Compie 58 anni David Fincher, uno dei registi più cupi dell’universo hollywoodiano. Capace di spaventare, di fare amare i suoi film e creare grande attesa per il suo ultimo lavoro “Mank”, Fyncher è uno dei migliori registi americani in circolazione. È stato candidato per ben due volte agli Oscar come miglior regista ed ha realizzato cult indimenticabili come “Seven” e “Fight Club”
Il cinema tenebroso di David Fincher
Fin dagli inizi David Fincher sceglie di raccontare la sostanza degli incubi indagando nei meandri più dolorosi dell’animo umano. Lo fa regalandoci personaggi cupi e tenebrosi segnati dal disagio esistenziale. Personaggi che si muovono all’interno di spazi anonimi e claustrofobici che da soli costituiscono un punto fondamentale del suo stile.
Tratti che si vedono in molti suoi capolavori come “Il curioso caso di Benjam Button” che gli è valso una nomination ai Golden Globe e agli Oscar come miglior regista. Uno stile fortemente presente anche nel suo ultimo film “Gone girl” dove attraverso un gioco folle viene raccontata la vendetta di una donna contro il proprio marito accusato ingiustamente di omicidio.
Aspettando Mank, la nuova battaglia di Fyncher
Fincher ci aveva già parlato di una grande battaglia legale segnata dalle solitudini dei protagonisti e della loro miserevolezza con “The Social Network”. Un film che aveva generato una profonda riflessione sulla creazione di Facebook. Ora tutto il mondo aspetta con trepidazione il suo ultimo film “Mank”che ad ottobre dovrebbe uscire su Netflix. Al centro della scena una nuova battaglia legale per decidere a chi attribuire il merito della sceneggiature del leggendario film “Quarto potere”.
In questo lungometraggio Gary Oldman interpreta il grande Herman J. Mankiewicz che all’epoca dovette fronteggiare Orson Wells. Sicuramente non mancherà quelle folle gioco tra le parti fatto di solide paure e angosce che contraddistingue i film di Fincher.
Stefano Delle Cave