Ah, gli anni Ottanta. Colori fluo, capelli cotonati, disco music, spalline imbottite, rollerblades, musicassette e… film di fantascienza. Un decennio che si ricorda di certo per gli eventi epocali, dall’attentato a Papa Giovanni Paolo II al disastro di Černobyl’, fino alla caduta del muro di Berlino, ma anche per la grande crescita del genere sci-fi.
Pellicole che sono diventate dei classici intramontabili, oppure produzioni di nicchia, ormai scovabili solo dai collezionisti più meticolosi; si tratta, in ogni caso, di lungometraggi che hanno cambiato per sempre la storia del cinema, pietre miliari della Settima Arte, ancora oggi considerate dagli addetti ai lavori come modelli di riferimento e dagli spettatori come ricordi felici di giorni lontani. Ma quali sono i titoli più amati dal pubblico? Ne abbiamo selezionati cinque che vi daranno la duplice sensazione di essere balzati in avanti in un domani imprecisato e, al tempo stesso, di essere tornati indietro nei mitici Eighties, con lo zaino Invicta ancora in spalla.
Film di fantascienza: E.T., il tenero alieno con la nostalgia di casa
Diretto da Steven Spielberg e tratto da un soggetto scritto da lui stesso, E.T. (1982) ha aperto la strada ad un nuovo modo di lavorare per il grande schermo. Le avventure del dolce alieno e dei suoi amici per caso hanno vinto quattro premi Oscar, due Golden Globes, un BAFTA e decine di riconoscimenti minori. La vicenda ruota intorno a un piccolo extraterrestre, erroneamente abbandonato dai suoi simili, che si trovavano sul nostro pianeta per un sopralluogo. Attratto dalle luci di Los Angeles, E.T. resta indietro e, rimasto solo, cerca riparo in una casa. Qui abitano Elliott (Henry Thomas), la madre Mary (Dee Wallace-Stone), il fratello maggiore Michael (Robert MacNaughton) e la sorellina Gertie (Drew Barrymore). Il primo a trovare la bizzarra creatura sarà proprio Elliott; tra i due, nascerà una splendida amicizia.
Gli effetti speciali all’avanguardia, l’epica colonna sonora di John Williams, e l’infinita dolcezza del protagonista hanno contribuito all’incredibile successo di un capolavoro della fantascienza, che ha ottenuto incassi record, superando, nel 1983, quelli di Guerre Stellari. La scena di Elliott che scorta il compagno verso la sua astronave a bordo di una bicicletta volante è rimasta negli annali, così come la celeberrima battuta: «E.T. telefono…casa».
Blade Runner: anche gli androidi hanno un’anima
Liberamente ispirato al romanzo distopico di Philip K. Dick, Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?), il kolossal del 1982 di Ridley Scott è ambientato in una Los Angeles distopica del 2019, in cui la società Tyrrel Corporation ha creato i “replicanti”, androidi dalle fattezze umane, ma con capacità nettamente superiori. Queste creature vengono impiegate per i lavori più duri e sono progettati per non sopravvivere oltre quattro anni. A seguito di una rivolta scoppiata in una base extraterrestre, i ribelli riescono a raggiungere L.A., per poi confondersi tra la popolazione. Rick Deckard (Harrison Ford), ex membro dell’unità speciale Blade Runner, viene quindi richiamato in servizio per scovare i replicanti fuggitivi. L’incontro con Rachel, però, cambierà le carte in tavola.
Considerato da Scott il suo lavoro più completo, è ritenuto una delle migliori pellicole di fantascienza di sempre. Nel 2017, Denis Villeneuve ha girato un sequel, Blade Runner 2049, che ha visto il ritorno di Ford, affiancato da Ryan Gosling, Ana De Armas e Jared Leto. Il quesito circa gli androidi, e sulla coscienza da loro sviluppata, che non li rende poi tanto diversi dagli uomini, è uno dei temi più profondi e poetici del cinema moderno.
Terminator: una fantascienza che fa paura
Di tutt’altro stampo sono i cyborg presenti in Terminator, primo capitolo del franchise che ha dato il via alla carriera di James Cameron e ha rafforzato quella di Arnold Schwarzenegger. Nella solita Los Angeles, stavolta del 1984, arrivano due individui direttamente dal 2029; si tratta di un Termimator (Schwarzenegger), organismo cibernetico assassino, inviato ad uccidere una ragazza di nome Sarah Connor (Linda Hamilton) e del soldato Kyle Reese (Michael Biehn), che ha il compito di salvarla.
Il motivo dell’accanimento risiede nella progenie della donna. Una rete globale di difesa di intelligenza artificiale, chiamata Skynet, raggiungerà presto l’autocoscienza, per poi ribellarsi agli umani e scatenare un olocausto nucleare. John Connor, il futuro figlio di Sarah, sarà il leader di un movimento di resistenza umana; il Terminator dovrà eliminarla prima che abbia il bambino. La saga è proseguita con altri cinque film: Terminator 2 – Il Giorno del Giudizio (1991), Terminator 3 – Le Macchine Ribelli (2003), Terminator Salvation (2009), Terminator Genisys (2015). Nel 2019 è uscito Terminator – Destino Oscuro, con il ritorno di Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger.
Who You Gonna Call? Ghostbusters!
Paura dei fantasmi? State tranquilli, ci pensano i Ghostbusters. Basandosi sulla sua passione per i fantasmi, Dan Aykroyd ideò il film per interpretarlo in prima persona, insieme a John Belushi; il progetto, però,fu scartato, e Belushi morì improvvisamente. Tempo dopo, e rimaneggiando la sceneggiatura, la storia prese vita. Interpretato da un gruppo di comici del Saturday Night Live, la pellicola è diventata un vero e proprio cult, apprezzato per il suo mix di horror, commedia ed effetti speciali. L’indimenticabile colonna sonora ha fatto il resto.
Peter Venkman (Bill Murray), Egon Spengler (Harold Ramis) e Raymond Stantz (Dan Aykroyd) sono tre ricercatori universitari di parapsicologia. Dopo aver avuto un incontro-scontro con un ectoplasma, e dopo essere stati espulsi dal campus, si mettono in proprio. Aprono, così, un’agenzia di acchiappafantasmi. Il loro scopo è liberare le dimore infestate da presenze ostili, attraverso apparecchi all’avanguardia. Le cose, però, non vanno subito per il verso giusto. Il trio, tuttavia, non si perde d’animo, e compra l’ex caserma dei Vigili del Fuoco, facendone il suo quartier generale.
Ritorno al Futuro, molto più che un film di fantascienza
Marty McFly (Michael J. Fox) è un diciassettenne californiano , che spesso aiuta Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd), scenziato geniale ed eccentrico, nelle sue trovate. Un giorno, Doc lo invita a raggiungerlo in un parcheggio per filmare un misterioso esperimento. Giunto all’appuntamento, Marty scopre che l’amico ha modificato una DeLorean DMC-12, rendendola una macchina del tempo. Un commando di terroristi libici, al quale Doc aveva sottratto del plutonio, irrompe in cerca di vendetta, e il ragazzo si rifugia nell’auto, attivando senza volerlo i comandi. L’adolescente si ritrova dunque catapultato nel passato, al 5 novembre 1955, senza plutonio sufficiente per tornare nel futuro. Non gli resta, quindi, che mettersi sulle tracce del giovane Emmett, per chiedere aiuto.
Il franchise Ritorno al Futuro non può essere ingabbiato nella definizione di film fantascientifico; si tratta, piuttosto, di un simbolo degli anni Ottanta. Il primo episodio della trilogia di Robert Zemeckis, premiato agli Oscar per il montaggio sonoro, è una storia di fantasia, crescita, amore ed amicizia, piena zeppa di momenti entrati ormai nell’immaginario collettivo. La più celebre, forse, vede Marty esibirsi sulle note di Johnny B. Goode, all’epoca non ancora composta, che sarebbe stata portata al successo tre anni dopo dallo stesso Chuck Berry. Nel lungometraggio, il musicista l’ascolta al telefono e ne trae ispirazione, creando così un ironico paradosso temporale. Ritorno al futuro è ul cult movie intramontabile, capace anche lui, proprio come Doc, di farci tornare indietro nel tempo, con nostalgia. Esclamando, magari, un «Grande Giove!», che ci sta sempre bene.
Federica Checchia
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