Domenica è il giorno perfetto per far uscire una nuova recensione per la rubrica Letture Coraggiose. Edito da Mondadori, oggi in tutti gli store digitali e nelle vostre librerie di fiducia potete trovare il romanzo di esordio di Emma Stonex: I guardiani del faro.
Le scorse settimane abbiamo parlato de “La stagione più crudele“, romanzo d’esordio di Chiara Deiana e de “La donna orso“, il nuovo libro di Karolina Ramqvist. Nei link trovate le recensioni e le interviste alle autrici.
Trama:
Cornovaglia, Inghilterra, fine dell’anno 1972. Una barca approda al faro dello Scoglio della Fanciulla, un isolotto remoto a miglia di distanza dalla costa, per dare il cambio ai custodi. Il primo guardiano Arthur Black, il primo assistente William “Bill” Walker e il secondo assistente Vincent Bourne sono svaniti nel nulla.
La porta d’ingresso del faro è chiusa dall’interno. Gli orologi in soggiorno e in cucina sono fermi alle 8,45. La tavola è preparata per un pasto che non è mai stato consumato. E la torre è vuota. Il registro meteorologico del capo dei guardiani descrive una tempesta che infuria intorno all’isola, ma il cielo è stato sereno per tutta la settimana.
Cos’è successo ai tre uomini? Il mare agitato sussurra i loro nomi. La marea si muove, annegando i fantasmi. E fuori dalle onde, come un dito di luce, la torre graffiata dal sale si erge solitaria e magnifica. I loro segreti potranno mai essere recuperati dalle onde? (dallo store Mondadori)
Recensione: I guardiani del faro
I guardiani del faro è un libro d’esordio e in quanto tale non mi sarei aspettata di perdermi nelle sue pagine con tanta facilità. Credevo, come è capitato con il romanzo d’esordio di Camilla Boniardi, in arte Camihawke (del quale ho scritto una recensione sincera), di dover faticare qualche decina di pagine prima di entrare nell’opera. Ma I guardiani del faro è un racconto che fin da subito ti afferra e ti spinge la testa sotto l’acqua.
“Non c’è alcun posto dove nascondersi in un faro, il punto è quello. Ogni ambiente, dal primo all’ultimo livello, è percorribile con due passi fino al tubo al centro e due passi verso l’altro alto”.
Dopo un ricerca breve, adeguata allo spazio di un faro, i marinai decretano che i tre guardiano sono spariti. Si può semplicemente sparire? Emma Stonex, con questo romanzo, pone la domanda a noi lettori, dopo averci pensato lei stessa per anni e anni, affascinata dai fari e dal mistero del faro delle isole Flannan. Perché il mistero del faro scozzese è affascinante quanto inquietante e reale: degli ultimi giorni dei guardiani, scomparsi tra il 15 e il 26 dicembre del 1900, rimangono solo alcune pagine di diario nelle quali si legge del peggioramento della tempesta e dello stato mentale degli uomini all’interno del faro.
Il climax della follia
Il faro è un luogo remoto, IL luogo remoto per eccellenza: conficcato nella roccia, un pilone bianco e stretto svetta nel mare, circondato da onde e nebbia. La vita all’interno del faro è pacata e tesa allo stesso tempo. I primi giorni è il senso di disagio a prevalere, ma con il passare del tempo il faro diventa ammaliante quanto una creatura marina. La Fanciulla è seducente e la sua luce è accogliente come la voce di una sirena: bella ma ingannatrice.
Nel romanzo i giorni sono scanditi dalle pagine dei diari dei tre guardiani, alcuni lucidi, altri pervasi dall’ansia della tempesta, altri ancora sono incomprensibili trascrizioni della follia umana.
Casa, quella sulla terra ferma, quindi non vuol dire solamente ritrovare la propria famiglia, ma anche ritrovare la propria sanità mentale. Il faro, con la sua luce scandita a tempo, riesce a richiamare i guardiani anche quando sono lontani. Ma casa vuol dire anche affrontare le donne presenti nella propria vita. Perché il faro dello Scoglio della Fanciulla è l’amante segreto dei guardiani e le donne lo sanno.
Ne I guardiani del faro Stonex riesce a penetrare nella mente dei suoi protagonisti e a motivarne le azioni in modo chiaro e senza muri. Arthur, Bill e Vincent, che per un motivo o per un altro hanno deciso di intraprendere la vita del guardiano del faro, attendono una tempesta e la lunga attesa è sfiancante e alienante anche per il lettore. Ma saranno una serie di eventi strani a destare maggiore preoccupazione nei guardiani. E noi con loro, in un crescendo di aspettative, cercheremo di capire cosa non va in quel (maledetto) faro.
Il lettore conosce il destino dei tre guardiani e così ogni dettaglio, ogni parola strana è capace di alimentare l’immaginazione. Come sono scomparsi i guardiani non ci è dato saperlo fino alle ultime pagine e non mi sarei mai aspettata un finale simile, dominato da un’agghiacciante follia.
I segreti dei guardiani del faro
Ogni uomo e donna in questa storia ha un segreto da mantenere o una bugia bianca da propinare. Tanto i tre uomini al faro, quanto le loro compagne sulla terra ferma. Il romanzo gioca su due tempi diversi (il 1972 e il 1992) e su due luoghi diversi (la terra ferma e il faro) in un intreccio di confessioni, testimonianze e interrogatori della polizia. La struttura della storia è stata ricombinata per avere l’aspetto di un muro caricato di foto e fatti collegati tra loro da una rete di fili rossi.
Lo scrittore Dan Sharp, che nel romanzo cerca di ricostruire i fatti, non è il protagonista o il narratore, è invisibile dietro i frammenti di vita dei sei protagonisti e non ne conosce i segreti. Tra questi c’è quel segreto ingombrante che segnerà la fine dei tre uomini.
Il ruolo delle donne
Le donne in questo libro sono il motore della vicenda: tutto avviene per colpa delle donne che colpe non ne hanno. Cercare di spiegare questa frase senza fare uno spoiler è molto difficile, ma proviamo.
Ne I Guardiani del faro Emma Stonex muove una critica nei confronti delle donne che non creano un legame di sorellanza. Nessuno sarebbe scomparso se le donne di questa storia, Helen, Jenny e Michelle, avessero parlato tra di loro. Serve l’arrivo di un intermediario, lo scrittore, affinché le donne, dopo vent’anni, si decidano ad ascoltarsi.
Allo stesso tempo Stonex, grazie alla struttura a capitoli dedicata di volta di volta a un personaggio, ci mostra i meccanismi di difesa che ognuna di loro ha adottato dopo la scomparsa (alcune di loro la chiamano “morte”) dei compagni di vita.
La scomparsa dei guardiani segna un taglio netto tra un prima felice e un dopo doloroso nel quale si sono perse fino a diventare invisibili, “scomparse” a loro volta. Solo nel finale, dopo anni di risentimento, le donne si ritrovano e si abbracciano. Quel momento di unione tra donne segna l’inizio del continuo della loro vita.
Vi invitiamo a leggere gli scorsi episodi di #LettureCoraggiose. Le scorse settimane abbiamo parlato de “La stagione più crudele“, romanzo d’esordio di Chiara Deiana, di “Benedetto sia il padre“, il nuovo libro di Rosa Ventrella e “La donna orso” di Karolina Ramqvist. Nei link trovate le recensioni e le interviste alle autrici. Per non perdervi le nuove uscite di #LettureCoraggiose seguiteci su:
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Articolo di Giorgia Bonamoneta.