Il 15 luglio 1904 muore Anton Pavlovič Čechov, scrittore e drammaturgo russo, che è stato uno dei migliori autori teatrali del XIX secolo. Egli viene ricordato soprattutto per la sua inclinazione agli scherzi, che trasferiva nelle sue opere.

Gli “scherzi drammaturgici” di Čechov

Čechov Photo credits wikipedia
Čechov Photo credits wikipedia

Anton Pavlovič Čechov è uno degli scrittori della seconda metà dell’Ottocento, ricordato soprattutto per il suo modo di trasporre drammi della classe borghese nelle sue opere teatrali. Nonostante Čechov provenga da una famiglia di umili origini, riesce comunque a studiare presso una scuola greca e intraprendere gli studi in medicina. Mentre è ancora studente, comincia a scrivere alcuni brevi racconti, mentre collabora con alcuni giornali umoristici. Nel frattempo comincia la sua carriera di medico, che interrompe qualche tempo dopo per potere intraprendere la sua carriera alla scrittura e dedicarsi alla letteratura.

Oltre ai racconti, Čechov scrive opere teatrali che fanno parte di un genere alternativo rispetto al dramma tradizionale. I due scherzi teatrali “L’orso” e “La domanda di matrimonio” sono due esempi di commedie che devono essere recitate e interpretate. L’innovazione dello scrittore rispetto al passato è quello di esplorare la realtà attraverso una visione impregnata di benevola ironia, incline a sentimentalismi. Nonostante questo, le opere di Čechov rimangono scritte in modo dinamico e con meccanismi comici, che permettono di ottenere un’opera scorrevole e divertente. In ogni caso i dialoghi appartengono ai personaggi dell’alta borghesia, e quindi rimangono estremamente realistici. Ciò che fa risultare il tutto ironico sono le situazioni in cui Čechov introduce i suoi personaggi. Le situazioni degli scherzi risultano infatti grottesche, e in alcuni casi poco realistiche, in netto contrasto con i personaggi. Inoltre lo smascheramento di una realtà finta è spesso una delle caratteristiche delle opere teatrali di Čechov.

La svolta nella sua carriera

Čechov ha tentato per tutta la sua carriera di rinnovare il tradizionale dramma antico, per avere una visione nuova di questo genere. I personaggi delle sue opere sono estremamente realistici, ma nello stesso tempo le caratteristiche della loro personalità vengono esasperate a tal punto da renderli comici. Alcuni suoi “Atti unici” si basano infatti su dei veri e propri “scherzi” drammaturgici che esaltano il lato grottesco dei personaggi appartenenti alla classe borghese.

Un esempio in questo senso è la sua opera intitolata “L’orso”. Quest’ultimo è il modo con cui lo scrittore definisce un venditore di biada, che deve riscuotere presso una vedova il debito contratto dal marito mentre era ancora in vita. La vedova inconsolabile si è da tempo rintanata tra le quattro mura della sua casa per dimostrare al marito defunto che l’amore nei suoi confronti non ha mai cessato di esistere. In realtà nel giro di un unico atto lo scrittore ribalta la situazione e si giunge finalmente allo smascheramento della realtà. Il comportamento messo in atto dalla vedova è in realtà una messa in scena per attirare gli uomini, mentre il venditore di biada, anch’esso uomo di mondo pieno di amanti, si innamora perdutamente della vedova nel momento in cui lei abbandona le sue “armi femminili” della seduzione, per sfidare a duello il suo avversario.

Le opere dell’autore

Un altro scherzo di Čechov, intitolato “La domanda di matrimonio”, si basa su un’altrettante storia esilarante. L’atto racconta come la visita tra proprietari di tenute vicine per un fidanzamento si trasforma invece in un litigio tra latifondisti. L’oggetto principale della contesa è “il prato dei bovi”, passando successivamente alla scelta del cane da caccia migliore. Nel momento però in cui uno dei due pretendenti rischierà un infarto, la lite viene immediatamente a cessare. In conclusione la proposta di matrimonio si concretizza definitivamente.

Infine, ricordiamo un altro atto unico di Čechov: “L’anniversario”. Questo infatti tratta la tematica del contrasto tra mondo maschile e femminile. Durante i festeggiamenti per l’anniversario di una banca, il direttore di prepara ad accogliere gli invitati nel modo più cordiale possibile. Di altro avviso si dimostra il suo misogino collaboratore che convince il direttore a tenere lontane le donne dalla festa per evitare che la rovinino. I piani dei due banchieri sembrano terminare nel momento in cui una vecchia signora si presenta al direttore per chiedere soldi. Nello stesso tempo, la moglie del direttore, tornata da una festa, irrompe alla festa cominciando a “civettare” con gli altri invitati.

Sonia Faseli

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