Bob Marley: la scomparsa del cantautore reggae

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Di Redazione Metropolitan

Ha solo trentasei anni Bob Marley quando un melanoma lo porta al decesso. Oltre a farsi sentire con la propria musica dedicata alla lotta contro l’oppressione politica e razziale, il cantautore diventa un vero e proprio leader politico della sua terra, la Giamaica.

Nel 1978, tre anni prima della sua scomparsa, gli viene conferita la medaglia della pace dalle Nazioni Unite a nome di 500 milioni di africani. Marley ha la capacità di conquistare tutto il mondo attraverso le sue canzoni, che esprimono il diritto di uguaglianza e il desiderio di libertà. “I Shot the Sheriff”, “No Woman, No Cry”, “Is This Love”, “One Love” e tanti altri successi portano la musica reggae verso la diffusione a livello globale.

11 maggio 1981: la morte di Bob Marley

Nel 1977 il cantautore nota una ferita all’alluce destro e, dopo un’ attenta diagnosi, viene scoperto un melanoma arcale sotto l’unghia dell’alluce. Alcuni medici gli consigliano di amputare il dito, altri solo il letto dell’unghia; per motivi religiosi, Marley sceglie la seconda opzione, ma il melanoma progredisce fino al cervello. Nel frattempo, il cancro continua a diffondersi e, dopo una tournée da record, il cantautore torna negli Stati Uniti, dove ha un collasso.

Successivamente all’evento, si reca in Germania per un consulto medico: il tumore, oltre al cervello, ha colpito anche i polmoni e il fegato. Ormai è troppo tardi, e il cantante è costretto a tagliarsi anche i dreadlock. Un ulteriore peggioramento si avverte nel volo di ritorno verso la Giamaica; l’aereo viene deviato in direzione Miami, dove Marley scompare la mattina dell’11 maggio 1981. Poco prima di morire, saluta i figli dicendo <<Money can’t buy life>> (<<I soldi non possono comprare la vita>>).  I funerali si tengono in Giamaica e, un mese dopo, il cantante viene insignito del Jamaica Order of Merit.

Le produzioni postume

Nel 2001 ai Grammy, Bob Marley viene omaggiato con il premio alla carriera e, nello stesso anno, esce il documentario “Rebel Music”, che ripercorre la sua vita. Per il popolo africano il cantautore è una vera e propria guida spirituale; ogni 6 febbraio in Giamaica si celebra la festa nazionale in suo onore. Non solo nel suo continente d’origine, ma anche negli Stati Uniti, Marley è stato omaggiato con una porzione della Church Avenue di New York, intitolata Bob Marley Boulevard.

Nel 2013 il cantante è stato omaggiato con il remix dell’album “Legend”.  Due anni più tardi la Fondazione Bob Marley ha reso pubblico il suo archivio con l’aggiunta del live dell’8 giugno 1978 alla Boston Music Hall. <<Chi ha paura di sognare è destinato a morire>> diceva Marley; e chi, come lui, ha sognato un mondo libero, uguale per tutti, senza distinzioni di razze, guardando la realtà che ci circonda ha avuto forse troppa paura di continuare a sognare.

Flavia Carrogu