Una nuova scossa di terremoto, avvertita distintamente ieri sera a Napoli, ha avuto come epicentro i Campi Flegrei, dove è stata registrata una magnitudo di 4.0.
Lo si apprende dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, secondo cui il sisma è avvenuto alle 22.08, ad una profondità di 3 chilometri.
Il terremoto è stato avvertito distintamente in varie zone della città, sia nella zona collinare del Vomero sia sul lungomare, a Posillipo e nelle aree del centro a ridosso di piazza del Plebiscito
Nella zona di via Pisciarelli, epicentro del terremoto, al confine tra il Comune di Pozzuoli ed Agnano, frazione di Napoli, molte persone hanno trascorso la notte in strada. Alcuni si sono fatti coraggio e sono tornati nelle loro abitazioni, ma molti hanno ancora paura. Ci sono persone, come una coppia di anziani, che aspettano con le valigie sul marciapiede: “ora arrivano dei nostri parenti, ci porteranno a casa loro”, dicono. Intanto, continuano le verifiche di stabilità degli edifici, sia pubblici che privati, ed anche presso alcune fabbriche
I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica che si trova nella zona nord occidentale di Napoli e che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto oltre a parte della stessa città. Il nome deriva dal greco flegràios, che significa ardente, e da lì deriva anche l’accento che è sulla seconda “e”. A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non hanno un vulcano principale, ma sono piuttosto una serie di vulcani attivi da più di 80mila anni. Negli ultimi cento anni ci sono stati tre periodi di sollevamento anomalo: tra il 1950 e il 1952, tra il 1969 e il 1972 e tra il 1982 e il 1984
I terremoti nella zona dei Campi Flegrei sono causati dal sollevamento del suolo dovuto a gas e fluidi molto caldi, un fenomeno chiamato bradisismo. Ci sono varie teorie sulle ragioni del sollevamento. Quella principale è che il magma che si trova in profondità starebbe rilasciando grandi quantità di vapore acqueo che riscalda le rocce che dividono lo stesso magma dal suolo, causando deformazioni nel terreno, scosse e un’attività più intensa delle fumarole (piccoli crateri nel terreno da cui fuoriescono vapore e gas vulcanici).