e invalidante periodo di malattia, l’artista ritorna sulle scene nel 2014 più forte e tenace che mai. Il nuovo singolo è Stupid Little Things e anticipa l’uscita del nuovo album che getta le basi della sua rinascita, musicale e personale, Resurrection. Successivamente torna live con un tour mondiale che ripercorre tutta la sua carriera e nel 2017 pubblica il suo settimo album in studio, Evolution.

Mentre componevo le canzoni ero influenzata dalle melodie. Ho una sequenza di suoni o certe sensazioni in mente che mi ispirano il ritornello. Mi immergo nel mio piccolo mondo e dimentico tutto ciò che c’è attorno a me. Mi metto le cuffie e mi focalizzo solo sulla musica. È accaduto che entrassi in un bar deserto e la prima volta che ho alzato la testa erano passate ore e il locale era pieno.

A cura di Maria Zanghì

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