Eleanor Coppola, nata come Eleanor Jessie Neil a Los Angeles il 4 maggio 1936, è cresciuta a Huntington Beach prima di laurearsi in design applicato all’Università della California. Il primo fatidico incontro con l’uomo che avrebbe amato per tutta la vita e che poi avrebbe sposato è avvenuto sul set di Dementia 13, film horror che ha rappresentato il debutto di Francis Ford Coppola alla regia e per il quale ha lavorato come assistente alla regia.Da quel momento la coppia non si è più separata. Dapprima le nozze nel 1963, poi subito dopo la nascita del primo figlio Gian-Carlo e nel tempo anche l’arrivo degli altri due figli, Roman e Sofia, la più piccola. Così Eleanor e Francis Coppola hanno costruito una splendida famiglia nella quale da sempre si è respirato cinema.
Non è un caso che i tre ragazzi abbiano seguito le orme dei genitori. Gian-Carlo Coppola è stato una presenza fissa nei film del padre e avrebbe certamente proseguito la sua carriera da attore se un brutto incidente non gli avesse strappato prematuramente la vita nel 1986, a soli 22 anni.
Anche Roman e Sofia sono cresciuti sul set e hanno mosso i primi passi nel mondo del cinema quando erano dei ragazzini. E anche loro hanno proseguito su questa strada. Roman Ford Coppola è un noto produttore cinematografico (e televisivo), ha lavorato come sceneggiatore e come attore, oltre che come regista di videoclip musicali. Sofia Coppola è probabilmente il nome che più degli altri suona familiare, essendo diventata ormai una delle registe più amate della sua generazione (basti pensare a titoli come Il giardino delle vergini suicide, Lost in Translation, Marie Antoinette).
La carriera di Eleanor Coppola
L’opera di Eleanor Coppola è legata indissolubilmente a quella del marito. È proprio ai suoi film che ha dedicato la realizzazione di diversi documentari che raccontano la creazione di alcuni dei film più iconici di Francis Ford Coppola. Su tutti Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, che parla appunto della faticosa produzione di Apocalypse Now durata ben 238 giorni.
Cinque mesi di riprese nelle Filippine che sono raddoppiati a causa di una serie di complicazioni, come la sostituzione dell’attore Harvey Keitel con Martin Sheen (padre di Charlie), condizioni climatiche insostenibili (con tanto di set distrutti), il finale rielaborato e, infine, persino il ricovero del protagonista a causa di un infarto. Eleanor ha accompagnato il marito in questo tumultuoso viaggio, riprendendo minuziosamente quanto accaduto dietro le quinte del film ed è grazie a questi filmati che, nel 1991, ha potuto finalmente pubblicare il suo documentario, per il quale ha ottenuto un Emmy.
“L’idea iniziale del film per me era sicuramente quella di documentare Apocalypse Now. Non ne avevo idea. All’inizio degli anni ’70 avevo realizzato alcuni piccoli film d’arte, ma quando ho ricevuto questa macchina da presa nelle Filippine sono rimasta semplicemente ipnotizzata, guardando attraverso il mirino. Ho davvero risposto a questa esigenza, quindi ho realizzato diversi documentari, perché ho sempre amato girare“, aveva spiegato a Deadline nel 2017.