Stasera in tv: Blue Jasmine. Woody Allen rende omaggio all’amato e più volte citato Tennessee Williams ed il superbo dramma A Streetcar Named Desire (Un tram che si chiama Desiderio 1947). Come una Blanche Dubois dei nostri giorni, Jasmine è una donna distrutta dai nervi, intrappolata nel passato e incapace di fare i conti con la realtà. La sua prigione esistenziale è messa in scena da una catena ossessiva di ricordi in flash-back e di personaggi “fantasmi”, che la rimandano al passato. Al contempo, la fotografia dorata di Javier Aguirresarobe Zubía (Vicky Cristina Barcelona) la immerge in un bagno di luce, che è evasione dalla realtà. Come in Tutti dicono I love you, Woody Allen sbeffeggia il personaggio della ricca viziata, completamente avulsa dalle dinamiche sociali; una vernice di commedia che lascia il tono tragico in implicito. Cast stellare ed una Cate Blanchett buffa e toccante, surreale ed isterica, meritato Oscar nel 2014.
La ricca newyorkese Jasmine (Cate Blanchett) si stabilisce a San Francisco, nella casa della sorella adottiva Ginger (Sally Hawkins), avendo perso ogni bene materiale. La polizia ha infatti arrestato il truffaldino marito Hal (Alec Baldwin), sequestrandone ogni proprietà. Di conseguenza, la viziata Jasmine, che non ha mai lavorato in vita sua, non sa come sostenersi. Difficile, per la pretenziosa protagonista, adattarsi al semplice stile di vita della sorella Ginger e del suo volgarotto fidanzato Chili (Bobby Cannavale); o di apprezzare l’inelegante dentista Dr Flicker (Michael Stuhlbarg), che la corteggia a colpi di complimenti sessuali. Difficile non cedere alla tentazione dei ricordi di una vita dorata, all’ossessione della perdita e alle crisi di panico che ne conseguono. Jasmine è però determinata a reinventarsi ed incontra perfino un perfetto Principe Azzurro.
Intrappolata nel passato
Dal momento in cui la squattrinata Jasmine sbarca in prima classe a San Francisco, il suo percorso di adattamento e reinvenzione non sarà certo facile. La donna era una principessa di Park Avenue, la sua vita mondana fatta esclusivamente di feste e ricevimenti. “E’ un lavoro duro “si lamenta all’arrivo della sorella in visita a New York. A quel tempo Jasmine, ancora ricca, cerca di sbarazzarsi della scomoda intrusa, inviandola in Limousine a giro per Manhattan ”Domani mi prendo sicuramente un giorno di ferie. Sto trascurando tutto: il mio yoga, il mio pilates…”. Alla precedente vita dorata va, del resto, il pensiero ossessivo di una protagonista sospesa tra il presente ed un passato che la intrappola, rimandandola continuamente alla dimensione del ricordo. La narrazione tende allora ad un uso massiccio dei flash-back newyorkesi, che si intrecciano con tale facilità e frequenza con la nuova esistenza a S.Francisco, da creare una confusione ed un ambiguo effetto di continuità .
Complice di questo effetto è un gioco di armonizzazione nella fotografia e nella scenografia, i cui gialli, ori e verdi dominano sempre gli ambienti, tra presente e passato, tra San Francisco e New York. Favorendo la confusione estetica e la conseguente percezione dei due piani temporali, questi, suggerisce la regia di Allen, tendono così ad annullarsi. La prigione del passato è una prigione della mente, ed in quanto tale, vive e si alimenta sia nel presente che nelle speranze del futuro. Inoltre, come Blanche Dubois, Jasmine sente nella testa le musiche di frammenti di vita andati, ed il suono favorisce ancora una volta la sovrapposizione temporale. Il suo viaggio nella memoria è talmente avvolgente, da riproiettarla nelle scene del proprio vissuto, che ella ricrea attraverso dialoghi immaginari.
Stasera in tv: Blue Jasmine, tra sogni svaniti e omaggi a Tennesee Williams
Il monologo è un altro elemento caratteristico di un personaggio che rifiuta di imbattersi nella realtà, ed il cui mondo ideale può essere ricreato solamente parlandosi addosso, con risultati a volte grotteschi. All’inizio del film, Jasmine racconta la lunga storia del proprio matrimonio, con tanto di dettagli sessuali, ad una tetanizzata ottantatenne, la quale, alla prima occasione, scappa a gambe levate. La protagonista, che, ironicamente, aveva studiato per diventare antropologa ed analizzare gli altri, ha lo sguardo completamente rivolto a sé stessa ed ai propri drammi interiori.
“Blue Jasmine è un fiore che prende vita dopo che fa notte” afferma, non senza vanità, la travagliata donna, spiegando il proprio nome. Doppio omaggio a Tennessee Williams, nel riferimento al gelsomino di Un tram chiamato desiderio (Blanche afferma che Stanley Kowalski non è il tipo che ama il profumo del gelsomino, per sottolineare la sua mancanza di raffinatezza); ed al soprannome Blue Rose(s) del personaggio Laura Wingfield de Lo zoo di vetro, puro, malinconico ed imprigionato anch’esso nell’immaginazione. L’idea di un fiore che si schiude nella notte è richiamo esotico al mondo del sogno. Esso è dunque antitetico al Ginger, lo zenzero del nome della sorella, il quale, essendo una radice, la àncora inesorabilmente a terra. Il mondo di Jasmine è quindi per lo più immaginario; il funzionamento nella società richiede una presa di coscienza della realtà e dei propri limiti, che la protagonista non è pronta ad affrontare.
La vita come immaginazione e il tema della farsa
La regia dematerializza la realtà attraverso una fotografia che è un continuo bagno di luce. Nello stesso senso, i personaggi del presente non fanno che parlare continuamente e ossessivamente dei crimini di Hal e dei suoi errori. Essi si atteggiano quasi a fantasmi della memoria, contribuendo ad un’ambigua sospensione tra presente e passato, che vanifica la vita attuale.
Se la vita è un volo dell’immaginazione, tanto vale vedere solo ciò che vogliamo credere, e, perché no, cercare di promuoverlo agli altri. “Un traditore è un traditore” dice Jasmine del marito imbroglione ed infedele. Ella dimentica però di rivelare che lei è stessa ha tradito i segreti finanziari del consorte, facendolo arrestare per puro spirito di vendetta. Del resto, perché andare nelle sottigliezze, quando basta fare due corsi di design online per affermare di essere una decoratrice di interni? Jasmine mente agli altri, ma più tragicamente e fatalmente, a sé stessa, ignorando per tutta la sua vita, le attività losche del consorte. Realtà che, in una Manhattan labirintica, dagli incontri fortuiti e la socialità estrema, sono sotto gli occhi di tutti, tranne che lei. Stasera in tv: Blue Jasmine, alle 21.00.
Sara Livrieri
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