Condannato il cardinale George Pell. Salta il primo prelato dopo il summit sulla pedofilia

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Di Stefano Delle Cave

Condannato per abusi su minori dalla giustizia civile australiana, al cardinale George Pell è stata negata la libertà su cauzione. E’ il primo duro banco di prova per il Vaticano dopo il summit sulla pedofilia. Pell rischia di tornare allo stato laicale come disposto per Theodore McCarrick

Condannato il cardinale George Pell- le accuse

Le accuse contro il cardinale australiano e principale consigliere finanziario del papa George Pell riguardano eventi avvenuti nel 1996 quando era arcivescovo di Melbourne. Pell in quell’anno, dopo aver servito messa, avrebbe molestato due ragazzi tredicenni del coro della chiesa di San Patrizio e avrebbe poi aggredito in modo brutale uno di loro in un corridoio un mese dopo. Per questo il cardinale George Pell è stato processato e condannato in primo grado dalla County Court dello stato di Victoria in Australia con un verdetto unanime della giuria. “Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le misure cautelari già disposte nei confronti del cardinale Pell dall’ordinario del luogo al suo rientro in Australia, ossia che in attesa dell’accertamento definitivo dei fatti al cardinale Pell sia proibito in via cautelativa l’esercizio pubblico del ministero e come di norma il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età”, fanno sapere dal Vaticano ribadendo quanto deciso contro Pell al momento dell’inizio delle indagini che erano culminate con la condanna avvenuta lo scorso dicembre ma resa nota solo ora. Il cardinale adesso rischia di scontare fino a 50 anni di carcere

condannato il cardinale George Pell per pedofilia
immagine tratta da radionz.co.nz

Condannato il cardinale George Pell- negata anche la libertà su cauzione

La County Court ha negato al cardinale George Pell la libertà su cauzione pertanto il prelato dovrà restare nel carcere di Assessment di Melbourne in attesa della sentenza della Corte d’Appello prevista per il 13 marzo. “Una notizia dolorosa, che siamo ben consapevoli ha scioccato moltissime persone non soltanto in Australia, Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane. In nome di questo rispetto, attendiamo ora l’esito del processo d’appello, ricordando che il card. Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all’ultimo grado“, ha affermato il direttore della Santa stampa vaticana, Alessandro Gisotti. Il caso Pell rappresenta un grave e importante banco di prova per la Santa Sede dopo il summit sulla pedofilia per le accuse scottanti al più alto prelato in Vaticano fin ora. Il cardinale era già stato sospeso dopo le prime accuse mossagli contro, ora rischia, per la giustizia canonica, l’allontanamento dalla Santa Sede e la riduzione allo stato laicale come è avvenuto per Theodore McCarrick, altro cardinale e arcivescovo accusato di pedofilia

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immagine tratta da thetablet.co.uk

Non solo George Pell- la pedofilia nella chiesa australiana

George Pell potrebbe non essere il solo prelato australiano colpevole di pedofilia. Un’altra indagine è stata aperta contro l’arcivescovo cattolico di Brisbane, Mark Coleridge, accusato di aver trattato in maniera violenta e aggressiva una donna di Canberra che nel 2006, quando era arcivescovo di questa città australiana, era venuta a portargli informazioni sugli abusi sessuali su minori nell’allora sua diocesi. La donna sarebbe stata chiamata “pettegola” e respinta in malo modo. Coleridge, che ha partecipato al summit sulla pedofilia condannando la risposta della Chiesa sulle denuncie fatte, al momento respinge le accuse ma l’indagine resta aperta.