Adele: 21, l’album dei record che ha restituito dignità al mal d’amore

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Di Federica Checchia

Sono passati tredici anni dalla sua uscita, eppure 21 non accenna ad invecchiare. Pubblicato il 19 gennaio 2011 dalla XL Recordings, è il secondo album in studio della cantautrice britannica Adele, ed è stato, sin da subito, un enorme successo in termini di vendite e di gradimento. Nel febbraio 2011, la Columbia Records lo ha proposto anche negli USA, dove ha debuttato al primo posto della Billboard 200. Incredibilmente, è ancora presente all’interno della classifica, con oltre cinquecento settimane di permanenza.

L’argomento trattato è in apparenza basico, quasi scontato. Si parla d’amore, o meglio, di un amore terminato. Nonostante ciò, complice il talento autoriale e vocale della cantante, 21 ha stregato il mondo intero e in particolare il Regno Unito, dove è diventato il disco più venduto del XXI secolo, davanti a Back to Black di Amy Winehouse. Adele Laurie Blue Adkins, classe 1988, londinese doc, ha saputo trasformare in musica tutto il dolore per la la fine della sua relazione, che l’ha legata all’ex compagno per diciotto mesi. Lo ha fatto attraverso undici piccoli gioielli, che riassumono l’intero spettro di emozioni da affrontare al concludersi di un rapporto. Rabbia, disperazione, delusione, gelosia, desiderio di rivalsa, rassegnazione e, infine, accettazione: nel disco, è presente tutto questo, narrato sapientemente dall’inconfondibile timbro dell’interprete, considerata, insieme a Duffy e alla scomparsa Amy Winehouse, una delle regine del White Soul.

Adele: i singoli estratti dall’album 21

Un frame tratto dal video di Rolling in the Deep, primo singolo di 21, secondo album della cantautrice Adele

21 si apre con Rolling in The Deep, energico singolo di traino, incentrato sul disincanto di una donna, che rinfaccia al suo ormai ex partner il suo comportamento, escludendo qualsiasi possibilità di riconciliazione, e liquidandolo con un caustico «you’re gonna wish you never had met me». Il brano ha ottenuto un’acclamazione unanime da critica e pubblico, scalando le charts di numerosi Paesi. Secondo estratto è Someone Like You, struggente ballata che, a detta della stessa Adele, racchiude in sé lo spirito dell’intero CD, divenendone una sintesi. La donna immagina d’imbattersi, in futuro, nel suo vecchio amore, scoprendolo sposato e con figli. Il risultato è una lettera di addio dolceamara, resa ancora più intensa dalla profondità della calda e accorata interpretazione della cantante.

Di tutt’altro stampo è il terzo singolo, Set Fire to the Rain, una vera power ballad. Qui, la Adkins si scatena, accompagnata da una base strumentale complessa, forse la più pop dell’intera opera. Si torna a ritmi più lenti con Turning Tables, scritta con Ryan Tedder, frontman degli OneRepublic. Tedder si è ispirato a Chasing Pavements, prima hit internazionale di Adele, e il testo rimanda ad un litigio tra la performer ed il suo compagno, avvenuto durante una cena con amici. Il tavolo girevole del ristorante è una metafora per lo scambio reciproco di accuse tra i due.

L’ultimo pezzo selezionato per promuovere 21 è Rumor Has It, di nuovo in collaborazione con Tedder. Il brano non si riferisce ai titoli dei giornali riguardanti la sua vita sentimentale, ma ai diciotto mesi passati negli Stati Uniti, durante i quali i pettegolezzi sul suo conto hanno raggiunto anche i sui amici: «La gente potrebbe pensare che riguardi blog, riviste e giornali, ma non lo è. » -ha affermato l’autrice- «È sui miei amici che credono alle cose che sentono su di me, il che è davvero mortificante. Ho dovuto mettere le cose in chiaro con le mie amiche che mi conoscono e mi amano.».

Le altre tracce del disco e le edizioni speciali

Le altre tracce seguono, ognuna con il suo stile, il filo conduttore dell’album. Si va dalla romantica One and Only alla malinconica Don’t You Remember, passando per Take It All e I’ll Be Waiting. He Won’t Go rappresenta, invece, un’eccezione; ci si discosta dall’esperienza personale di Adele, e si parla di due persone che portano avanti la loro storia nonostante la dipendenza dall’eroina. Unica cover presente, Lovesong, canzone del del gruppo post-punk inglese The Cure. Registrata durante un periodo trascorso a Malibù, insieme al produttore Rick Rubin, è stata scelta con lo scopo di lenire la nostalgia di casa.

21 contiene una traccia bonus, I Found a Boy, resa disponibile su iTunes. In un’edizione limitata, invece, Adele esegue due cover; If It Hadn’t Been for Love dei The Steeldrivers, e Hiding My Heart, originariamente cantata da Brandi Carlile. Un disco aggiuntivo, solo nella versione Deluxe, ha al suo interno la reinterpretazione di Need You Now, noto brano della band country Lady Antebellum, oltre che la versione acustica dal vivo di Someone Like You, Turning Tables e Don’t You Remember.

L’influenza americana

21 prende a piene mani dalla musica della parte meridionale degli Stati Uniti, in particolare da artisti country come Alison Krauss e Lady Antebellum, o dal rockabilly degli anni Cinquanta, scoperti durante il suo precedente tour americano, anche grazie all’autista dell’autobus che l’ha scortata in tutti gli spostamenti. L’album è, inoltre, pregno di richiami ed omaggi ad altri musicisti, da Mary J. Blige a Kanye West, da Alanis Morissette a Sinéad O’Connor. Nel corso di un’intervista del 2011, la cantante ha dichiarato di essersi lasciata guidare anche da Sigh No More, disco dei Mumford & Sons.

21 ha un sound che va oltre un singolo genere, e che spazia dal blues all’R&B, dal gospel al jazz, dal pop alla bossa nova. La stessa Adele, d’altronde, lo ripete di continuo: «La mia musica non ha un suono definitivo. Non ho idea di come io possa suonare, e finché non ce l’avrò, tutti i miei album avranno delle sonorità piuttosto miste.»

Il messaggio di Adele, fragile e potente

Al di là del suo valore tecnico, il punto di forza di Adele è molto chiaro, eppure efficace. Aiutata solo dalla sua vocalità, riesce a entrare in empatia con l’ascoltatore, mettendo a nudo i propri sentimenti, esibendo vulnerabilità e passione senza riserva alcuna. Scoprendo il fianco e mutando l’amarezza in melodia, la cantante di Tottenham si mostra delicata e penetrante, descrivendo con minuzia di particolari tutte le fasi di un lutto emotivo, permettendo a chiunque d’identificarsi con le sue tribolazioni, piangendo e asciugandosi le lacrime insieme a lei.

La discografia mondiale è piena di inni all’Amore, eppure la Adkins, all’epoca appena ventunenne, ha saputo toccare le corde giuste. E lo ha fatto con una facilità disarmante, sostenuta dal suo naturale carisma, che la rende una star, sì, ma umana, nella quale è possibile immedesimarsi. 21 è un percorso di vita, a tratti sofferente, a volte fiammeggiante d’ira, ma in fondo speranzoso, e Adele ce lo racconta di canzone in canzone, nella sua semplice straordinarietà.

Federica Checchia

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