Qualche giorno fa finalmente è uscito uno dei sequel più attesi di sempre: Come per disincanto. La Disney ci regala un’altra storia travolgente con i nostri protagonisti preferiti al completo: Giselle, Robert, il principe Edward, Nancy e la piccola Morgan (oramai adolescente).

Come per disincanto: dopo il “vissero per sempre felici e contenti”

Ogni disneyano che si rispetti era in trepida attesa per questo film. Dopo aver catapultato Giselle dal suo mondo fiabesco nella cruda realtà newyorkese in Come d’Incanto, i fedeli del mondo Disney erano curiosi di saperne di più. Ebbene è proprio nel nostro mondo, nella realtà grigia e priva di magia in cui viviamo, che Giselle ha incontrato il suo vero amore. L’ Amore che ha continuato ad essere fonte di salvezza anche in questo nuovo capitolo.

Sono passati quindici anni da Come d’incanto, ora siamo in un’epoca completamente differente dal 2007, questo film esce in un periodo in cui la Disney ha fatto molti passi in avanti, si prende in giro bonariamente da sola ironizzando sui propri cliché, e fornisce un nuovo volto al Vero Amore in grado di spezzare i sortilegi; difatti come ci ha insegnato già Maleficent, questo potente sentimento non proviene per forza dal cuore di un principe azzurro, ma può anche essere generato da quello materno, quello genitoriale. La Disney, dunque, ha già portato da qualche anno nel suo mondo magico un po’ di realtà, e ha preparato bene il proprio pubblico ad accettare questo nuovo prodotto che ci dona una massima importante: il mondo reale è meglio di quello incantato.

Eh già, perché nelle fiabe i personaggi sono maschere preimpostate, che devono rivestire semplici ruoli e non hanno potere decisionale su nulla, le creature mostruose sono sempre in agguato ed esiste anche la magia nera. Come per disincanto ha il compito di scardinare il finale di ogni fiaba, non esiste il fantomatico “vissero per sempre felici e contenti”, non è quella la fine di tutto, c’è un dopo: le sfide quotidiane.

Gli elementi dei Classici Disney

Il film inizia con l’apertura di un libro, lo scoiattolino amico di Giselle narra il sequel della prima parte di storia a cui eravamo rimasti, e questo è un elemento già visto nei Classici Disney, ma non è l’unico. Monroeville somiglia tantissimo al paesino di Belle, e anche l’atmosfera e le canzoni rimandano a La Bella e la Bestia, Giselle canta con gli animali così come fa Biancaneve, le tre babysitter somigliano incredibilmente alle fatine di Aurora: FloraFauna e Serenella, Pip si trasforma in una sorta di Lucifero (il gatto pestifero della matrigna di Cenerentola), il grande orologio sulla torre terrorizza per lo scocco della mezzanotte ed il vestito a brandelli di Morgan ricorda esattamente quello di Cenerella prima dell’arrivo della fata madrina per sistemare il tutto.

Ognuno di questi elementi è in grado di far sognare gli spettatori. Sicuramente Come per disincanto non è un film tecnicamente eccellente, ma ha il potere di riportarci indietro sino all’infanzia e allo stesso tempo aprirci gli occhi con la realtà che conosciamo oggi. Questo lungometraggio riesce ad incantare e disincantare, come nessun film Disney ha saputo fare prima d’ora.

Sara Di Luca

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