Ciaikovskij oppure Tchaikovsky è nato il 7 maggio del 1840 a Kamsko-Votkinsk in Russia, il padre era un ingegnere minerario ucraino e la madre, una donna di nobili origini francesi. E’ stato un compositore russo del periodo tardo-romantico, le cui opere sono tra le più note del repertorio classico. Nel suo stile sono presenti le caratteristiche della musica tradizionale russa uniti ai dogmi della musica classica.
L’uomo Tchaikovsky
Čajkovskij fu per tutta la vita un viaggiatore instancabile. Si narra che visitò 150 città e nel 1861 compie il primo viaggio all’estero, visitando Germania, Belgio, Parigi e Londra. In ogni luogo frequenta teatri ascoltando opere e concerti. Questi “studi musicali” proseguiranno mentre lavorava al Ministero della Giustizia, cosa che gli permetteva di fare una vita mondana sopra le righe. Successivamente al ritorno da uno dei tanti viaggi in Europa, pur riprendendo il lavoro al Ministero, si dedicherà maggiormente alla musica, tralasciando i diversivi.
La forte spinta autocritica di Tchaikovsky lo spinge a rielaborare le proprie composizioni sia nelle azioni più drastiche, come la distruzione, sia nel recupero di alcuni pezzi utilizzati opportunamente in altri lavori.
Oggi Čajkovskij è uno dei nomi più noti nel panorama musicale, ha dato vita ad alcune opere che sono ancora oggi utilizzate come colonne sonore di film e di spot televisivi. Il suo lavoro è costantemente rielaborato in spettacoli di danza classica per bambini e adulti.
Le composizioni di Tchaikovsky
Nel 1864 scrive L’uragano: un’ouverture in Mi minore, op. 76 postuma, dal dramma omonimo di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij. Dirige pure l’orchestra del Conservatorio nel 1865 nella prima versione della sua nuova ouverture in Fa maggiore per piccola orchestra. La direzione orchestrale sarà per Čajkovskij sempre un grande problema dato il carattere timido, ma nel tempo e con la maturità egli divenne un applaudito interprete non solo della propria musica e anche all’estero.
Nel 1866 terminò gli studi al Conservatorio di San Pietroburgo iniziati nel 1861, diplomandosi con una composizione Alla gioia, per soli, coro ed orchestra, tratta da un testo di Schiller, tema obbligato in quella circostanza (lo stesso usato da Ludwig van Beethoven nel finale della Sinfonia n.9).
Nel 1866 compone, non senza incertezze, la Sinfonia n.1 in Sol minore, op. 13, sottotitolata Sogni d’inverno, una composizione giovanile, ma con diversi tratti distintivi di quello che sarà il suo stile. L’anno seguente è la volta della prima opera lirica portata a reale compimento: “Il voivoda” sempre tratta da un dramma di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij. L’opera ebbe quattro repliche e molto successo ma non fu più eseguita. L’autore ne distrusse la partitura e alcune parti finiranno nella successiva opera lirica “L’ufficiale della guardia” e nel balletto “Il lago dei cigni”.
Il balletto di Čajkovskij
Tchaikovsky si dedicò anche al balletto. Con molta probabilità siamo in grado di riconoscere le sue inconfondibili melodie di famosi balletti come “Lo schiaccianoci”, “Il lago dei cigni” e “La bella addormentata”.
“Il lago dei cigni” è il primo della sua categoria. Composto tra il 1875 e il 1876, venne rappresentato per la prima volta al Bolshoi l’anno successivo. La rappresentazione inaugurale non riscosse un grande successo sia da parte del pubblico che dalla critica. Bisogna aspettare il 1895 per assistere al trionfo dello spettacolo, quando l’allestimento delle coreografie viene assegnato a Marius Pepa, che aveva già collaborato in precedenza con il compositore stesso. “Il lago dei cigni” è tratto da un’antica fiaba tedesca e si compone di un’introduzione e quattro atti. Il balletto simboleggia l’immenso potere dell’amore, in grado di contrastare la crudeltà degli uomini che la morte stessa.
“La bella addormentata” è il secondo balletto in rigoroso ordine compositivo. La coreografia venne realizzata da Petipa, mentre il libretto venne scritto da Ivan Vsevolozhsky. La prima rappresentazione avvenne nel 1890 al Teatro Mariinskij. La storia è tratta dalla celebre fiaba di Perrault, e si compone di un prologo e tre atti.
La trilogia dei balletti di Čajkovskij si chiude con un altro classico intramontabile “Lo schiaccianoci”. Il compositore terminò le musiche nel 1892 e nello stesso anno venne messo in scena grazie alle coreografie di Petipa prima e di Lev Ivanov poi, presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Questo balletto è composto di un’overture e di due atti, mentre la storia affonda le sue radici, ancora una volta, da un’antica fiaba tedesca.
L’importanza di questi balletti è data dalla semplicità che li contraddistingue. Infatti, sia le musiche che le storie narrate, sono molto essenziali e sprigionano una dolcezza talmente sincera, innocente e pura, da essere considerati i balletti romantici per eccellenza.
E forse è proprio questa semplicità, unita alle atmosfere fiabesche e sognanti, che ha reso immortali nel tempo questi spettacoli, che ancora oggi sono tra le opere più rappresentate in tutti i teatri del mondo.
Alessandro Carugini