Antonio Meucci era nato il 13 aprile del 1808 a Firenze, nel quartiere popolare di San Frediano. Fu un grande scienziato. Dal momento che la sua famiglia era molto povera, non poté completare i suoi studi ed iniziò così a lavorare molto presto, svolgendo varie mansioni. Quella di meccanico teatrale lo condusse ad incontrare quella che poi sarebbe divenuta sua moglie, l’attrice Ester Mochi.
Gli studi scientifici
La passione per l’elettricità fisiologica ed animale diventò l’argomento di studio per Antonio Meucci assai presto. Ugualmente forte, fu la passione politica che lo portò a prendere parte ai moti rivoluzionari dell’epoca per cui si trovò a spostarsi dal granducato di Toscana, allo Stato Pontificio e al Regno delle due Sicilie. Successivamente Meucci lasciò l’Italia, trasferendosi dapprima a Cuba e poi a New York. In America continuò i suoi studi e aprì una fabbrica di candele, presso la quale ottenne anche la collaborazione di un altro illustre italiano all’estero, Giuseppe Garibaldi.
Antonio Meucci e l’invenzione del telefono
Gli studi più importanti di Antonio Meucci furono quelli che lo portarono all’invenzione dell’apparecchio telefonico. Il primo che realizzò gli serviva a comunicare con la camera da letto in cui sua moglie soggiornava a causa di una grave malattia. Nel frattempo, però, lo scienziato fu colpito da una profonda crisi economica che lo spinse alla chiusura della fabbrica di candele e alla necessità di chiedere, per le sue ricerche, il finanziamento da parte degli italiani emigrati all’estero.
Antonio Meucci e gli anni della crisi economica
Rimasto vittima di un grave incidente a bordo di una nave, Antonio Meucci fu costretto a letto per sei lunghi mesi, per cui le ulteriori ristrettezze economiche costrinsero la moglie a vendere tutte le apparecchiature telefoniche ad un prezzo piccolissimo. Purtroppo la situazione di grave indigenza in cui lo scienziato versava non gli consentì di brevettare la sua scoperta, come avrebbe appunto desiderato. Meucci riuscì ad acquisire solo un brevetto provvisorio, rinnovabile, a poco prezzo, di anno in anno. Il rinnovo, però, per lui fu possibile solo fino all’anno 1873.
Bell e il brevetto dell’invenzione del telefono
Fu così che nel 1876 lo scienziato Alexander Graham Bell brevettò l’invenzione del telefono. Da questo momento in poi, Antonio Meucci spese tutta la sua vita a rivendicare la paternità della scoperta, fino praticamente alla sua morte, avvenuta il 18 ottobre del 1889, all’età di 81 anni. Solo successivamente, oltre un secolo dopo, l’11 giugno del 2002 il congresso degli Stati Uniti riconobbe di fatto in Antonio Meucci il primo inventore del telefono.
Ilaria Grasso
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