Alceo e Saffo due antiche personalità letterarie greche note per l’appartenenza alla ”lirica monodica”: un tipo di poesia sviluppatasi intorno al VI secolo a.C. nell’isola di Lesbo. L’isola, infatti, fu la la patria della poesia lirica. Secondo la leggenda tramandata dal poeta Fanocle, la testa del cantore Orfeo decapitato dalle donne di Tracia, giunse fino alle spiagge di Lesbo e qui la seppellirono.
Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, di seguito, una riflessione e un parallelismo fra due componimenti sulla primavera appartenenti ai rispettivi poeti.
Alceo e Saffo, un antico legame controverso: differenze e parallelismi
”Dolce, ridente Saffo coronata di viole”: così, Alceo, chiamava la poetessa di Lesbo. Due importanti personalità della letteratura greca con differenze e parallelismi, al contempo. La poetica di Alceo nasce in un ambiente prettamente simposiaco: fu il poeta degli ebbri versi. Accanto alla tematica della lotta e dell’impegno civile, infatti, accostò il vino che lui stesso definì ”oblio degli affanni”. L’esistenza è breve e colma di incertezze: bisogna quindi trovare un modo per renderla piacevole e, l’atto del bere, è l’unica azione che rende ciò possibile. Saffo, al contrario, è la poetessa della delicatezza, della malinconia, come si evince in Tramontata è la luna e in numerosi dei suoi Frammenti.
Ma se lo stile di Saffo e Alceo presenta numerose differenze ha, al contempo, alcuni punti in comune: Alceo incentra la sua produzione nell’ambito dell’eterìa: un’organizzazione formata da soli uomini, giovani e nobili, uniti da ideali comuni. Il corrispettivo dell’eterìa è il tiaso; un ambiente popolato da individui di sesso femminile, dove sono impartite le arti necessarie per giungere al matrimonio, oltre al culto di Afrodite. La letteratura antica testimonia, anche se in maniera controversa, di un legame fra Alceo e Saffo. Il primo a parlare di questo rapporto amoroso fu Efestione nel suo Manuale di metrica. Tuttavia, seppur ritenuto possibile dagli storiografi, non si ha assoluta certezza di questo amore non corrisposto.
Contemplazione della stagione primaverile
Nella lirica seguente, Alceo dà priorità a sentimenti e sensazioni di rinascita:
Già sulle rive dello Xanto ritornano i cavalli,
gli uccelli di palude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra fredda l’acqua e la vite
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
canti di primavera.
Una lirica semplice in cui si evince la bellezza della rinascita: l’atmosfera è arcadica, bucolica e immersa in un clima mitico. Lo Xanto scorre e i cavalli fanno ritorno alle sue acque; gli uccelli, nuovamente, si librano e scendono dal cielo dalle cime dei monti. Il verdeggiare e il fiorire della natura accompagno le valli e, al tempo stesso, i canti soavi propri della dolce stagione si disperdono nell’aria come sinfonie. Se Alceo decanta la bellezza e la potenza creatrice e rinnovatrice che ogni anno si ripete, Saffo sottolinea il fiorire della natura paragonandola allo sbocciare dell’amore. Tuttavia, una nota di realismo,ovvero, la contemplazione della rinascita si frantuma nell’immagine della nostalgia; un dolore squarcia la bellezza del momento: la perdita della persona amata.
Ora risplendi tra le donne di Lidia
come quando il sole scompare
e la luna dalle dita di rosa vince tutte le stelle.
La sua luce sfiora il mare salato
e i campi screziati di fiori.
Goccia la rugiada gentile,
germogliano rose e teneri cerfogli
e fiorisce il meliloto.
Ti aggiri inquieta, ricordi,
e il desiderio della dolce Attis
ti consuma l’anima lieve…
La luna dal tocco rosato, probabilmente per il lo sbocciare dei fiori, sfiora il mare con la sua pallida luce; lo stesso accade per le distese dei campi ormai fioriti. Persino la rugiada è gentile: germogliano le prime tenere gemme dei fiori. Ma la bellezza esterna ha una discrepanza con l’inquietudine interiore: se all’esterno immagini luminose fanno presagire serenità, il tormento interiore dovuto al ricordo di una persona amata ormai perduta, consuma l’anima stridendo con le sfumature dolciastre e verdeggianti che la bella stagione dona.
Stella Grillo
Foto in copertina: Wikipedia