Brasile, attacco al Parlamento: Lula contro le forze di sicurezza

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Di Rossella Di Gilio

I sostenitori dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro hanno attaccato il Parlamento e altri palazzi delle istituzioni. Sono oltre 400 gli arresti. Lula si scaglia contro le forze di sicurezza: «Non ha fatto nulla per garantire la sicurezza».

Brasile, attacco ai Palazzi del potere democratico

Brasile attacco
Brasilia – manifestanti attaccano il Parlamento

Migliaia di seguaci dell’ex presidente brasiliano di estrema destra Bolsonaro, si sono scontrati con la polizia. Vestiti di giallo e verde, colori nazionali, dopo giorni di assedio, i manifestanti sono riusciti a sfondare con non troppa difficoltà i blocchi della polizia e a i invadere i Palazzi del potere. Lo avevano preannunciato e alla fine ci sono riusciti. Una storia già vista, che ha seguito lo stesso schema dell’attacco a Capitol Hill (Campidoglio statunitense) per mano delle «truppe trumpiane». Le tre principali sedi istituzionali del Paese, quali il Palazzo presidenziale di Planalto, il Congresso e la sede del Tribunale supremo, sono state oggetto di numerosi atti vandalici. I «terroristi», così li ha definiti la stampa locale, invece di accettare la sconfitta in libere elezioni, hanno deciso di seminare panico e distruzione. Non è dunque un caso che ci si riferisca a Jair Bolsonaro, sebbene abbia contestato il suo stesso elettorato, con l’appellativo di “Donald Trump Brasiliano“.

Il durissimo discorso di Lula

I manifestanti hanno filmato e diffuso in rete i video mentre spaccavano tavoli, sedie e vetri. Un’occupazione in piena regola che non ha attenuanti e tantomeno giustificazioni. Ad aver agevolato i dimostranti, risultando in parte complici dell’attacco sono le stesse forze di sicurezza. Ci sono volute ore prima che le forze dell’ordine riuscissero ristabilire una parvenza di controllo della situazione. La polizia militare è intervenuta semplicemente con proiettili di gomma e bombe stordenti, nel vano tentativo di disperdere la folla. Successivamente si sono muniti di gas lacrimogeni, procedendo agli arresti che superano di gran lunga la soglia di 400. Lula, attuale presidente, che nella giornata di ieri si trovava nello Stato di San Paolo, ha riservato delle parole durissime per la cattiva gestione della rivolta:

 «tutti i responsabili di atti terroristici saranno identificati e puniti» – ha premesso il presidente, per poi scagliarsi contro le forze dell’ordine che ha accusato di «incompetenza o malafede». Ancora, si legge in un suo tweet, Lula sostiene che proprio come successe nel caso dei sostenitori a stelle e strisce, anche in questo caso i «fanatici fascisti» siano stati «incoraggiati dai discorsi» del loro stesso leader.

Rossella Di Gilio

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