Negli ultimi giorni il prezzo del gas era aumentato in tutti i paesi del mondo. È bastata una dichiarazione di Vladimir Putin per raffreddarli. Il presidente della Russia ha annunciato che Gazprom fornirà gas oltre gli obblighi contrattuali: oltre 40 miliardi di metri cubi passeranno dall’Ucraina.
L’aumento del prezzo del gas: Putin parla degli errori dell’Europa
I contratti del gas erano in crescita di quasi il 40% a 4 sterline per therm, mentre il 2021 era cominciato con 50 pence. Il mercato ha invertito la rotta dopo le dichiarazioni del Presidente della Russia Vladimir Putin. Come riporta agi.it, in pochi minuti il prezzo del contratto è sceso a 2,87 sterline.
“I nostri obblighi di contratto per le forniture attraverso il sistema di trasporto del gas ucraino sono 40 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Gazprom ha aumentato queste forniture, questo pompaggio, per essere più precisi, di oltre l’8%. E possiamo dire con fiducia che supereremo i nostri obblighi contrattuali di forniture di gas attraverso il territorio dell’Ucraina”.
Le dichiarazioni di Putin
Nel suo discorso, il presidente ha criticato la strategia europea, che è anche la causa dell’impennata dei prezzi. Secondo Putin, l’Europa non ha sottoscritto sufficienti contratti a lungo temine con la Russia. L’aumento dei prezzi non è altro che il risultato della battaglia globale per accaparrarsi le forniture di combustibile necessarie a sostenere la crescente domanda nel post-pandemia. Stessa cosa per il petrolio, il cui prezzo è schizzato ai massimi dal 2014. Dall’inizio dell’anno, la quotazione dell’oro nero è balzata oltre il 50%. A questo si aggiungono pressioni inflazionistiche.
Il ruolo dell’Opec+ e degli Usa
Nonostante la richiesta e le sollecitazioni anche da parte del Presidente Joe Biden, l’Opec+ non ha ancora accelerato la produzione. L’intero Occidente rimane quindi con il fiato sospeso.
L’aumento dei prezzi di petrolio preoccupa fortemente gli Usa, visto che la loro economia si basa sul trasporto di merci e di persone. Il rischio è anche politico, perché se gli elettori sono esasperati a causa dei prezzi in crescita, i democratici potrebbero perdere il controllo del Congresso nelle elezioni mid-term previste per l’anno prossimo. Questo avrebbe delle ripercussioni devastanti su tutta la politica di Biden e avrebbe un impatto anche sui piani per contenere il surriscaldamento globale. A Washington ci sono dunque due atteggiamenti contrastati. Da un lato l’amministrazione Biden ha messo al centro la lotta al cambiamento climatico; ma dall’altro è consapevole che quello che interessa ai cittadini è l’impatto che tali misure hanno sulle loro tasche.
Nella discussione è intervenuta Jennifer Granholm, Segretaria all’Energia degli Stati Uniti d’America. La segretaria ha affermato che Washington è pronta a sbloccare le riserve energetiche di petrolio per calmierare l’aumento del prezzo. “Tutti gli strumenti sono sul tavolo”, per cercare una soluzione. In un paese come gli USA, in cui i repubblicani credono che i cambiamenti climatici siano una fake news, è impensabile inserire una carbon tax. La carbon tax aumenterebbe le accise sui carburanti per disincentivarne il consumo.
L’Europa e la transizione green
Anche l’Europa è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici e nella transizione ecologica. E in questo l’Europa potrebbe rimanere bloccata. L’aumento dei prezzi dell’energia sta pesando molto su cittadini e imprese. Una transizione ecologica troppo rapida rischierebbe di far diventare le fonti rinnovabili oggetto di impopolarità e di non creare un reale consenso alla transizione.
Putin ha quindi scelto di fare un passo in avanti e di dichiarare che aumenterà la fornitura di gas per l’Europa. La situazione rimane comunque una questione di geopolitica, perché l’aumento della fornitura di gas dalla Russia per l’Europa passerebbe per il nuovo condotto Nord Stream 2. Questo condotto unisce le coste settentrionali di Russia e Germania.
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