Esce nel 1975 il primo “Fantozzi”: non tutti sanno che esisteva davvero

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Di Federica De Candia

Il 27 marzo 1975 è la data di uscita nelle sale di “Fantozzi”. Il primo film della serie nata dalla mente e dalla penna di Paolo Villaggio. Portato sul grande schermo, dopo il successo del libro, da Luciano Salce. Grandi, irripetibili scene cult, e citazioni memorabili, passano alla storia con i 108 minuti proiettati al cinema: la sfida calcistica tra scapoli e ammogliati, il campo da tennis prenotato nella domenica più rigida dell’anno, la poltrona in pelle umana alla ‘Megaditta’. Basco, pantaloni ascellari, voce soffocata. Il clone di una creatura realmente umana..

Fantozzi, il primo film e il vero ragioniere

"Fantozzi" primo film 1975 foto da Pinterest
“Fantozzi”, primo film 1975, foto da Pinterest

La prima apparizione del ragionier Fantozzi è stata nel 1968, nel varietà tv “Quelli della domenica”. In cui Paolo Villaggio interpretava esilaranti sketch: l’impacciato Fracchia, e il folle prestigiatore tedesco Kranz. L’attore genovese era diventato noto dopo la fortunata edizione della trasmissione, e aveva conquistato fama letteraria con il best seller “Fantozzi“, edito da Rizzoli nel 1971. Che conteneva i racconti del ragioniere, destinati inizialmente ad essere pubblicati per il settimanale “l’Europeo”. Riscosse un successo smisurato, vendendo oltre un milione di copie, tradotte in più lingue. Le vicende raccontate, inaspettatamente, sono tratte dalla vita di una persona realmente esistita: il compagno di scrivania di Villaggio, quando lavorava all’Italsider di Genova.

Il personaggio di Fantozzi, originariamente, non doveva essere interpretato da Paolo Villaggio, il quale propose il ruolo sia a Renato Pozzetto sia a Ugo Tognazzi. Solo dopo aver ricevuto un rifiuto da entrambi, Salce lo convinse a vestire i panni del protagonista da lui stesso creato. Il ragionier Ugo vittima di se stesso e del sogno piccolo borghese di una vita confortevole, seppur mediocre. Sarà molto più simile ai personaggi di certi disegni animati americani, che a quelli della cosiddetta commedia all’italiana. Salce lo vuole in una fotografia colorata come nel ‘Corriere dei Piccoli’. L’indole sprovveduta, quell’immunità fisica e spirituale che deriva dalla sua congenita inconsapevolezza fanno pensare al gatto Silvestro.., dice lo stesso Villaggio, che racconta di aver passato un periodo della sua vita a Londra a guardare cartoon, classici dell’animazione, maturando quella concezione delle gag “meccaniche” tipiche cartoonesche, che saranno molto presenti nei film.

Scene cult, gag umane

La signora Pina (Liù Bosisio), compone il numero. E con riguardo reverenziale, comunica alla centralinista della solenne Megaditta che non ha notizie del marito da ben 18 giorni. “Buongiorno, mi scusi se mi permetto di disturbare signorina. Parlo con lo spettabile centralino della illustre società ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica?“. Si apre così la saga fantozziana. E prosegue con le infami vicissitudini del ragioniere che rimane murato per sbaglio nei vecchi gabinetti dell’azienda. Per arrivare a timbrare il cartellino d’entrata alle 8 e 30 precise, Fantozzi, sedici anni fa, cominciò col mettere la sveglia alle 6 e un quarto.. Tutto è calcolato sul filo dei secondi.., narra la voce guida del film. Tre secondi per bere il caffè: ‘Sveglia e caffè | barba e bidè‘, dice in rima la canzone.

Per la sua interpretazione nel film, Anna Mazzamauro (in ‘la signorina Silvani’), fu candidata nel 1976 ai Nastri d’argento come migliore attrice non protagonista. L’unica distrazione sul lavoro era lei, nell’enorme palazzone della Regione Lazio all’Eur: con il crocifisso con la scritta INPS che ti guardava dall’alto. La signorina era stata eletta per due volte consecutive “Miss IV Piano”, e Fantozzi la corteggiava disperatamente da 7 anni. L’occasione per rivelarsi si presentò il giorno del funerale della madre del Megadirettore Naturale Conte Lamberti. “Fantozzi era nel pallone più completo: mani due spugne, salivazione azzerata, manie di persecuzione, miraggi!”. Ma i versi che le recita, hanno molto di poetico e poco da sprovveduto: “chi vuol esser lieto sia / che tanto di domani non c’è certezza”. La “canzone di Bacco” scritta da Lorenzo De’ Medici, che Fantozzi spaccia come “una sua cosettina giovanile”.

Batti-nebbia, il padel fantozziano

La vigilia di Natale, su nell’Olimpo del 18° piano, i Megadirettori Naturali e Laterali si scambiano strenne faraoniche: panettoni d’oro con zaffiri e ametiste al posto dei canditi, e brindano con champagne riserva 1612. Seguirà l’appuntamento immancabile dell’annuale sfida calcistica fra scapoli e ammogliati, ai campetti di periferia. E la partita a tennis con Filini (Gigi Reder): “Filini fissò il campo da tennis per la domenica più rigida dell’anno, dalle sei alle sette antelucane. Tutte le altre ore, man mano che si avvicinava il mezzogiorno, erano occupate da giocatori di casta sempre più elevata“.

La nebbia fitta di quel mattino è squarciata da due visioni: “Filini, gonnellino pantalone bianco di una sua zia ricca, maglietta Lacoste pure bianca, scarpa da passeggio di cuoio grasso, calza scozzese e giarrettiere; doppia racchettina Liberty da volano. Fantozzi, maglietta della GIL, mutanda ascellare penosamente aperta sul davanti e chiusa pietosamente con uno spillo da balia, grosso racchettone 1912, elegante visiera verde con la scritta “Casinò Municipale di Saint Vincent”Allora ragioniere, che fa, batti?”. Fantozzi: “Ma come ragioniere, mi dà del tu?”. Filini: “No, intendevo, batti lei”. Fantozzi: “Ah congiuntivo”.

Fantozzi, il primo film: qualche segreto del ragioniere

L’orchestra del Maestro Canello, i ripetuti “coglionazzo” nella sfida a biliardo con il nuovo direttore Catellani (un fantastico Umberto D’Orsi), il campeggio con Filini, Pierugo e la cena al ristorante giapponese. Tutte gag memorabili del primo film Fantozzi 1975. La vacanza a Courmayeu, con la mitica Autobianchi Bianchina quattroposti del 1962, guidata dal ragioniere, e l’auto del Geom. Calboni, una Fiat 124 Sport Spider del 1967. Dove Fantozzi si ubriaca salutando tutti gli imprenditori dell’alcool. In una intervista su Dagospia, Marta Marzotto rivelò che il personaggio della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, è stato concepito pensando proprio a lei, ex-mondina, figlia di un casellante, e regina dei salotti. “In famiglia lo sapevano e ridevano“, dice Marta con la sua ironia.

In realtà, il film doveva essere girato già nel 1973, e a dirigerlo non doveva esserci Salce ma Salvatore Samperi. Il progetto però saltò perchè si temeva un insuccesso. L’unico dei “misteri” di Fantozzi irrisolto, è la sua età. Mai precisata nel corso degli anni, e in tutti gli altri episodi a venire.

Federica De Candia

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