Cultura

Antonio Fogazzaro: il noto scrittore che è stato simbolo emblematico dell’occulto e dell’imperscrutabile

Antonio Fogazzaro, famoso scrittore e poeta italiano, nasce a Vicenza il 25 marzo 1842 e muore a Vicenza il 7 marzo 1911. Oggi in occasione dell’anniversario della sua nascita, passiamo in rassegna i punti cruciali della vita e carriera di questo straordinario scrittore. Poniamo l’attenzione in particolar modo sui suoi romanzi come il celebre Malombra; il capolavoro Piccolo mondo antico, seguito da Piccolo mondo moderno che narrano le vicende dalla famiglia Maironi; infine Santo e Leila condannati dalla Chiesa.

Accenni biografici su Antonio Fogazzaro e la passione per la scrittura

Antonio Fogazzaro
Antonio Fogazzaro Ph Credits Wikipedia

Antonio Fogazzaro, figlio di Mariano e di Teresa Barrera, cresce in una famiglia agiata con forti convinzioni cattoliche. Da piccolo è chiuso, molto sensibile e riflessivo, affamato di libri. Alle scuole elementari non studia con zelo e per lo studio non ha un grande entusiasmo, ma legge libri di ogni genere con grande voracità. Al liceo ha come insegnante il poeta Giacomo Zanella che gli fa conoscere Heinrich Heine. Non stringe rapporti d’amicizia per il suo atteggiamento riservato e distaccato.

Una volta terminato il liceo desidera intraprendere gli studi letterari, ma incontra l’opposizione del padre che lo spinge a seguire la strada dell’avvocatura. Nel 1860 si trasferisce a Torino e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza presso l’Università sabauda. Qui invece di dedicarsi allo studio, a cui riserva poco tempo, frequenta i caffè e la sua fede cattolica si affievolisce. La passione per la scrittura, al contrario, si rafforza e non si spegne mai. Compone varie poesie e il giornale Universo pubblica Campana del Mezzogiorno, Nuvola e Ricordanza del Lago di Como.

Fogazzaro nel 1864 si laurea e si trasferisce a Milano dove inizia il suo praticantato. Qui viene introdotto da Abbondio Chialiva tra gli scapigliati: costoro hanno come obiettivo quello di cercare strade alternative nell’arte, traendo ispirazione della tradizioni romantiche tedesche e francesi. Antonio stringe soprattutto con Arrigo Boito, senza tuttavia integrarsi pienamente in questa corrente, in quanto troppo sovversiva per lui. Nonostante superi gli esami per abilitarsi alla professione di avvocato, continua a ritagliarsi spazi per la scrittura.

Il poemetto narrativo Miranda: il primo trionfo di Antonio Fogazzaro

Fogazzaro nel 1873, una volta terminato il manoscritto del poemetto narrativo Miranda, lo manda al padre, che lo giudica positivamente. Tuttavia, poiché ogni editore a cui si rivolge si rifiuta di pubblicarlo, decide di farlo a sue spese l’anno successivo. Il libro suscita le attenzioni di Gino Capponi, che lo valuta favorevolmente, al contrario di Francesco de Sanctis che esprime un giudizio severo e netto, definendolo arido e asciutto. L’opera è costituita di 3 parti: La lettera, Il libro di Miranda e Il libro di Enrico. La storia ruota intorno all’amore irrealizzato tra Enrico, un poeta estremamente egoista che ama solo sé stesso, e Miranda, una giovane ragazza che ha tutte le fattezze di un sogno e pertanto appare inconsistente e inafferrabile. Il poemetto viene apprezzato dal pubblico desideroso di tematiche sentimentali.

La raccolta di versi Valsolda

Fogazzaro incoraggiato dall’accoglienza ricevuta dal pubblico con la sua prima opera, persegue la tanto amata strada della scrittura. Nel 1876 pubblica con una piccola casa editrice milanese la raccolta di versi Valsolda. Questa volta, però, non solo non viene recensito positivamente dai critici e letterati, ma è un fiasco anche per il pubblico, in quanto la raccolta non ha la tematica sentimentale, tanto apprezzata, che caratterizza Miranda. Nell’opera Fogazzaro concentra il focus della sua poesia sulla nota paesistica, infatti il titolo, Valsolda, deriva dall’omonima località sul lago di Lugano. Manca, nel suo verseggiare, ogni elemento personale che consente al lettore di sentirsi più vicino allo scrittore, che al contrario, in questo caso, decide non far emergere questo aspetto. Nelle sue parole appare evidente come Fogazzaro, in questa fase della sua vita, si sia avvicinato di nuovo alla fede cattolica.

Il primo romanzo di successo di Antonio Fogazzaro: Malombra

Fogazzaro nel 1881 pubblica il suo primo e più importante romanzo Malombra. La storia ruota intorno alla protagonista: l’affascinante e folle marchesina Marina Malombra, la nipote del conte Cesare d’Ormengo, nella cui abitazione soggiorna dopo la morte dei suoi genitori. Nel palazzo vive anche Corrado Silla, giovane scrittore milanese, ospite del conte a cui ha affidato il compito di scrivere un saggio scientifico-letterario. La marchesina subito attira la sua attenzione, ma Marina, che crede che Corrado sia il figlio illegittimo dello zio, lo respinge.

Marina trova un messaggio scritto da Cecilia Varrega, prima moglie del padre del Conte, nel quale esorta chi l’avesse letto a vendicarla contro i discendenti del marito. Costei accusata di aver tradito il marito con Renato, un giovane ufficiale, era stata rinchiusa nel Palazzo fino a impazzire e morire. Marina tra momenti di lucidità e delirio psichico crede di essere la reincarnazione di Cecilia e vuole vendicarsi del suo persecutore che identifica nello zio, burbero e introverso che non l’apprezza, e crede che Corrado sia il suo amante. Corrado poco dopo decide di ritornare a Milano, dove, sorpreso, riceve un telegramma da Marina che gli comunica che il conte è gravemente malato.

In realtà è lei la causa della apoplessia dello zio, avendogli rivelato di essere l’antenata Cecilia tornata per vendicarsi. Corrado, ritornato al palazzo per far visita al conte, incontra Marina che gli mostra il messaggio ritrovato e cerca di convincerlo di essere la reincarnazione di Cecilia. Alla fine Marina perde il lume della ragione: pensa che Corrado non la ami più e lo uccide con un colpo di pistola al cuore augurandogli buon viaggio. La giovane riesce a fuggire e scompare con la sua imbarcazione nel lago.

Le caratteristiche del romanzo Malombra

Il romanzo Malombra si caratterizza per la presenza di una forte suggestione narrativa carica di tensione. La vicenda si staglia sullo sfondo di un piccolo mondo aristocratico e paesano. Fogazzaro compie anche una sottile indagine psicologica, incentrata intorno alla figura di Marina Malombra, donna di una bellezza disarmante, chiusa nel suo disprezzo per il mondo e per la sua condizione di orfana e ospite dello zio che la disprezza, e le contraddizioni che agitano Corrado Silla, scrittore senza successo fortemente ambizioso. Marina e Corrado rappresentano le figure tipiche che Fogazzaro riprende in tutti i suoi romanzi scritti in seguito, ossia il personaggio dell’intellettuale sospeso tra grandi ideali e qualcosa che gli impedisce di realizzarli e le inquietanti e nevrotiche presenze femminili piene di fascino ambiguo.

Lo scenario appare plumbeo oscuro: c’è un palazzo nobiliare che erge in un paesaggio lombardo lacustre e montano carico di suggestioni romantiche. Nel romanzo domina un’atmosfera di occultismo, morte e sensualità. La narrazione è attraversata da un vivo senso di mistero e le diverse tensioni non trovano un vero equilibrio conservando un qualcosa di irrisolto e di acerbo. L’opera viene sottoposta a pareri contrastanti: Enrico Panzacchi e Salvatore Farina la criticano e le riviste del tempo non la nominano nemmeno, mentre Giovanni Verga e Giuseppe Giocosa la elogiano.

Il romanzo Daniele Cortis

Nel 1885 Antonio Fogazzaro pubblica il suo secondo romanzo Daniele Cortis. L’opera, che si ispira alla sua storia d’amore clandestina con l’istitutrice dei figli del cognato costellata di sensi di colpa, sensualità e volontà misticheggianti, narra l’amore impossibile tra Daniele Cortis e la cugina Elena, sposata con un uomo indegno. Daniele è un deputato cattolico che vuole fondare un nuovo partito: una democrazia cristiana con a capo un uomo valido. L’opera si fonda sul conflitto tra la fede individuale e l’interesse politico. Questo romanzo riscontra un grande successo e Giuseppe Giocosa sostiene che l’opera è destinata ad un grande trionfo.

I romanzi Piccolo mondo antico, piccolo mondo moderno e Il Santo

Nel 1895 esce il capolavoro di Fogazzaro Piccolo mondo antico, ambientato presso il lago di Lugano negli anni che precedono la seconda guerra di Indipendenza. Narra la storia della famiglia del nobile cattolico e liberale Franco Maironi e della piccola borghese Luisa Rigey, che convolano a nozze. Il matrimonio non va come sperato a causa delle difficoltà economiche e per le divergenze caratteriali. L’allontanamento è inevitabile quando la piccola figlia Maria muore annegando nel lago. Luisa si chiude in sé stessa e si avvicina allo spiritismo con la speranza di stabilire un contatto con la figlia morta. Franco, invece, si trasferisce a Torino e partecipa alla liberazione delle terre italiane occupate dagli austriaci.

Nel finale i 2 si incontrano preso l’Isola Bella, dove Franco si imbarca per lottare con le truppe italiane e l’autore lascia intendere che ci sarà un riavvicinamento tra loro. Il successo del romanzo è unanime. Nel 1901 esce il romanzo Piccolo mondo moderno. Narra la storia di Piero Maironi, figlio di Franco e Luisa. Piero, sebbene sia sposato con una donna psicologicamente instabile, si innamora di Jeanne Dessalle, un’intellettuale bella e sensuale. Instaurano un rapporto costellato di desideri deviati e ambiguità. Con la morte della moglie Piero compie una scelta di vita ascetica e agisce solo per la riforma della chiesa.

Gli ultimi due romanzi: Il santo e Leila

Il personaggio di Piero ritorna anche nel romanzo Il Santo, incentrato sulla sua vita nell’abbazia benedettina di Subiaco, dove si dedica alla preghiera e alla penitenza. Qui è venerato come un santo e una volta a Roma vuole convincere il papa della necessità di una riforma radicale della Chiesa, ma incontra molti ostacoli. Il libro viene condannato con un Decreto della Congregazione dell’Indice. Dopo la condanna da parte della Chiesa cattolica, Antonio Fogazzaro scrive un altro romanzo, che sarà anche l’ultimo, intitolato Leila.

Con quest’opera Fogazzaro tenta, invano, di abbonirsi la Chiesa. Attraverso la narrazione delle vicende del discepolo del santo Piero Maironi affronta anche questa volta il tema della riforma religiosa. Tuttavia anche questo libro delude i cattolici e di conseguenza la Chiesa lo condanna. Nel 1911 Antonio Fogazzaro, malato, esala il suo ultimo respiro.

Seguiteci su Google News

Elisa Adamo

Adv
Pulsante per tornare all'inizio