Donatella Versace: la moda e lo stile della Maison

Foto dell'autore

Di Silvia Colaiacomo

Donatella Versace, è nata il 2 maggio 1955, a Reggio Calabria. Stilista italiana, nonché sorella di Gianni Versace fondatore dell’omonimo brand. Gianni, il secondo più anziano, inizia la sua carriera nella moda trasferendosi a Milano nel 1972. L’anno successivo, Donatella inizia a studiare lingue straniere a Firenze. Anche se stava studiando per diventare insegnante, ha fatto frequenti visite a Milano per assistere suo fratello, che ha apprezzato le sue intuizioni e critiche allorché ha iniziato a lavorare nel settore moda.

Quando Gianni Versace Spa è stata fondata a Milano nel 1978, Donatella ha assunto il ruolo di vicepresidente. Dal 1978 al 1997, Donatella ha agito principalmente come mano creativa mantenendo il controllo delle proprie linee, “Young Versace” e “Versus”, abbandonata nel 2005 ma ripresa nel 2010. Il cambiamento della Maison è avvenuto il 15 luglio 1997, quando Gianni venne ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dalla sua casa di Miami Beach dal serial killer americano Andrew Cunanan. Dopo un lungo congedo da Gianni Versace Spa, Donatella è riemersa per ricoprire i ruoli di capo designer e vicepresidente.

La Maison Versace

Donatella svolge un ruolo chiave nella definizione dell’immagine della Maison Versace supervisionando le campagne pubblicitarie, che imprimono i tratti distintivi del brand nella coscienza del pubblico. Fu lei che persuase Gianni a ingaggiare top model editoriali perché sfilino sulle sue passerelle, dando vita al fenomeno delle supermodelle. Tre mesi dopo la morte del fratello, Donatella gli dedica la sua prima collezione, presentando la nuova direzione del marchio.

In passerella vedremo un glamour imperfetto, proiettato verso il futuro e non minimalista. Non abbandona le orme di Gianni, propone abiti stampati e stratificati, con la presenza di tagli sottili e asimmetrici che celebrano la silhouette del corpo. La donna Versace è sensuale, potente e libera, non deve essere rinchiusa all’interno di una taglia definita dai canoni sociali. “La bellezza è nella diversità”.

Lo stile di Donatella Versace

Donatella Versace è sempre stata dalla parte delle “molteplici diversità”. Non si è fermata nel vestire una singola tipologia di donna ma una massa eterogenea stufa della condizione di “donna un passo dietro l’uomo”. Negli anni Settanta dopo i movimenti femministi, ci sono stati anni bui per la figura femminile in società. Sembrava ci fosse l’esigenza di mettersi da parte, fare un passo indietro, non emergendo per far sentire la propria voce.

I capi di allora erano prettamente capi dal taglio maschile, squadrati, che nascondevano le forme della donna. L’estro non era contemplato, perché si aveva timore di non essere prese sul serio. La tendenza era quella di assomigliare all’uomo per nascondere ciò che si è, non mostrarsi per quello che si vuole essere ed esprimere. In questo Donatella Versace prende una posizione decisa. Propone colori, forme a clessidra e iper-femminili, promuovendo il suo ideale di felicità ed energia, per infondere coraggio a chi indossa i suoi capi.

Silvia Colaiacomo