Frode, corruzione e turbativa d’asta. Sono le ipotesi di reato nell’inchiesta sugli appalti delle forze armate che ha portato a 14 arresti, 10 ordinanze di obbligo di dimora e 15 indagati: coinvolti anche 12 militari dell’Aeronautica Militare.

Appalti forze armate, arresti per frode e corruzione: cosa è successo

Tangenti per truccare gli appalti dell’Aeronautica Militare e un giro di affari da oltre 3 milioni di euro. Lo ha scoperto la procura di Velletri che, nel corso dell’indagine, ha messo sotto la lente circa 50 appalti per lavori in basi militari eseguiti tra il maggio 2017 e il gennaio 2021, soprattutto tra Lazio e Campania. Sono 39 le persone indagate nel fascicolo e, di queste, 24 sono state raggiunte da una misura cautelare eseguita nella mattinata odierna dai militari del comando Compagnia Carabinieri di Roma Ciampino nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna. Tra gli arrestati ci sono 12 militari dell’Aeronautica e 12 civili, di cui 10 sottoposti a obbligo di dimora, così come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri. Altre 15 persone risultano indagate.

L’indagine è partita, a maggio 2017, da una società attiva in campo edile ed immobiliare con sede nel comune di Ciampino, posseduta con quote dell’85% e del 15% da due militari in servizio all’epoca presso il 2° Reparto Genio dell’Aeronautica di Ciampino e che contemporaneamente ricoprivano incarichi di responsabilità nella gestione di alcuni appalti della Forza armata, anche in qualità di direttore dei lavori e/o responsabile del cantiere. Gli accertamenti finanziari sui conti dei due militari, disposti dal Tribunale di Velletri, hanno permesso di riscontrare delle “singolarità” su alcuni movimenti di denaro. In particolare, i versamenti sospetti erano quelli tra uno dei due militari ed alcuni titolari di ditte edili legate da vincoli contrattuali con la Forza armata.

Appalti forze armate, arresti per frode e corruzione: le ipotesi degli investigatori

Dall’inchiesta è emerso il quadro di un sistema viziato dall’irregolarità nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari. Secondo gli investigatori, infatti, alcune ditte sarebbero state agevolate con assegnazioni dirette di contratti pubblici. In cambio i due militari da cui è partita l’inchiesta avrebbero ricevuto prestazioni d’opera e materiali per propri fini, mentre gli altri appartenenti alla Forza armata coinvolti consapevolmente consentivano tali condotte.

Roberta Maria Di Giovangiulio

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