Cappuccetto Rosso di Charles Perrault, una delle fiabe più famose giunte sino all’era moderna. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’infanzia, uno sguardo alla simbologia che intercorre nella nota narrazione.
Cappuccetto Rosso, simbologia e analisi
Nel consueto appuntamento della rubrica del venerdì dedicata alla letteratura dell’infanzia, la scorsa settimana in occasione del suo anniversario di nascita, si era trattata la personalità letteraria di Charles Perrault. Tuttavia, è bene discernere come ogni fiaba abbia una propria morale, a volte diversa da come questa giunge in epoca moderna. Cappuccetto Rosso è un esempio lampante di come le fiabe originali siano arrivate, nei tempi attuali, in versioni rimaneggiate. La versione di Perrault finisce drammaticamente: la bambina è mangiata dal lupo. La figura salvifica del cacciatore è pressoché inesistente. La morale è solo una: non fidarsi degli sconosciuti. E’ la versione dei fratelli Grimm, molti anni più tardi, che dà enfasi al cacciatore come figura che procede a salvare la bimba. Entrambi gli autori fanno riferimento alla tradizione popolare per la stesura della fiaba, quindi, i simboli e le figure sono retaggio derivante dalla produzione orale tradizionale.
Cappuccetto Rosso, simboli predominanti
I simboli che attraversano tutta la fiaba sono, essenzialmente, tre: il copricapo rosso, il lupo, il cacciatore. Le figure della madre e della nonna, pare rappresentino ruoli reali con le quali la piccola si rapporta. Ne Il Mondo Incantato, lo psicoanalista Bruno Betthleim esorta ad interpretare le fiabe al pari di un sogno: come nella classica teoria freudiana, in cui i sogni si compongono di un contenuto manifesto ed uno latente; e così, le fiabe. Colui che tramanda la fiaba, lo fa perché conscio di aver avvertito messaggi utili durante l’infanzia, quando, per la prima volta ha udito la produzione orale della storia. I simboli possiedono delle differenze fra le due versioni.
Differenze simboliche fra la versione di Perrault e quella dei fratelli Grimm
il tipico copricapo rosso da cui la fiaba prede il nome, nella versione di Perrault è indicato come un dono della madre; in quella dei fratelli Grimm è un dono da parte della nonna. Il ruolo del lupo che Cappuccetto Rosso incontra nel bosco è diverso fra le due stesure: nei fratelli Grimm, il lupo conosce già la piccola tanto da chiamarla per nome intimandola a sostare per strada, esortandola a raccogliere fiori. In Perrault, il lupo suggerisce alla bambina una strada più lunga.

In ogni caso la figura antagonista la precede, arriva nella abitazione della nonna e la divora. Infine, la figura del cacciatore: nella versione del favolista francese, quest’ultimo utilizza le forbici per aprire il ventre del lupo da cui, fuoriusciranno la nonna e la bambina vive e vegete; il lupo, quindi, morirà. Nei fratelli Grimm sono la nonna e la nipote a riempire la pancia del lupo con enormi massi pesanti: provando a correre, il lupo cade e muore.
Ambientazione: il bosco come simbolo di passaggio e cambiamento
L’ambientazione nel bosco rappresenta una velata idea di simbolismo che cela ulteriori significati. Nella fiaba il contesto boschivo è noto. Tuttavia, nei tempi antichi capitava che i boschi, le campagne o la natura in genere fosse più frequentata dai bambini. Era facile smarrirsi e perdere il senso dell’orientamento, per cui era visto come potenzialmente pericoloso. Nelle fiabe il bosco è simbolo di cambiamento e confusione: la bambina qui sembra conoscere molto bene l’ambientazione naturale in cui si barcamena: potrebbe essere un chiaro riferimento alla vita reale, sicuramente, ma ad una porzione problematica della stessa che si presenta agli occhi della piccola: l’adolescenza è un esempio.
Interpretazioni psicoanalitiche
Come già citato, Betthleim teorizza come la fiaba si presti a varie interpretazioni psicoanalitiche. La maggior parte delle proposte in tema di analisi riguardano tre interpretazioni dominanti:
- Prostituzione: la figura femminile nel bosco è uno stereotipo che, spesso, è associato alla prostituzione; nella Francia di quel tempo poi, la mantellina rossa era un segnale di esplicito adempimento alle mansioni di quel mestiere. La fiaba potrebbe quindi essere un’esortazione a non esercitare tale pratica;
- Maturità sessuale: la mantella rossa rappresenta il menarca, e le mestruazioni sono simbolo di crescita nonché di maturità sessuale. il lupo simboleggia l’uomo visto come predatore sessuale da cui stare attente;
- Antropofagia: al tempo della stesura della fiaba, l’Europa era flagellata da carestie. In quei tempi si segnalarono casi di cannibalismo. La figura antropofoga era dapprima interpretata da un’orchessa – nelle fiabe nordiche europee, specialmente, sono mostri che si cibano di carne umana – nelle versioni più attempate:la sostituzione dell’elemento mostruoso va, in seguito, dal femminile al maschile – il lupo – a riprova di come la storia si sia evoluta nel tempo per conformarsi a diverse esigenze.
Cappuccetto Rosso, quando i lupi sono fondamentali nella vita di ognuno
La fiaba, come diceva il grande pedagogista Gianni Rodari, è il luogo di tutte le ipotesi: non solo, in generale, presenta i potenziali pericoli in cui ci si può imbattere nel corso della vita e il modo di superarli; il lupo ne è, in questo caso, un chiaro esempio. Perrault sembra voler ammonire la bambina veicolando il messaggio che, indica, il non fidarsi di nessuno. Il classico ”non dare retta agli sconosciuti”.

Il lupo appare come personaggio essenziale per acquisire conoscenza del proprio Io. Una forza che si fa spazio nell’animo umano, ed è sempre presente in ognuno. La finalità della storia sembra indicare che i lupi sono fondamentali e pullulanti nella vita di ognuno: ciò che deve cambiare è la capacità di riconoscere il bene dal male. L’insegnamento è proprio questo: all’interno dell’animo umano non esistono flussi di per sé buoni o totalmente cattivi, ma solo forze che devono essere riconosciute per attuare un processo di crescita.
Pubertà e comprensione del mondo: la rinascita
Le domande che Cappuccetto Rosso pone al lupo una volta giunta all’abitazione della nonna, non sono altro che un elenco dei quattro sensi: udito, vista, tatto e gusto, ciò di cui ci si serve per la comprensione del mondo. Cappuccetto Rosso è una ragazza che si affaccia all’età puberale: in sé è predominante la curiosità e la scoperta del mondo. La tematica è quindi la rinascita ad un livello più completo: un messaggio in cui, i bambini, devono credere che si possano raggiungere alternative possibili di mondi auspicabili qualora si riescano a padroneggiare i propri impulsi. La rinascita si identifica con il fittizio taglio cesareo imposto al lupo per liberare la bambina e la nonna: la morale è riconoscere e comprendere la natura di ciò che ci attrae, comprendendo ciò che ci circonda.