Nasceva oggi, 11 luglio 1899, la FIAT. Prima casa automobilistica italiana, l’azienda è uno dei marchi italiani più conosciuti a livello globale, nonché il più importante gruppo industriale privato a livello nazionale. Dal primo modello di autovettura, la 3 ½ HP, all’affermazione nelle competizione automobilistiche, dalla produzione militare durante le due guerre mondiali al boom economico degli anni ’60, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Una storia fatta di conquiste importanti ma anche di momenti di incertezza. Tra questi si ricordano la crisi a cavallo degli anni ’60 e ‘70 e il durissimo scontro tra l’azienda e il sindacato del 1980, negli anni più bui dell’Italia del secondo dopoguerra, scossa dal terrorismo politico, arrivando al nuovo millennio, con la crisi di inizio 2000 e quella globale del 2008, fino alla nascita del gruppo Stellantis nel 2021.
La nascita della FIAT, i primi modelli e il “Biennio rosso”
Era l’11 luglio del 1899 quando alcuni esponenti della borghesia torinese si riunirono a Palazzo Bricherasio, a Torino, per sottoscrivere l’atto di costituzione della FIA (Fabbrica Italiana Automobili). Nello stesso anno la denominazione cambiò in FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino). Sempre nel 1899 rilasciato il primo modello della neonata azienda italiana, la 3 ½ HP. Prodotta in 26 esemplari, derivava dalla Welleyes, modello dell’azienda automobilistica Ceirano.
Dopo una crisi del settore agli inizi del XX secolo e dopo essersi cimentata anche nel campo dei veicoli commerciali, la FIAT si rinnovò e presentò diversi modelli di autovetture, dalla Tipo 1 alla Tipo 6. Lavorò inoltre alla fabbricazione di un autoveicolo che fosse capace di battere il record mondiale di velocità detenuto dalla Blitzen Benz, la Fiat S76 Record. Un anno dopo la fine della guerra, la FIAT fu una delle aziende che si trovò al centro delle proteste operaie che travolsero l’Italia tra il 1919 e il 1920. È il cosiddetto “Biennio rosso”. Nel settembre del 1920 l’occupazione delle fabbriche italiane da parte di 600000 operai terminò con un accordo tra le parti.
Dal fascismo al boom economico
Negli anni ’30 la politica autarchica del regime fascista favorì l’espansione della FIAT nel mercato interno. In questi anni la casa torinese produsse la 508 Balilla, nel 1932, e la Topolino nel 1936. Nel 1939 venne inaugurato lo stabilimento di Mirafiori. Durante gli anni della guerra l’azienda, per far fronte alle esigenze belliche, ridusse la produzione di autovetture e lavorò alla costruzione di veicoli commerciali.
Alla fine della seconda guerra mondiale, le industrie automobilistiche dovevano convertire la produzione bellica in produzione civile. Tra gli anni ’50 e ’60, con il boom economico, l’automobile divenne uno status symbol e, con prezzi agevolati e la possibilità di acquistarla a rate, sempre più persone ne possedevano una. Diversi modelli vennero prodotti in questi anni. Ne spiccano due in particolare, la 600 (1955), il primo modello che diede inizio alla motorizzazione di massa in Italia, e la 500 (1957), che qualche anno più tardi supererà il successo della prima.
La crisi economica, gli anni ’80 e la FIAT oggi
Negli anni ’70 la crisi economica, le frequenti tensioni interne alle fabbriche che culminavano nell’occupazione di queste, il crescente terrorismo politico, e la sempre più forte concorrenza straniera sul mercato italiano colpirono la FIAT. L’azienda si trovò ad affrontare uno dei periodi più difficili della sua storia. Negli anni ’80, grazie alla nascita e all’espansione dei nuovi modelli (tra tutti la Uno e la Panda), il marchio si ricollocò tra i leader delle case automobilistiche. Anni ’80 che iniziarono tuttavia con il grande scontro tra azienda e sindacati durato trentacinque giorni, tra blocchi di fabbrica e manifestazioni.
Negli anni ’90 la FIAT acquistò l’80% di Ford New Holland e lavorò all’espansione degli impianti produttivi. Inoltre, sono questi gli anni di un altro modello che riscontrerà un enorme successo, la Punto. Nel nuovo millennio la forte crisi economica a cavallo tra il primo e secondo decennio si ripercuoterà sull’azienda che nel 2009 divenne FIAT-Chrysler, dopo l’acquisizione di una quota di minoranza della casa automobilistica americana dichiarata fallita. Al 2014 risale l’acquisizione del restante pacchetto azionario da parte dell’azienda, che diventò FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Nel 2021, la fusione di quest’ultima con il Groupe PSA diede vita al nuovo gruppo Stellantis.
Riccardo Malarby
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