Nel suo discorso sul massacro di Uvalde, il Presidente USA Joe Biden aveva chiesto nuove restrizioni sulle armi. Nello scorso mese il Presidente aveva già firmato una serie di ordini esecutivi per cercare di ridurre la violenza armata ed ora non sembra intenzionato a farne altri.

Il risultato complessivo è quello di un Presidente a cui è rimasto ben poco al di là dei discorsi e che ha ormai quasi perso le speranze di dar una vera risposta al problema delle sparatorie. In questa situazione di paralisi intanto però, nel secondo anniversario della morte di George Floyd, Biden ha dato il via alla riforma delle forze dell’ordine federali. La nuova misura prevede la creazione di un database che contenga i record di cattiva condotta degli agenti federali, comprendendo condanne, licenziamenti, de-certificazioni, sentenze civili, dimissioni e prepensionamenti. Con questa misura, Biden ha poi anche inviato le forze dell’ordine a rivedere le politiche sull’uso della forza, vietando soffocamenti e limitando l’uso dei mandati senza preavviso.

Repubblicani e Democratici sulle armi

Nel complesso l’aria che si respira al Congresso è di rassegnazione, con una divisione tra la maggioranza dei Repubblicani schierata in difesa dei diritti sulle armi ed i Democratici che invece si sentono impotenti a riguardo. Tra questi ultimi, molti sono i gruppi che si battono per il controllo delle armi e che chiedono all’amministrazione di muoversi almeno per ampliare la definizione di “persone impegnate nel business della vendita di armi da fuoco”. Questo cambiamento consentirebbe al governo di perseguire chi vende armi senza licenza, ma anche di prevenire gli acquisti all’ingrosso di armi.

Nella giornata di ieri però un primo disegno di legge sul territorio interno, già approvato dalla Camera, è naufragato scontrandosi con il muro repubblicano al Senato, muro che ha definito la legge un tentativo dei Democratici di politicizzare i mass shooting.

I progetti di legge

A livello nazionale ci sono due progetti di legge passati alla Camera. Entrambi sembrano essere incentrati sul controllo dei precedenti di chi vuole acquistare un’arma. I disegni non godono però di un forte appoggio al momento. Come ha detto il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer, consapevole che andando al voto i disegni naufragherebbero, c’è bisogno di dare il tempo di negoziare un nuovo disegno bipartisan.

Gli stessi democratici intanto stanno pianificando alla Camera un’altra proposta di legge che consentirebbe ai tribunali di togliere temporaneamente le armi ai soggetti ritenuti pericolosi.

Per quanto riguarda la nazione, per il momento gli Stati restano divisi riguardo le leggi sulle armi: 21 consentono di portare una pistola nascosta anche senza un porto d’armi, mentre gli altri 10 e Washington DC hanno limitato le armi fantasma.

Ginevra Mattei