Dennis Wilson, la surf music e i Beach Boys

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Di Redazione Metropolitan

Il surf, la California e una Rivoluzione: questi sono gli ingredienti che nel 1961 portano cinque ragazzi, i fratelli Brian, Carl e Dennis Wilson, il loro cugino Mike Love e l’amico Al Jardine, a fondare una delle band più influenti degli anni Sessanta, i Beach Boys. Dalla surf music al rock’n’roll, la band di Los Angeles ha incarnato il sogno californiano, ovvero la necessità di un’ intera generazione di evadere dalla realtà, fatta di problemi e disillusioni.

La storia di Dennis Wilson, il mediano dei tre fratelli, è senza dubbio la più singolare. Unico elemento della band a praticare veramente il surf, Dennis cresce con la fama di essere “il meno dotato dei Beach Boys”, e di vivere all’ombra del fratello. Coma da lui stesso dichiarato “Brian Wilson è i Beach Boys. Noi siamo solo i suoi messaggeri. Lui è tutto, noi non siamo niente”. Dopo una vita sregolata e smodata, caratterizzata da eventi segnanti come l’incontro con Charles Manson, la droga e l’abuso di alcol porteranno Dennis ad una fine tragica.

Dennis Wilson: la carriera e la tragica fine

Agli esordi dei Beach Boys, Dennis non ha molta esperienza come batterista, ma riesce in poco tempo a sviluppare un discreto talento. Nel 1965 debutta come voce solista, cantando Do you wanna dance? e una cover di You’ve got to hide your love away dei Beatles. Il successo arriva con Little Bird, uno dei pezzi più importanti scritti e cantati dal californiano. Da ultimo dei Beach Boys, Dennis Wilson diventa così uno degli elementi più significativi del gruppo.

Negli anni Settanta il beach boy spicca il volo e intraprende una carriera da solista, pubblicando i singoli Sound of Free e Lady. Il primo album vero e proprio esce nel 1977, Pacific Ocean Blue, il disco più importante di Dennis Wilson. Nel 1978 inizia a lavorare ad un secondo album, Bambu, un’opera che, a causa del declino di Wilson, rimarrà incompiuta. Muore tragicamente nel 1983 annegando in mare nei pressi di Los Angeles, a seguito di una caduta dallo yatch di un amico sotto gli effetti della droga e dell’alcool.

Dennis Wilson: l’incontro con Charles Manson

Percorrendo le strade di Malibu, nel 1968 Dennis Wilson fa salire sulla sua auto due autostoppiste, Ella Jo Bailey e Patricia Krenwinkel, e decide di portarle nella sua casa al 14400 del Sunset Boulevard. Dopo l’incontro amoroso, Wilson lascia l’abitazione per andare a provare con la sua band. Al suo ritorno trova la casa invasa da giovani (principalmente ragazze) insieme al loro capo spirituale, Charles Manson.

Il gruppo di seguaci decide di stabilirsi a casa Wilson per mesi, tra sesso, droga e sregolatezza. Nei giorni successivi, Dennis presenta il “nuovo amico” alla band. Manson, essendo un musicista, ne approfitta e fa ascoltare alla band californiana alcuni pezzi che ha scritto. Uno di questi, Cease to exist, viene rielaborato dal gruppo e pubblicato come Never learn not to love.

La strage al 14400 del Sunset Boulevard

Venuto a conoscenza del furto della canzone, Manson va su tutte le furie. Dennis, spaventato, decide di cacciare la “congrega” da casa sua. Dopo alcuni mesi, Wilson decide di trasferirsi e la casa viene acquistata da Roman Polanski, noto regista, che si trasferisce nella splendida villa insieme a sua moglie, Sharon Tate.

Manson, non sapendo di questo fatto, si reca nell’abitazione per vendicarsi del torto subito tempo prima dai Beach Boys. Il gruppo di Manson trucida Sharon Tate, i suoi amici Wojciech Frykowski, Jay Sebring e Abigail Folger e Steven Parent, che si trovava nella dépendance della villa, ospite del custode.

Matteo Tarragoni

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