Non si può certo dire che Charles Spencer Chaplin (Londra, 1988) non abbia lo spettacolo nel sangue. Figlio di Charles, volto londinese del music-hall e del varietà, e della cantante Hannah Hall, respira a pieni polmoni l’aria dell’intrattenimento fin dalla più tenera età.

A cinque anni fa il proprio esordio sul palco durante un’esibizione della madre. Ma off stage i lustrini e le luci di scena per Charles e il fratellastro Sydney assumono sfumature decisamente più oscure. Il divorzio dei genitori e l’aggravarsi dei problemi mentali della madre, poi rinchiusa in manicomio, significa per i due bambini l’inizio di una lunga odissea.

Charlie Chaplin: l’infanzia dickensiana

Sostanzialmente orfani, i due vengono rimbalzati da una workhouse – istituzioni statali dedite al sostentamento di poveri e infermi – all’altra e vengono ospitati da diversi orfanotrofi. A Charles restano solo due carte in mano: la sua naturale predisposizione all’intrattenimento e alcuni contatti della madre nello show business. A nemmeno dieci anni entra così a far parte degli Eight Lancashire Lads, una formazione di clog-dancers. La clog dance è una forma di intrattenimento tipica del nord dell’Inghilterra e del Galles, costruita attorno alle clog, calzature di pelle con la suola in legno il cui caratteristico suono al contatto con il terreno permette di creare ritmi sincopati ad accompagnare le coreografie. La clog dance ha un discreto successo locale sul finire del secolo, e i nostri in tour girano l’UK in lungo e in largo.

Due anni dopo ottiene una piccola parte nell’adattamento teatrale in quattro atti  dello Sherlock Holmes di Artur Conan Doyle interpretato da William Gillette e scritta dall’attore con lo stesso Doyle. Dopo una trionfale tournée di due anni nei teatri newyorchesi, la pièce attraversa l’Atlantico per venire riproposta negli UK. Durante le date londinesi, Charles Chaplin viene ingaggiato per interpretare la parte di uno strillone. Appena più tardi si aggrega al Casey’s Court Circus, dove collabora allo spettacolo di vaudeville.

Charles Chaplin: Il governatore, la Fun Factory e la tournèe negli USA

La prima, vera svolta è dietro l’angolo. Su raccomandazione del fratello Sydney entra a far parte della Fun Factory, compagnia itinerante fondata da quello che è considerato il padre di tutti gli showman e dello spettacolo moderno: il “governatore” Fred Karno. Megalomane e visionario, Fred Karno e la sua Fun Factory sono il non plus ultra dell’intrattenimento dei primi del novecento. Una perfetta macchina messa a punto in anni di studi e tentativi che trova, forma e lancia decine di attori, interpreti e forme di intrattenimento nuove e rivoluzionarie. A lui si deve, non a caso, la nascita della commedia slapstick, quella comicità basilare ed estremamente fisica capace di sintetizzare alla perfezione le gag classiche e l’arte mimica.

Tra gli altri, lo stesso Stan Laurel muoverà i primi passi della propria carriera all’interno della Fun Factory. Qui Charles inizia a lavorare davvero su personaggi propri, declinando la propria sensibilità secondo le necessità di scena. Nello sketch “A night in a english music hall” mette a punto il personaggio dell’ubriacone. Qualcosa sta davvero iniziando a prendere forma e il ruolo gli fa ottenere un notevole successo, tanto che viene aggregato alla tournée americana che la compagnia di Karno ha in programma nel 1913. Le sue esibizioni non tardano a farsi notare, tanto che Mack Sennett, il “king of comedy” e fondatore californiano degli Keystone Studios, pensa che quel giovane inglese sarebbe perfetto per la serie di brevi pellicole comiche che ha in testa.

Gestazione e nascita di Charlot

Nel 1914 ne fa quindi il protagonista di “Making a living”. Interpreta un dandy cialtronesco e truffaldino che, tra un confronto tutto slapstick con un rivale in amore e un fallito tentativo di furto, finisce arrestato dai Keystone Cops, personaggio comici di punta della casa di produzione. Posticci baffoni spioventi, bastone e una tuba costantemente maltrattata: il personaggio è ancora lontano da quello che sarà Charlot, ma in nuce qualcosa si intuisce già. Per le produzioni Keystone successive, Sennett intuisce le potenzialità di Chaplin, e gli lascia più spazio per lavorare su un personaggio proprio. All’interno del plot di “Kids auto races in Venice”, Charles introduce il proprio character, comico turbatore di una curiosa gara automobilistica per bambini.

Vestito alla meno peggio, bombetta in testa, corti baffetti e l’immancabile bastone. E’ nato ufficialmente Charlot, il “little tramp”. Archetipo di tutte le successive declinazioni che Chaplin farà del vagabondo e del disadattato, i 33 successivi progetti che Chaplin girerà con La Keystone serviranno all’attore a mettere più a fuoco e sintetizzare ulteriormente le idee. Al termine dei quattro anni di collaborazione, da semplice caricatura Charlot diventerà il personaggio a tutti gli effetti che ognuno ha imparato ad amare.

Andrea Avvenengo

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