Esteri

Cile, bocciata la riforma costituzionale della sinistra di Boric

Oltre il 60% del Cile ha deciso di respingere la proposta di riforma costituzionale voluta dal governo di Gabriel Boric, che conteneva al suo interno anche l’ampliamento di diritti civili, la tutela delle minoranze indigene e un inedito interesse ecologico. Definita da molti il progetto vincente per una costituzione moderna e aperta, non ha trovato però il sostegno politico della maggior parte dei cileni, con i festeggiamenti del partito ultraconservatore UDI e del resto delle forze politiche di opposizione. Il progetto di riforma costituzionale era stato votato favorevolmente nel 2020 dall’80% dei cittadini aventi diritto, ma già da oggi inizia un nuovo progetto: Boric ha già convocato i rappresentanti dei partiti per passare ad una nuova assemblea costituente. Intanto, a sinistra ci si chiede le ragioni della debacle.

Il 61,8% del Cile non è disposto ad abbracciare una nuova costituzione “internazionalista ed ecologista”; i conservatori festeggiano ma Boric ha un nuovo piano di assemblea costituente

I festeggiamenti del comitato per il “Rechazo”, “Respingo”, costituito da tutte le forze di opposizione

Non è il risultato che si aspettava Gabriel Boric, presidente di uno degli esecutivi più a sinistra dopo la brutale e reazionaria era Pinochet. A soli sei mesi dopo la sua elezione (e a tre anni dal movimento che quella riforma costituzionale l’aveva chiesta a gran voce) la maggior parte dei cileni non è pronta a riconoscere “Il Cile” come “uno stato sociale e democratico, fondato sullo stato di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico“. Il primo articolo ben racconta la sostanza del progetto costituzionale, ma alcuni nodi rimanevano pressanti per la popolazione cilena, come la restituzione alle minoranze mapuche delle proprie “terre ancestrali”.

Il Presidente ha già convocato alla Moneda, sua residenza ufficiale, i leader dei partiti, per procedere a un eventuale rimpasto e alla convocazione di una nuova assemblea costituente. Un bilanciamento dei punti critici del discorso costituzionale sembra essere pressante e fondamentale, se si pensa di raggiungere il risultato sperato. Stando all’opinione dei più, il testo uscito fuori dalla precedente assemblea costituente mancava di trasparenza e di semplicità, risultando lungo (177 pagine per 388 articoli) e insoddisfacente su vari punti. La costituzione (se si farà) sostituirà quella approvata nel 1980 proprio da Pinochet. “Dobbiamo ascoltare la voce della gente, non solo oggi ma negli anni intensi da cui veniamo, la rabbia è latente e non possiamo ignorarla” ha dichiarato Boric, memore delle proteste di piazza del 2019.

Alberto Alessi

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