“Dogman”, il delitto del Canaro: la ribellione degli emarginati

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Di Redazione Metropolitan

Torna in tv un film crudo ma sincero, dove gli emarginati diventano i protagonisti e la loro realtà viene esposta senza fronzoli. Questo è “Dogman“, un film di Matteo Garrone, premiato al Festival di Cannes, ma vincitore anche di 7 Nastri d’Argento e 9 David di Donatello. È una pellicola ispirata liberamente al delitto del Canaro, l’omicidio del criminale e pugile dilettante Giancarlo Ricci, avvenuto nel 1988Roma. Per chi fosse interessato non può perdersi l’appuntamento di stasera su Rai Movie.

Trama e curiosità sul film “Dogman”

Ci troviamo nella periferia romana dove Marcello (Marcello Fonte) vive un’esistenza pressoché sempre uguale, divisa tra il lavoro nel suo salone di toelettatura per cani e l’amore per la figlia Alida. Amato da tutto il quartiere egli, però, ha anche un ambiguo rapporto con Simone (Edoardo Pesce), un ex pugile e delinquente locale che con piccoli crimini e atti di violenza terrorizza gli abitanti del posto, senza che nessuno abbia il coraggio di intervenire. Marcello dal canto suo gli procura la droga, lo aiuta in alcune rapine e subisce passivamente i suoi soprusi, accontentandosi della minima percentuale che Simone gli rende. Questo però sarà destinato a finire quando Marcello da vittima diventerà carnefice.

Il protagonista ricorda un po’ gli altri personaggi visti nei film di Matteo Garrone, come Valerio in “L’imbalsamatore“, Pasquale in “Gomorra” o Luciano in “Reality“. Un atteggiamento di sudditanza verso gli altri che li accomuna e tra cui troviamo Marcello, un uomo minuto e apparentemente fragile, che si fa carico di un’intera comunità. Questo interessante personaggio non è frutto solo dell’immaginazione del regista, ma è ispirato a un fatto di cronaca degli anni ’80.

La storia vera dietro al film

Pietro De Negri, toelettatore di cani e per questo soprannominato er canaro, faceva coppia con Giancarlo Ricci, ex pugile dilettante e malvivente. I due, anche se opposti caratterialmente, avevano un rapporto ambiguo che li univa nel commettere crimini, fino a quando non venne arrestato Pietro in seguito a una rapina. Il bottino fu sperperato da Ricci che invece non venne incriminato e potè godere della libertà concessa, anche se questo sarà la goccia che farà traboccare il vaso. De Negri, cercando di farsi valere, provò a ottenere un risarcimento da parte di Ricci, ma visto che nulla sembrava smuoverlo pensò che l’unica soluzione fosse ucciderlo e così fece.

Il film “Dogman” non segue passo passo la storia, ma si prende la libertà di rivisitarla dandole uno sguardo nuovo. Sta proprio in questo e nella bravura del regista Matteo Garrone l’aver creato un racconto con un sottotesto quasi western, palcoscenico di una sfida alla sopravvivenza e che porterà alla lotta finale tra Davide e Golia.

Francesca Agnoletto

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