In questo nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, Ayurnamat; un termine proveniente dalla lingua inuit traducibile con ”l’inutilità di preoccuparsi per cose che non possono essere cambiate”.

Ayurnamat, l’importanza di non preoccuparsi eccessivamente: un insegnamento da Seneca

Un termine intraducibile proveniente dalla lingua inuit, Ayurnamat, facilmente annoverabile nell’insieme di quelle parole che si riferiscono alla tranquillità d’animo; o, come direbbe Seneca nel suo De Tranquillate Animi, alla tranquillitas. Se Democrito riteneva che l’assenza di affanni fosse prerogativa dell’animo equilibrato definendola euthymía, Seneca riprende  il concetto di  tranquillitas ciceroniano per riferirsi con il solo uso di questo termine – omettendo il lemma animi – utilizzandolo come corrispettivo di tranquillità interiore. Scrive Seneca:

« Questo stabile fondamento dell’animo i Greci lo chiamano euthymía, su cui v’è un egregio libro di Democrito; io la chiamo tranquillitas. »

Ayurnamat è, appunto, a grandi linee una parola molto vicina alla linea di pensiero del filosofo romano Seneca, ovvero la filosofia stoica il cui fondamento era accogliere la sofferenza con leggerezza, senza preoccuparsi eccessivamente di tutte quelle cose che sfuggono dal proprio controllo.

La saggezza consiste nel saper scindere le cose che possono essere controllate da quelle che non sono sotto l’egemonia del controllo umano, occupandosi poi solo delle prime. Una concezione che il termine Ayurnamat vuol veicolare; questa parola origina dalla lingua inuit un idioma parlato in Alaska, Groelandia e Canada e appartenente alla famiglia delle lingue eschimo-aleutine.

La filosofia dell’approccio pragmatico

La filosofia veicolata dal concetto di Ayurnamat si trasmuta in un vero e proprio stile di vita, concretizzandosi in una volontà di avere un approccio più pragmatico di fronte agli eventi. Questa espressione, quindi, può essere facilmente traducibile con l’inutilità della preoccupazione per situazioni che non possono essere evitate o modificate.

Un modo di vivere la vita evitando di sprecare preziose energie mentali cadendo nel vortice della ruminazione mentale o dell’overthinking; una pratica disfunzionale che comporta un eccessivo rimuginare non godendosi le cose belle del presente.

Stella Grillo