Poesie e primavera: la stagione idilliaca a cui si sono ispirati artisti e poeti è ormai giunta. Nello spazio dedicato alla Letteratura per l’Infanzia, alcuni componimenti per celebrare la natura, il risveglio e i suoi colori.
Poesie e Primavera: tre poesie d’autore
Le vecchie antologie pullulavano di meravigliosi versi dedicati a ogni periodo dell’anno. Le poesie a primavera, così come le strofe dedicate alla Pasqua, erano impartite dalle insegnanti del tempo. Ma quali sono le poesie d’autore sulla bella stagione da rileggere assolutamente? Ecco la triade scelta:
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ’l grano che non è biondo ancora
e non è verde.[…]
Questi primi versi appartengono a La sera Fiesolana di Gabriele D’Annunzio: il componimento simboleggiante, per eccellenza, il culmine delle poesie d’autore sulla primavera. La musicalità delle parole descrive la totale immersione di D’Annunzio nella natura: si intravede nei versi il tipico panismo Vate.
La descrizione della pioggia che imperla con i suoi scrosci leggeri i vari tipi di alberi, il suono che ne deriva da ogni collisione tenue e quel verso, emblema di tutto: il grano non è biondo ancora, ma neanche verde.
Poesie e Primavera: Vincenzo Cardarelli e Cesare Pavese
Vincenzo Cardarelli, il poeta dall’animo aulico la cui poesia fu interamente permeata dal ricordo della mancanza della madre e dalla malinconia. Tuttavia, nelle sue produzioni, si dedicò spesso alle stagioni, ai mesi, al fluire del tempo. Primavera è una delle sue poesie più note:
Oggi la primavera
é un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi:
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce:
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d’umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.
Un componimento la cui descrizione si riflette nel rigoglio verdeggiante della stagione che ritorna: la primavera cos’è per Cardarelli? Un vino effervescente che spumeggia, la potenza della rinascita è ovunque; anche nelle città gli umori campestri sono più che mai vividi, segno che la bella stagione tutto investe con la sua potenza e il suo carisma: ebbra, energica, in potenza. Un’ultima poesia d’autore sulla primavera, è quella di Cesare Pavese:
Io sono Marzo che vengo col vento
col sole e l’acqua e nessuno contento;
vo’ pellegrino in digiuno e preghiera
cercando invano la Primavera.
Di grandi Santi m’adorno e mi glorio:
Tommaso il sette e poi il grande Gregorio;
con Benedetto la rondin tornata
saluta e canta la Santa Annunziata.
Primavera
Sarà un volto chiaro.
S’apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra….
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
Io sono marzo è una poesia di Cesare Pavese, seppur lontana dallo stile del noto autore de La bella estate. Versi allegri e spensierati che si riferiscono, come nei due componimenti precedenti, al sopraggiungere della stagione della mitezza che tutto investe con la sua potenza: il sole, i fiori che coloreranno gli angoli delle città e dellefontane, il trafiletto di grandi Santi che ricadono proprio in marzo e annunciano l‘Equinozio Primaverile.
Filastrocche sulla primavera: dalle poesia d’autore ai componimenti per bambini
Impossibile non citare Gianni Rodari quando si parla di componimenti per bambini. Di seguito, Filastrocca di Primavera:
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
Versi semplici, adatti ai piccoli lettori, in cui il noto pedagogista descrive lo sbocciare della prima viola: un’allegoria, un simbolo, una tacita ammissione di un inverno ormai alle porte. Si procede con Renzo Pezzani, Io son la primavera, il prolifico poeta concentrato sul mondo dell’infanzia e sull’importanza della poesia come strumento educativo:
Lucciole belle venite a me:
son principessa, son figlia del re.
Ho trecce d’oro filato fino,
ho un usignolo che canta sul pino,
una corona di nidi alle gronde,
una cascata di glicini bionde,
un rivo garrulo, limido, fresco,
fiori di mandorlo, fiori di pesco.
Ho veste verde di vento cucita,
tutta di piccoli fiori fiorita:
occhi di stelle nel viso sereno,
dolce profumo di viole e di fieno,
e, per il sonno dei bimbi tranquilli,
la ninna nanna felice dei grilli.
Come descrivere a un bambino la primavera, se non con un componimento simile in cui linguaggio aulico, allitterazioni, semplicità e musicalità si mescolano al contempo, creando immagini così vivide? Pezzani, con minuzia, elenca ogni particolare tipico della mite stagione: dall’arrivo delle lucciole, ai glicini, al dolce e stridulo frinire dei grilli, usuale melodia delle sere primaverili. Si conclude con Roberto Piumini, autore di filastrocche e narrativa per l’infanzia. Con E’ primavera, anche qui, si ha il travolgere potente del risveglio:
Quando la terra
è giovane e fresca,
quando la testa
è piena di festa,
quando la terra
splende contenta,
quando di erba odora il vento,
quando di menta
profuma la sera
è Primavera
Stella Grillo
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