Sinistra immediatamente all’attacco del principale contendente, Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, in lizza per aggiudicarsi le elezioni. Il post di Chiara Ferragni sull’aborto ha riacceso gli animi sollevando una questione delicata, attribuendo la colpa al governo della regione Marche battente bandiera FDI. La notizia lanciata sul post dell’influencer imprenditrice Chiara Ferragni, ha scatenato web e politica: i partiti affilano i coltelli ma la regione Marche non sembra diversa dal resto della penisola.
La Ferragni sull’aborto: post denuncia contro FDI e Giorgia Meloni
La storia Instagram condivisa dalla Ferragni invita gli italiani a farsi sentire alle elezioni, impedendo alla destra e in particolare a FDI di salire al potere. “FDI ha reso praticamente impossibile abortire nelle marche, che governa. Facciamoci sentire a queste elezioni”. Queste le dure parole utilizzate dalla Ferragni e aggiunge: “una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”.
Un post, quello della Ferragni sull’aborto, che sembra palesare l’intenzione dell’imprenditrice influencer di porre la “X” verso sinistra sulla scheda prima di riporla dentro l’urna. La Meloni e tutto FDI, hanno replicato dichiarando: “nelle Marche ci sono molte più cliniche in cui è possibile abortire rispetto alla media italiana”.
Un caso scottante che in vista delle elezioni ha sollevato un putiferio cogliendo il plauso della sinistra e l’amarezza nonchè la rabbia della destra. I partiti non si sono fatti attendere sul ring, tornando a indossare i guantoni, pronti a darsele di santa ragione.
Fratelli d’Italia afferma in sua difesa: “La situazione nelle Marche è la stessa di due anni fa, quando era a guida PD”, e poi aggiunge: “la Campania a guida PD, ha più obiettori che nelle Marche”.
La situazione nelle Marche
Se da un lato c’è chi accusa, dall’altro c’è chi si difende. La sfida all’ultimo voto non ha tregua per PD e FDI, dati come favoriti nei sondaggi ai primi due posti della classifica. L’aborto è un tema scottante che qualche tempo fa ha colpito anche gli Stati Uniti e l’amministrazione Biden. Ma nelle Marche qual è la situazione rispetto al resto d’Italia?
La media italiana di medici obiettori di coscienza, che per un proprio credo non praticano l’aborto, è di circa il 70%. Vale a dire 7 su 10. Nelle Marche si può dire che il dato sia pressoché identico. La percentuale di medici obiettori marchigiani è del 71%. Contraria a questo trend è invece la città marchigiana di Urbino che conta circa il 40%, cioè 4 su 10.
Dati che non sembra pongano le Marche in una corrente di pensiero più “arretrata” rispetto al resto della penisola ma che pongono la regione sulla media nazionale.
L’indagine svolta dalle donne
A fornire questi dati è stato il movimento transfemminista “Non Una di Meno”, che a suon di pec ha fatto un quadro dettagliato della situazione inviando la richiesta ai singoli ospedali. Il movimento si è proposto di portare alla luce la questione rivolgendola a tutta Italia e facendo presente che per loro sono troppi i medici nello stivale che si rifiutano di eseguire l’intervento.
La questione non è quindi nuova alle donne italiane. La tendenza riporta il maggior numero di medici obiettori al sud mentre la Valle D’Aosta conta il numero minore. Nella pagina Facebook relativa all’indagine svolta dal movimento, si riporta che i dati riguardano l’anno 2020 relativi all’anno precedente, cioè il 2019.
Un post, quello di Chiara Ferragni, che ha creato una certa agitazione. Stupisce che una questione delicata come quella sull’aborto, da molto tempo motivo di scontro, sia stata rilanciata con così tanta forza a ridosso delle elezioni. Ma le donne di “Non Una di Meno”, ci avevano già pensato e con largo anticipo prima che Chiara Ferragni pubblicasse il suo post protesta sull’aborto.
C’è anche da tener conto che l’età media dei medici italiani è di 45 anni con una anzianità media di servizio di 17 anni (fonte: Ministero della Salute) e non possono essere diventati improvvisamente tutti obiettori, subito prima delle elezioni.