Cultura

Daliland, il film che racconta il drammatico retroscena della vita di Salvador Dalì

Il film Daliland rappresenta un avvincente ritratto della vita di Salvador Dalì, una delle figure più iconiche nel mondo dell’arte del XX secolo. L’esistenza di questo pittore ha rappresentato un insieme di genialità e sregolatezza.

La trama

Daliland film

Il film Daliland, in uscita sul grande schermo a partire dal 25 maggio, è ambientato a New York nel 1973. In questo periodo il pittore Salvador Dalì vive al Ritz insieme a sua moglie Gala. La sua occupazione principale consiste nel preparare la sua prossima mostra. Per aiutarlo nelle sue faccende Dalì assume l’assistente James affinché lo aiuti col suo lavoro. Fino a quel momento James era stato occupato come stagista presso una galleria. Con la sua occupazione il giovane assistente si ritrova immerso nella drammatica cupezza di Dalì. I discorsi del pittore sono infatti spesso caratterizzati da un’angoscia per la morte, anche a causa del Parkinson che lo sta deteriorando progressivamente. Dalì conduce una vita che lo consuma sia dal punto di vista economico, che da quello psico-fisico. Attraverso gli occhi di James viene raccontata non soltanto la tragica esistenza del pittore, ma anche un ritratto degli anni ‘70 che mette al centro pensieri di morte, malattie e nodi irrisolti. In questa atmosfera Dalì è costretto a dipingere solamente per finanziare il suo malandato stile di vita, e non più per esigenze artistiche.
In Daliland è inoltre presente un netto contrasto tra la giovinezza dell’assistente, e la decadente vecchiaia di Dalì. Da una parte la visione di un giovane appassionato all’inizio della propria carriera che si contrappone a quella di un vecchio pittore sempre più fragile e consumato. L’utilizzo di un personaggio fittizio come quello di James permette di avere una migliore chiave interpretativa della storia vera che si ispira ad un vero genio dell’arte.

Sonia Faseli

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