Cina, il piano di pace per la guerra in Ucraina tra temporaggiamenti e tentavi di neutralità

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Di Stefano Delle Cave

Sono 12 i punti del piano di pace cinese che il presidente Xi-Jinping presenterà oggia Vladimir Putin a Mosca. Tra questi l’immediato cessate il fuoco e il rispetto del diritto internazionale. Dietro il negoziato di facciata l’interesse di Pechino ad evitare una sconfitta russa e la creazione di una zona di influenza che interrompa l’egemonia americana. Per questo la Cina manterrà una posizione neutrale ma dovrà necessariamente trovare un accordo che accontenti tutte le parti in gioco per raggiungere i propri obiettivi

Cina, la verità sulla posizione di Pechino e i 12 punti sulla pace

Xi-Jinping, fonte trend-online.com

“Una cosa è certa. Pechino non vuole che Putin perda questa guerra” . È quanto affermato a Il Resto del Carlino da Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino e che aveva lavorato al Cremlino ai tempi di Medevdev. Dietro il piano di pace delle Cina presentato da Xi-Jinping a Mosca ci sarebbe per Gabuev solo un gioco di facciata “per confermare che la relazione strategica con la Russia è solida. Per questo è venuto a Mosca nel bel mezzo di una guerra per mostrare che Pechino sta sostanzialmente con Putin. Ma doveva anche controbilanciare questa scelta di campo dando l’impressione al mondo che è portatore di una proposta sulle trattative di pace in Ucraina e rafforzare la propria narrativa della Cina come potenza globale responsabile. Per questo Xi probabilmente chiamerà anche Zelensky. Putin da parte sua gli ha dato spago, dicendo che esaminerà con attenzione le proposte cinesi per mettere fine alla guerra. Ma Xi sa che sono parole”.

Anche Washington teme che Xi-Jinping stia prendendo prendendo tempo chiedendo il cessate il fuoco per dar modo alla Russia di riorganizzarsi per vincere la guerra in Ucraina. Ciò nonostante il leader della Cina è pronto a presentare a Putin il suo piano di pace composto da 12 punti. In esso nei primi tre punti sono compresi il rispetto del diritto internazionale e della sovranità e l’indipendenza dei singoli stati, il cessato il fuoco e la fine della nuova guerra fredda con l’occidente. Al quarto punto invece si parla, come si legge su Open, della necessità di “sostenere Russia e Ucraina affinché si incontrino” perchè i negoziati sono considerati “l’unica via d’uscita praticabile” .

Il no alle armi nucleari e alle sanzioni unilaterali

Il quinto e il sesto punto sono riservati al dovere di proteggere i civili, creare corridoi umanitari e al rispetto del diritto umanitario. Il settimo e l’ottavo punto del piano di pace cinese prevedono la tutela delle centrali nucleari, il no alle armi nucleari che non devono essere usate. Al nono punto sono previste della garanzie per continuare l’export di cereali dall’Ucraina. Il decimo punto è invece riservato alla fine delle sanzioni unilaterali. Il piano si conclude poi con un appello, come si legge su Open, per ”la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento” e con il fermo invito a procedere con la ricostruzione dei territori distrutti.

La riorganizzazione multipolare del sistema mondiale

Rompere l’egemonia di Washington e riorganizzare il sistema mondiale in chiave multipolare insieme alla Russia. È un altra chiave di lettura della strategia della Cina proposta da Francesco Strazzari, professore di Relazioni Internazionali alla Scuola Sant’Anna di Pisa a Il fatto quotidiano.
“Il gigante asiatico”, spiega Strazzari, “vuole arrivare a una riorganizzazione del sistema mondiale che rompa lo schema unipolare imposto da Washington. Un obiettivo da raggiungere con gradualità, che la guerra ostacola invece di avvantaggiare. Ma Xi Jinping sa anche che non può raggiungerlo senza un sistema di equilibri che presuppone una partnership con Mosca”.

Per questo, continua Strazzari, Pechino ha bisogno di “una strategia di pace più articolata, che offra buoni motivi per cessare le ostilità anche all’altra parte, di per sé restia a lasciarle il ruolo di mediatore. Intanto, potrebbe iniziare col prendere ufficialmente contatto con il governo ucraino”. Il tutto, ovviamente, per raggiungere l’obiettivo sopra citato, “impedendo una destabilizzazione della Russia”.

Stefano Delle Cave

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