“Bologna”, un racconto dedicato alla strage del 2 agosto 1980

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Tra qualche giorno ricorre l’anniversario della terribile strage di Bologna del 2 agosto 1980. A questo drammatico evento è dedicato il nostro racconto di oggi. Per realizzare la nostra storia, frutto della nostra immaginazione, ci siamo ispirati ai più recenti eventi riportati dalla cronaca in merito alle inchieste giudiziarie sulla strage.

Il gran caldo e le ore che non passavano le posero nella sua mente i più duri interrogativi. Carla era arrivata anche a chiedersi perchè era arrivata in quella sala d’aspetto nella stazione di Bologna. Poi una goccia di sudore e la valigia accanto a lei le ricordarono la promessa fatta qualche giorno prima. Un terribile patto per salvare la persona più amata. Carla strizzò gli occhi cercando di non pensarci e di concentrarsi sul presente fantasticando sulle persone che affollavano la stazione ed inventando su di esse le storie più disparate.

Bologna, tre giovani amiche

Questa puntata di Storyline è dedicata alla strage di Bologna
Il suo sguardo si concentrò su una bambina di neanche tre anni e su tre donne che l’accompagnavano, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Carla guardò da una parte all’altra quando il suo sguardo si concentrò su una bambina di neanche tre anni e su tre donne che l’accompagnavano, probabilmente tre amiche. Carla si domandò dove fossero dirette ipotizzando una vacanza magari in montagna o al mare che, chissà, forse la piccola non aveva mai visto. Le vedeva già per perdersi per i prati avvolte da una luce soffice che le teneva lontane dal macigno che schiacciava la sua testa. Forse Bologna non la conoscevano nemmeno perchè erano lì di passaggio. Carla pensò per un attimo di alzarsi e di andare a controllare avvicinandosi a quelle tre donne. Poi uno sguardo sulla valigia la fece desistere. Era meglio non muoversi visto ciò che c’era in ballo.

Carla si limitò a guardare i volti felici delle tre donne e della bambina. Una in particolare la colpì tanto che ipotizzò fosse la giovane madre. E perchè il padre non c’era.? Forse, ipotizzò Carla, era al lavoro in qualche fabbrica per permettere una vacanza alla famiglia. Sicuramente un padre vero, non uno che l’aveva piantata non prendendosi alcuna responsabilità come quello di sua figlia che ora rischiava la vita per colpa sua. La solitudine l’aveva spinta verso un tipo poco raccomandabile che voleva fare la guerra dei nuovi camerati come se la vecchia non fosse bastata. Carla aveva cercato di tirarsi indietro ma dopo minacce di morte alla piccola era finita in quella stazione.

La valigia della morte

Le immagini della stazione di Bologna dopo le esplosioni

Di fronte a lei quella valigia che aveva cominciato a guardare insistentemente da qualche minuto. Carla non sapeva cosa ci fosse ma per un attimo fu decisa ad aprila poi il pensiero della figlia la fermò. Riguardò allora le tre misteriose passeggere in sala da aspetto ridere e mettere da parte alcuni panini. Carla ripensò ad una gita fatta con la figlia in riva al mare. Pensò ai momenti spensierati trascorsi a giocare con la sabbia e ridere. Per un attimo chiuse gli occhi e sorrise credendo di trovarsi là. Poi l’annuncio dell’arrivo di un treno gli ricordò in fretta il terribile presente.

Carla guardò l’orologio erano le 10:15. Era in sala d’aspetto da un’ora ma si sentiva come se fosse in quella stazione da una settimana. Cercò di restare calma mentre l’ansia cresceva guardando l’orologio. 5 minuti dopo avrebbe ricevuto una telefonata che gli avrebbe spiegato cosa fare con quella maledetta valigia e che, soprattutto, avrebbe annunciato il rientro della figlia a casa. Carla cercò di distrarsi guardando nuovamente le sue amiche immaginarie notando che una delle tre donne era in piedi davanti alle altre. Forse, pensò, perchè finalmente era giunto il loro treno.

Epilogo

Carla alzò gli occhi al cielo poi l’ennesimo sguardo all’orologio gli fece capire che il momento arrivato. Si avvicinò ad un telefono pubblico. Girò in fretta la rotella dei numeri, ascoltò e lasciò la valigia all’ala ovest della sala d’aspetto dove gli avevano indicato. Pochi istanti dopo venne avvolta da un turbine di fuoco e detriti. Fece in tempo prima di scomparire a vedere un’ultima volta le sue tre amiche immaginarie chiedendo perdono a quelle vite gioiose che era stata costretta a spezzare. Erano le 10:25 quando la stazione di Bologna crollò. Pochi chilometri più in la una nonna riabbracciava la sua bambina che era stata portata via.

Stefano Delle Cave