Nel 2005 Michele Placido riunisce in Romanzo Criminale alcuni dei più noti attori della scena romana. Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Antonello Fassari e Jasmine Trinca sono quindi protagonisti di un’importante produzione italiana che vede anche la partecipazione di Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio e Anna Mouglalis.
Vincitore di 5 Nastri d’Argento e 8 David di Donatello, e successo al botteghino, questo film è spesso considerato l’opera più completa del regista. Adattamento dell’omonimo libro scritto dal giudice Giancarlo de Cataldo, che figura anche in un cameo, racconta in due ore e trenta di girato (e ben 174 minuti nella versione integrale) la storia romanzata della Banda della Magliana.
“Romanzo criminale”, la trama
Fine degli anni sessanta. Quattro ragazzini commettono il loro primo crimine in una Roma di periferia. Una volta cresciuti, sono questi stessi ragazzini a costituire il nucleo della prima organizzazione criminale in una città ancora “senza padroni”. Intorno al Libanese, soprannome del loro primo leader, si raccoglie quindi una rete di coloriti burattinai della malavita della città. E dell’Italia.
Narrando la storia della banda, Romanzo Criminale racconta e reinterpreta, infatti, anche quella del Paese. Dal sequestro del Duca Grazioli, una banda sempre più potente arriva a intrecciare i suoi interessi con quelli della mafia e della destra eversiva. E ad avere un ruolo nel sequestro di Aldo Moro, per poi essere una silenziosa parte attiva anche nella terribile strage di Bologna, il 2 agosto del 1980.
Dal 2008 al 2010, la serie tv
In tempi lunghi, ma pur sempre brevi per raccontare due importantissimi decenni della storia del nostro paese, Romanzo Criminale condensa quindi numerosi eventi. Lo stesso ha fatto, ma con un ritmo più lento, la fortunata serie tv omonima. Ideata e diretta da Stefano Sollima, con Michele Placido come consulente artistico, la serie è stata trasmessa dal 2008 al 2010.
Due opere diverse, ma complementari. Se la serie tv consente infatti di conoscere meglio i personaggi, e assaporare i forti legami che quelli intessono, il film ci dà uno scorcio. Uno scorcio su un periodo importante, crudo, sanguinoso. E lo fa permettendoci di guardarlo da una prospettiva diversa, donando a dei personaggi spietati lo spessore psicologico e storico che dovettero avere anche nella realtà.
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Manuela Famà