Emanuela Orlandi 39 anni dopo: tra pedofilia e denaro sporco?

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Di Francesca De Fabrizio

“Vatican girl” riporta in auge il caso Emanuela Orlandi. La testimonianza tardiva dell’amica conferma le molestie alla vittima da parte di un prelato del Vaticano, ma il movente sarebbe quello del denaro. A confermarlo sono il giornalista Andrea Purgatori e l’avvocata Laura Sgrò “Per capire che fine abbia fatto Emanuela Orlandi bisognerebbe indagare anche sulla pedofilia tra le mura del Vaticano”, ma al centro ci sono i soldi: “potrebbe essere una storia in due tempi”, vediamo come.

Il caso Emanuela Orlandi: centra il Vaticano, ma al centro ci sono i soldi

Photocredit: larepubblica.it

Il caso Emanuela Orlandi continua a far parlare di sé. Dopo la serie tv “Vatican girl” l’attenzione del pubblico è tornata a quel 22 giugno di 39 anni fa. La morte improvvisa di Giulio Gangi, ex agente del Sisde che si era occupato del caso, ha riacceso l’interesse. Una testimonianza di un’amica ha fatto nuova luce sul caso, ma forse ha parlato troppo tardi: Emanuela sarebbe stata effettivamente “importunata” da un alto prelato del Vaticano.

A parlare delle ipotesi ad oggi valide è Andrea Purgatori, giornalista che all’epoca aveva scritto del caso: escluso il terrorismo internazionale, “la pista della pedofilia può avere senso e coesistere con quello che è successo. Ma il punto centrale è la pista dei soldi”. L’unica certezza sarebbe la falsità del presunto soggiorno della ragazza a Londra. L’avvocata Sgrò a riguardo: “Ma possiamo davvero pensare che, se anche ci fossero stati degli abusi, avrebbero tenuto Emanuela in un ostello a Londra per 15 anni? Come l’avrebbero nascosta? E se anche stordita e drogata, non trovi nessuno che in 15 anni parli? Poi non si capisce perché tenerla in vita, se volevi farla sparire”.

É proprio Sgrò a dare quella che sembra la lettura più coerente del caso, in cui l’ipotesi della pedofilia e quella dei soldi si intrecciano “Potrebbe essere una storia in due tempi. Nel primo Emanuela scompare a causa di un giro pedofilo in Vaticano, viene abusata e poi uccisa. Nel secondo il mondo scopre, giorni dopo, attraverso i manifesti appesi dal padre e dallo zio, che è sparita questa ragazza che non è una delle tante scomparse, ma è una cittadina del Vaticano. È quello che ci vuole per recuperare i soldi dallo Ior: Emanuela può essere la merce di scambio per recuperare i miliardi dell’organizzazione criminale. La banda della Magliana va a recuperarla, viva o morta, ne prende gli effetti personali, e poi riconsegnerà la ragazza, viva o morta, non lo sappiamo”.

Francesca De Fabrizio

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