Cultura

Dantedì, IX canto del Purgatorio, il sogno di Dante

In questo appuntamento con Dantedì arriviamo dopo chiusura dell’VIII canto del Purgatorio, quando Dante si trova nella zona definita antipurgatorio, che è costituita dalla parte bassa della montagna. Questa comprende la spiaggia e la prima fascia, i primi tre balzi della costa. Qui i penitenti cominciano a espiare dovendo attendere un determinato periodo di tempo prima di poter salire alle vere cornici del Purgatorio dove purgare con pene fisiche i propri peccati. Da qui prende inizio il viaggio di Dante nel IX canto del Purgatorio.

Nella notte di domenica di Pasqua 10 aprile, che porta verso l’alba di lunedì 11 aprile, Dante coricatosi sul prato, vinto dal sonno si addormenta. Poco prima dell’alba, Dante sogna di essere afferrato da un’aquila dalle piume d’oro e da essa velocemente portato nella sfera del fuoco. La sensazione di calore è tale che il poeta si sveglia di soprassalto. Ancora spaventato dal sogno, si guarda intorno e non riconoscendo il luogo in cui si trova, impallidisce.

Il sogno di Dante e Santa Lucia nel IX canto del Purgatorio

Nell'immagine Dante e il Purgatorio photo credit: scuolissima.com
Nell’immagine Dante e il Purgatorio photo credit: scuolissima.com

Nei pressi della porta del Purgatorio, Dante viene rincuorato da Virgilio che lo esorta a non perdersi d’animo, e gli spiega com’è arrivato lì. Durante il sonno, Dante è stato raggiunto da Santa Lucia che lo ha condotto davanti alla porta del Purgatorio, la quale dopo aver posato il suo corpo, ha indicato a Virgilio la porta d’ingresso. Dante a questo punto confortato dalla spiegazione di Virgilio prende a seguirlo speditamente, e nel frattempo “Dante scrittore” avvisa il lettore che da questo momento in poi la narrazione sarà più complessa.

Proprio sulla porta d’ingresso Dante e Virgilio incontrano l’angelo guardiano. Costui provvisto di una spada sfavillante, dopo aver appreso da Virgilio che li ha inviati Santa Lucia, li invita a farsi avanti. Tre sono i gradini che conducono alla porta del Purgatorio: il primo di marmo bianco; il secondo di pietra scura, ruvida e arsa; il terzo di porfido rosso sangue. Su invito di Virgilio, Dante, si getta ai piedi dell’angelo e supplica di poter entrare.

Le 7 “P”

Nell'immagine Dante e Virgilio al cospetto dell'angelo guardiano photo credit: scuolissima.com
Nell’immagine Dante e Virgilio al cospetto dell’angelo guardiano photo credit: scuolissima.com

Questi gli segna la fronte con setteP“, segni dei peccati capitali. Mostra poi due chiavi, una d’oro, l’altra d’argento, necessarie per l’apertura della porta, ricevute direttamente da San Pietro. Infine l’angelo apre la porta e raccomanda loro di non voltarsi indietro, una volta entrati, pena l’allontanamento definitivo dal Purgatorio. Dante e Virgilio entrano e odono il canto “Te Deum laudamus“, accompagnato dal suono dell’organo.

Come annunciato da “Dante scrittore” nei pressi dell’ingresso del Purgatorio, da qui la narrazione si fa arricchisce di molti aspetti, complicandosi. Infatti Dante passa dalla semplice linea costruttiva dei canti dell’antipurgatorio, a racchiudere tutti i canoni della poesia medievale. Questa per natura è tesa a vivere tutte le risorse della fantasia all’interno di una visione teologica, liturgica con una struttura allegorica.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina( IX canto del Purgatorio- l’angelo guardiano) photo credit: scuolissima.com

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