E’ un’esistenza breve e maledetta, quella di Edgar Allan Poe. Figlio di attori, nasce a Boston il 19 gennaio 1809, e la sua infanzia prende subito una piega turbolenta: l’abbandono del padre, la morte della madre per tubercolosi, il trasferimento in Virginia, presso gli Allan, e in Gran Bretagna, dove il giovane scopre i poeti inglesi, che tanto lo influenzeranno. Torna in America nel 1820 ed entra nell’Accademia militare di Richmond, ma viene espulso; studia lingue antiche e moderne all’università, ma presto abbandona. Neppure il matrimonio con la cugina di primo grado, Virginia Eliza Clemm, placa il suo animo agitato.
Gli amori burrascosi e sfortunati, le difficoltà economiche e il tormento interiore si riversano nell’attività letteraria. Partito in sordina, si dedica alla poesia e alla prosa, ritenendo la prima superiore. Ottiene un discreto successo, che si rafforza con l’uscita de Lo scarabeo d’oro, Il gatto nero e Il corvo e altre poesie. Tuttavia, nonostante l’accoglienza positiva da parte del pubblico, Poe resta indigente; quando la moglie muore, è costretto a usare il lenzuolo del loro corredo matrimoniale come sudario. E’ solo a questo punto, contrariamente all’immaginario collettivo, che cede del tutto all’alcol e alle droghe. A sei mesi dalla perdita della sua sposa, un uomo lo trova in preda al delirio per le strade di Baltimora; il poeta si spegne qualche giorno dopo, in ospedale. Le cause del suo decesso sono tuttora incerte: alcuni parlano di cirrosi epatica, altri di rabbia, altri ancora, addirittura, di avvelenamento. Molti, inoltre, si domandano come mai l’uomo indossasse abiti non suoi. Tanti quesiti, poche risposte. Ad oggi, il mistero continua ad avvolgere la vita e la morte di Edgar Allan Poe.
Edgar Allan Poe: la teoria letteraria
Ciò che non è un mistero, invece, è la rilevanza delle sue opere nella letteratura moderna. Gli i studi di cosmologia, fisica e crittografia e l’interesse per l’occulto delineano con precisione lo stile e i temi dell’artista. Egli scrive di Eros e Thanatos, prediligendo il secondo, e lo fa discostandosi dai canoni della narrativa. Ripudia il didatticismo e disprezza l’allegoria, che rende incomprensibile quello che andrebbe lasciato in superfice. E’ contrario agli scritti troppo lunghi: secondo la sua “teoria dell’effetto unico”, le storie devono essere brevi e devono mostrare un solo istante nella vita dei personaggi, per creare suspense nei lettori. Un buon racconto va letto tutto d’un fiato, senza interruzioni. Lo scrittore, dunque, deve andare dritto al punto ed evitare inutili dettagli, che rischiano di annoiare.
Il pensiero di Poe è ben riassunto nel suo saggio “La filosofia della composizione”. Egli si chiede come mai non sia ancora comparso un articolo che esponga nel dettaglio le tecniche e la logica dietro un testo. Il motivo, per lui, è riconducibile alla scarsa sincerità dei suoi colleghi. Questi, infatti, vorrebbero far credere di essere stati investiti da una sorta di fervore divino e di aver messo nero su bianco il frutto di una “estatica intuizione”. L’idea di scrittura spontanea è inconcepibile per Edgar, che pondera e analizza le parole da utilizzare, in modo da renderle più efficaci. A dimostrazione delle sue riflessioni, egli spiega per filo e per segno il lavoro di ricerca e labor limae dietro il suo capolavoro, Il Corvo. Diversi generi, dal gotico al giallo psicologico, passando per il poliziesco, devono molto alla “teoria letteraria” sintetizzata dall’autore bostoniano. Persino Umberto Eco affermava di tenere in gran considerazione le sue opinioni.
L’influenza di Poe nella cultura di massa
L’influenza di Poe, incrementata dagli enigmi che lo circondano, si estende anche ad altre forme d’arte. Nel corso del tempo, sono state portate in scena numerose rappresentazioni tratte dai suoi lavori: alcune sono fedeli all’originale, altre sono rivisitazioni, come nel caso del musical Nevermore: The Imaginary Life and Mysterious Death of Edgar Allan Poe. Anche il cinema lo ha celebrato, prevalentemente attraverso horror d’autore; uno su tutti, The Twitch, diretto da Francis Ford Coppola. Negli ultimi anni, inoltre, diversi attori si sono calati negli scomodi panni dello scrittore; tra questi, John Cusack in The Raven, ed Harry Melling, il Dudley di Harry Potter, in Pale Blue Eye.
I musicisti rock lo citano, condividendone lo spirito ribelle e le tematiche, e il mondo del fumetto celebra il suo genio, con graphic novels e comics di ogni sorta. Il piccolo schermo, ovviamente, non è da meno. Serie come Futurama, Una mamma per amica, South Park e gli immancabili Simpson hanno omaggiato l’autore in modo spiritoso. Altre, invece, hanno rielaborato il suo sconfinato patrimonio artistico. Nel thriller The Following, Kevin Bacon è un poliziotto alle calcagna di un assassino che uccide seguendo gli scritti di Poe. La caduta della casa degli Usher, miniserie ispirata all’omonima storia, ricalca in ogni episodio un famoso racconto, da Il cuore rivelatore a Il pozzo e il pendolo, in una scia di sangue e ferocia. In Wednesday, Mercoledì Addams (Jenna Ortega) frequenta la Nevermore Academy. Il liceo deve il nome alla poesia Il Corvo, e vanta idealmente proprio Edgar tra gli ex allievi più illustri. La scuola ospita studenti con poteri sovrannaturali, ma respinti dalla società. Un rifugio per gli emarginati e per chi si sente fuori posto, proprio come Edgar Allan Poe, Maestro dell’Orrore e padre spirituale di ogni anima inquieta.
Federica Checchia
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