Come sopravvivere al Natale con i parenti?

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Di Giorgia Bonamoneta

Mancano pochi giorni al Natale e ammettiamolo: non tutti sono felici. Soprattutto chi deve cercare come sopravvivere al Natale con i parenti. I parenti a Natale sono una categoria a parte, potremmo definirli “parenti domandoni”. Sono quelli che si vedono soltanto durante le festività e per questo hanno messo da parte durante l’anno una serie di grandi quesiti e dubbi che devono essere tutti risolti tra la cena della vigilia, il pranzo di Natale e la riffa del 26.

Ma chi ha davvero voglia di rispondere seriamente a quelle domande? Tra fidanzatini invisibili, il significato del nuovo tatuaggio e i motivi dietro la scelta di un lavoro digitale, si può creare un clima teso. Prima di giungere alla giostra medievale come scontro generazionale tra domande e risposte sempre più intime e politicamente divisive, è bene disinnescare l’ordigno. Come? 

Sopravvivere al Natale - photo credits: Giorgia Bonamoneta
Sopravvivere al Natale – photo credits: Giorgia Bonamoneta

Sopravvivere al Natale con i parenti: si può fare!

Sopravvivere al Natale con i parenti può sembrare un’impresa impossibile, ma si può fare (il tono è quello del dottor Frederick Frankenstein). Si può scegliere la tecnica della risposta con una domanda a una domanda, la risposta provocatoria, o quella “a Natale siamo tutti più buoni”. Forse la più efficace rimane la risposta a Natale puoi fare quello che non puoi fare mai

In ogni caso ricevere specifiche domande sulla propria condizione di vita e di disagio o in merito a qualcosa che non si ha ancora la volontà di raccontare, come fare coming out, può essere triggerante. Una domanda, un’affermazione o una particolare situazione possono avere un “effetto trigger”, cioè risvegliare un trauma passato, una ferita ancora non chiusa che crea forte disagio e uno stato di tensione.

Per superare la fase trigger si può prendere un respiro profondo, non è banale e lascia quel tempo di sospensione tra la domanda e la risposta ed è già parte della risposta. Oppure si può indirizzare il proprio sguardo verso unə alleatə, un parente o lə partner presente per cercare conforto. 

Qualcunə potrebbe non cogliere il segnale di disagio e pretendere comunque una risposta, incalzando sulle domande.

Le domande più frequenti dei parenti invadenti: quali sono

Le domande più frequenti sono in merito a argomenti come:

  • fidanzamento (in un’ovvia visione etero delle relazioni);
  • lavoro (quello “vero”, non gli stage pagati male);
  • studio e laurea (perché c’è sempre quellə cuginə che si è laureatə in anticipo con il massimo dei voti e il bacio accademico);
  • nozze e nipoti (l’unica strada che una coppia è destinata a percorrere. O forse no?);
  • alimentazione vegetariana, vegana o senza glutine (tanto sono tutte scelte da anticonformisti un po’ stravaganti, anche una patologia);
  • mangiare troppo o troppo poco (non va mai bene niente);
  • trucco, capelli, aspetto fisico e vestiario (possibile che neanche a Natale ti vuoi conformare?!).

Come rispondere ai parenti e sopravvivere al Natale?

I “parenti domandoni” non si possono fermare, hanno le loro motivazioni per fare quelle domande così intime, invasive e poco empatiche. Quello che non si aspettano è una strategia di risposta atta alla sopravvivenza. Dopotutto la maggior parte delle domande sono fatte per non ottenere risposte. Allora perché dargliele?

I consigli sono in chiare ironica, ma neanche troppo. L’idea è quella di sopravvivere, non di convincere i parenti domandoni di essere inopportuni o di non conoscere quel tema su cui vuole dibattere.

Sopravvivere al Natale e alle domande sul lavoro: qualche consiglio

Le domande sul lavoro sono tra le peggiori domande che si ricevono a Natale. Non riguardano soltanto il lavoro in sé, ma il valore della persona in quanto occupata o meno. Per questo si può sceglie di rispondere in due modi: in maniera brutale e realistica o fantasiosa e falsa.

Il metodo brutale e realista mette di fronte al parente domandone la realtà dei fatti, ovvero che il lavoro quando c’è è pagato male. Per questo non si smette di cercare, ma (inserire nome del parente) sto cercando un posto che mi valorizzi. Dire di essere “alla ricerca di” dovrebbe chiudere la questione. Se invece volete farvi una risata potete sempre mentire in maniera molto fantasiosa. Potete raccontare di aver trovato un lavoro particolare, con quei nomi strani che gli adulti non conoscono come youtuber, tiktoker, content digital artist creator. Oppure uno dove pagano in pop-corn o proprio quel lavoro che il parente domandone ha sempre voluto fare, ma che non è mai riuscito a ottenere. Rubare i sogni altrui, sì questa è spirito natalizio.

Sopravvivere alle domande sulla laurea: io sì e tu?

Molte volte la pressione per lo studio, il raggiungimento del traguardo della laurea e il ripagare i genitori (o se stessi) per il contributo economico allo studio può far emergere una sensazione spiacevole (vedi burnout e depressione) C’è poco da scherzare: tra il 2020 e il 2021 il tasso di suicidi giovanili è aumentato del +75%. A Natale la convivialità potrebbe rappresentare uno ostacolo troppo grande per parlare di numeri, per questo è meglio adottare una tecnica di risposta diversa.

Io sto studiando e tu?“. In molti casi i parenti domandoni non hanno una laurea, non hanno frequentato l’università o l’hanno abbandonata presto per inseguire i propri sogni lavorativi (quelli che gli avrai rubato con la domanda precedente).

Può capitare però di vedersi mettere a confronto con qualche cugina, figlio del vicino di casa, amica dell’amico di quel tale che si è laureato con 120 e lode e bacio accademico in appena 2 anni su 5. Come fare? “Buon per ləi” e basta. Ci sono tanti altri argomenti da schivare.

Sopravvivere alle domande sulle relazioni: chi è senza peccato si faccia gli affari suoi

La domanda delle domande, quella che quando viene posta tutto il tavolo fa silenzio, mette da parte le carotine fritte e drizza le orecchie, è solo una: “Dov’è il/la fidanzatino/a?”. Sorvolare è facile, si può mentire sull’ubicazione e la sua esistenza insieme con “A casa sua” e un sorriso; diventa invece un problema se da anni il/la fidanzatino/a rimane a casa sua. Serve qualcosa di più fantasioso:

  • Ho la vocazione, sono fidanzato/a con (inserire nome di una o più divinità);
  • Ho tanti fidanzatini/e e non sapevo chi portare;
  • Dov’è? A salvare il mondo, ecco dove.

La faccenda si fa spinosa anche quando il/la fidanzatino/a è presente e piovono domande su prole e matrimonio. Ci vuole un’azione congiunta, un lavoro di coppia nel dire: “Abbiamo i nostri tempi” o “Non vogliamo correre” e persino “Zio/a, durante l’anno vi daremo una bella notizia” per poi non fare nulla comunque.

Sopravvivere al Natale e alle domande sull’alimentazione e la salute: attenzione alle mine

Il discorso dovrebbe essere facile da affrontare se non fosse per i parenti domandosi con commenti su corpi, abitudini alimentari e salute. Con una malattia invisibile o uno stato di salute mentale precario sopravvivere alle domande è difficile. A essere in difetto però sono i parenti domandoni. Sarà quindi assolutamente normale considerare i consigli indesiderati come le zanzare a dicembre: di troppo.

A “La carne fa buon sangue!” si risponde con “Non ti facevo vampiro.” A “Guarda che così poi svieni\deperisci\etc” si risponde “Non ti sapevo esperto/a di ‘Australopithecus afarensis’ (ma si può inventare qualsiasi malattia dal nome astruso)”. Questa manovra tattica è fatta per confondere e mangiare tranquillamente nello sconcerto dei parenti che, per non sembrare ignoranti, non diranno nulla al riguardo.

Queste risposte vanno bene se si vuole intavolare un breve scambio surreale. Al contrario per chiuderlo si può tentare con “Non ci avevo pensato, dal 1° gennaio inizio“. Grazie per niente e si passa al prossimo piatto del menu.

L’alimentazione è un tasto dolente perché i parenti domandoni lo notano se non mangi la carne sulla tavola o se mangi troppo o troppo poco per i loro gusti. Meglio valutare se vale la pena risponde o meno. Se la risposta è no, segui la regola d’oro: glissare. L’obiettivo non è intavolare una conversazione profonda, ma sopravvivere. “Ho mal di stomaco” e passa la paura vegetariana o vegana.

Invece, per chi viene è indicato e giudicato per il proprio corpo e il rapporto con il cibo non c’è un modo semplice per rispondere. Tutti i presenti al tavolo stanno mangiando e bevendo e nello scegliere un corpo da giudicare c’è tanta ipocrisia e fobia. “Povera salute che se ne va eh!” può essere una frase che confonde, che non vuole creare liti e con il suo generalismo appiattisce le polemiche. Ma sappiamo che il terreno è scivoloso. Se si riesce ad alzare le spalle e ignorare è una grande vittoria.

Sopravvivere al Natale non è affatto facile, ma è più facile evitando i conflitti.

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Articolo di Giorgia Bonamoneta e di Maria Paola Pizzonia.

Se hai pensieri suicidi (anche a Natale), ci sono diversi numeri a cui puoi riferirti per avere assistenza, come il Telefono Amico, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 24. Puoi contattare un operatore allo 02 2327 2327 o, se preferisci, via internet, cliccando qui. Puoi anche fare uno squillo all’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.